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Scritto da nel Numero 119 - 1 Maggio 2015, Politica | 1 commento

Per dignità, non per odio

Per dignità, non per odio

Il 25 aprile scorso è stato il settantesimo anniversario della Liberazione italiana dall’occupazione nazista e dal fascismo. In qualche modo si è visto un risveglio dell’attenzione pubblica alla celebrazione di una giornata che deve sempre più rappresentare la festa dell’elevazione dei valori fondanti del nostro stato: la libertà democratica e la solidarietà popolare. Si tratta di due colonne altissime, erette con fatica e sacrificio per reggere un tetto che protegga gli abitanti di un paese ferito e tremante: il pensiero va alla mancanza di lavoro, all’iniquità nell’accesso alle cure mediche e all’istruzione pubblica, all’ingiustizia di un sistema contributivo che non tutela a sufficienza chi ha meno, all’incapacità di sanare i territori che subiscono i danni derivanti dal dissesto idrogeologico, all’incuria che governa tante delle nostre città, alla connivenza – quando non addirittura complicità – di persone e istituzioni in azioni criminose.

Tutto ciò deve costituire materia d’occupazione dei nostri governanti nell’intero arco dell’anno, mentre non dovrebbe spingere a dibattiti politici proprio nella giornata del 25 aprile. Il 25 aprile dovrebbe essere per tutti noi, e a maggior ragione per chi ci rappresenta a ogni livello, un giorno sacro. Dovrebbe essere un minuscolo scrigno di cristallo da custodire con scrupolo, come se al suo interno vi fosse il senso stesso della nostra esistenza. Non è il 25 aprile un giorno per le polemiche; non è un giorno per l’odio o per la sopraffazione, perché è una data che rappresenta l’opposto. E ogni parola andrebbe valutata, misurata, pesata e calibrata; e le parole andrebbero scelte per raccontare la storia di ognuna delle persone che hanno costruito la nostra libertà, il coraggio, la paura, la morte, il dolore che ha portato alla nostra vita attuale.

È per questo che l’invito che mi sento di rivolgere non vuole nemmeno sfiorare le polemiche che si sono sommate quest’anno, così come negli anni precedenti. Il 25 aprile prossimo sia un giorno senza polemica, un giorno inclusivo, il giorno in cui il popolo italiano manifesta il massimo rispetto nei confronti della sua storia e dunque di se stesso, in ogni sua parte. Ricordando sempre che la Resistenza è ciò che ci dà la dignità di alzare la testa per pretendere i nostri diritti, e al contempo ci impegna a una condotta di vita irreprensibile.

1 Commento

  1. Poche parole incastonate come diamanti in un diadema.
    Quel diadema sono le nostre origini e di fronte ad un gioiello se ne può solo ammirare la bellezza :o gni anno, con rinnovato stupore, e,gratitudine.

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