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Scritto da nel Letteratura e Filosofia, Numero 76 - 1 Febbraio 2011 | 6 commenti

Le bellezza delle piccole cose





Il mai domo poeta Carducci soleva dire: “Quando sarò morto seppellitemi in una vigna, affinché possa restituire da morto quanto ho bevuto in vita”. Un accorata ode di amore alla terra produttrice di dolci calici bevuti in compagnia. Il suo romanticismo, però, non era certo velato dalle allucinazioni alcoliche del decadentismo, che abbondavano nei bar parigini di fine Ottocento. Perché è chiaro come il sole che la bellezza delle piccole cose è direttamente proporzionale alla quantità di vino ingerita, anche se l'immagine annebbiata della realtà non può che essere mera illusione di intenti. Al mattino, svaporati i fumi del vino, l'ode scritta nel cuore della notte appare una cagata immane.

È per questo che l'alcolismo di Carducci, noto donnaiolo, mostra la via della verità, al contrario dello spleen boudleriano che, diciamolo, alla lunghe rompe straccia le palle come Medea straccia le vesti. Se quell'essere che vi ritrovate nel letto la mattina sembra repellente, e spesso lo è, non è per colpa delle allucinazioni vinaiole che ve lo siete portato a letto, ma per quello spiraglio di bellezza minima che il vino vi ha mostrato. Un cesso è un cesso, è vero. Ma nei piccoli particolari di un cesso si nasconde la vera bellezza. Basta scegliere il vino giusto. Un breve prontuario vi chiarirà le idee.

Gli ignavi della bellezza, coloro ai quali la natura ha negato forme curvilinee che rendono i corpi melliflui e appetibili, vanno accompagnati con i vini trentini un po' fruttati. Non spunteranno tette e muscoli dove prima una pelle raggrinzita si aggrappava alle ossa, ma nell'intensità dei profumi delle colline alpine la vostra espressione di ribrezzo si volgerà in un languido sguardo. Soprattutto dalla seconda bottiglia in poi.

Con chi di curve invece ne ha in eccesso, e per questo si può definire cesso, un vino rosso veneto importante come il Merlot, o anche un Amarone, può renderne più digeribile la carne. Il grasso si sposa perfettamente con questi vini decisi, ma non di grandissima gradazione: bere troppo, in questi casi, può essere fatale, se vi ritrovate sotto e il peso della situazione vi comprime la pancia. Rigettare durante le effusioni amorose, a meno che non sia esplicitamente richiesto dal partner, risulta spesso segno di maleducazione.

Chi invece annuncia la sua presenza a metri di distanza, grazie a un affioro animalesco e ferino, deve essere accompagnato con qualche vino del sud, pieno di sole e di alcol. A fiumi, aggiungerei. Con odori forti ci vogliono sensazioni forti.

Se poi a forza di calici non riuscite a trovare piccole cose degne di lode, vuol dire che la fuga è consigliata. Un frizzantino finale dà le giuste energie per uscire dal locale, correre verso la macchina, rincasare di corsa e sentirsi salvi: va bene la soggettività dell'estetica, ma a tutto c'è un limite. Meglio a quel punto stare a casa e sorseggiare un buon sangiovese romagnolo, compagno perfetto di tagliatelle e piadine. Ma anche di solitarie toccatine.

6 Commenti

  1. Semplicemente mitico!

    Per sempre tuo fan,

  2. Capolavoro

  3. ahahahah… idea sbuzzosa!

  4. per le situazioni di sovrappeso è consigliabile anche un buon lambrusco di grasarosso, ottimo a smaltire il colesterolo in eccesso…

  5. e non dimentichiamoci delle situazioni moralmente deprorevoli..zoofilia, necrofilia, composizioni orgiastiche..per questo consigliamo senza dubbio il lacrimae cristi

  6. ottimo bilanciamento nell'abbinamento dei vini!
    Socmelier ad honorem!

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