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Scritto da nel Numero 58 - 1 Aprile 2009, Politica | 2 commenti

Ronde da pazzi

Ho un cugino di 25 anni che risiede a Pianoro da una vita e da una vita si ritrova almeno un paio di sere la settimana con un gruppo di amici per giocare tutti insieme a videogiochi “sparatutto”: prima solo fra intimi, mentre invece adesso grazie a Internet, con gruppi di giapponesi o di americani dall'altra parte del mondo, ma combattivi quanto loro… L'altro giorno parlando con lui mi confidava, in maniera determinata, l'intenzione che aleggia per le strade del paese, ossia di formare delle ronde di volontari che vigilino per le strade della città, in seguito ad un paio di furti che sono avvenuti negli ultimi tempi nelle case della zona. Bene – ho pensato – questo è l'inizio della fine. Mi sono immaginato mio cugino con la pistola di plastica della Nintendo di quando eravamo piccoli, andare in giro con i suoi amici per le strade deserte di Pianoro Vecchio, gonfi di eccitazione, sobbalzando al più piccolo fruscio o inseguendo un gatto che stava comminando in modo sospetto. Forse mai da quando sono un osservatore della vita pubblica del nostro paese mi era capitato di avere la sensazione di essere davanti alla deliberata demolizione di uno dei principi cardine su cui si fonda lo Stato di diritto europeo: l'utilizzo esclusivo della forza da parte dello Stato e dei suoi rappresentanti. Questo principio sostiene la nostra civiltà e il nostro modo di vivere, resi tali proprio dalla consapevolezza che ognuno di noi ha affidato la tutela della propria sicurezza ad un'istituzione più alta, imparziale e uguale per tutti. Le degenerazioni che possono seguire a un provvedimento come quello che si introduce con il decreto sulle ronde sono di una gravità inimmaginabile: nessuno e dico nessuno di coloro che si presta a questo tipo di servizi lo fa con un genuino spirito di solidarietà e volontariato. Le opportunità di fare del volontariato non si contano neanche: prendersi cura delle persone anziane, ripulire le strade, aiutare bambini malati, sono solo alcune delle buone azioni che si possono fare se si ha a cuore il benessere di tutti. Le persone che prendono servizio nelle ronde però, non farebbero nessuna di queste attività perchè non sono abbastanza coraggiose per farlo. Infatti ci vuole molto più coraggio a prendersi cura di una persona malata che ad andare in giro di notte sentendosi dei piccoli Charles Bronson con una ridicola casacchina fluorescente. I principi che animano le ronde sono ben lontani da quelli solidali: sono l'esaltazione della giustizia fai da te, sono il “io sono la legge” alla Giudice Dredd, sono la rievocazione di tempi andati – “Ah, quando c'era lui..”- e questo è di una pericolosità che anche un bambino dovrebbe capire (non mio cugino però..). È pericoloso perchè le persone che scendono in strada la notte animate da questo spirito, non lo faranno mai completamente disarmate, proprio perchè loro sono lì per cercare il criminale, per fare vedere che dove non arriva la polizia arrivano loro. E se sai che vai a “caccia di cattivi”, non ci vai armato solo di un cellulare e di tanta buona volontà. E questo è uno solo dei problemi. Infatti ancora più inquietante è il fatto che questi piccoli supereroi vanno in giro con delle divise sponsorizzate dai partiti e possono ricevere sovvenzioni private. Questo porterà in breve tempo a creare una sicurezza privata politicamente schierata senza alcuna legittimazione e sopratutto senza alcuna esperienza, se non quella di ex agenti delle forze dell'ordine (chissà perchè “ex”…) o di gente patita di videogiochi che guarda troppi film d'azione. La sfera del legittimo e dell'illegittimo, del legale e dell'illegale, di quello che possono o non possono fare, ne uscirà talmente sfumata, che creerà un pasticcio schifoso in cui la polizia, già delegittimata, a corto di uomini e senza soldi, dovrà mettere ordine. Inoltre avrà ancora più lavoro di prima, perchè l'esistenza stessa di queste organizzazioni rappresenterà un motivo e un desiderio di ribellione per tutti coloro che fino a quel momento avrebbero più o meno tranquillamente accettato di sottostare alla polizia, ma che ora non hanno alcuna intenzione di sottostare agli ordini di ronde di invasati. E questo li istigherebbe a reagire, magari con azioni punitive, con atti vandalici o, magari, organizzandosi in altre squadre e indossando un'altra divisa di colore opposto..
Senza voler essere accusato di eccessivo pessimismo è doveroso fare un parallelo con le organizzazioni di polizia privata o addirittura paramilitari di paesi dell'America Latina che vengono definiti del terzo mondo proprio per il basso tenore di vita e per la pericolosità delle loro città. Le organizzazioni di criminalità organizzata in giro per il mondo, da Cosa Nostra agli studenti Talebani in Afganistan, sono nate come servizi che vendevano sicurezza laddove non arrivava il controllo delle istituzioni.
Questo clima di paura in cui viviamo da un mese a questa parte creato a regola d'arte dalla strumentalizzazione che si è fatta del problema della sicurezza, deve cessare in fretta sperando senza lasciare troppi danni alle sue spalle. Si dovrebbe iniziare facendo capire alle persone tanto pronte ad imbracciare armi di fortuna e così dedite alla causa da organizzarsi in turni durante tutta la notte, che queste energie possono essere usate per fare qualcosa di veramente utile alla comunità e che lascino fare il “lavoro sporco” a chi è pagato, addestrato e sopratutto legittimato per farlo. Scendiamo per le strade e anzi che la sicurezza fai da te, organizziamo il divertimento fai da te, ridiamo vita agli angoli di ogni città e illuminiamo i luoghi bui con la musica e non con torce o casacche fluorescenti. Così magari anche mio cugino si convincerà che se anzi che andare nel parchetto di Pianoro sperando di vedere un ombra in lontananza che si fuma una canna ci andasse con una friggitrice e quattro sfogline, e facesse crescentine a 1 euro per tutto il paese saremmo tutti più felici e più grassi.

2 Commenti

  1. caro Michele,
    questo articolo guarda sotto un altro punto di vista un problema che spesso discuto nel contesto economico, quello della relazione tra stato e mercato, se preferisci tra pubblico e privato. La giusta domanda è: quali poteri e competenze è possibile delegare ai privati? dove sta il limite? e quali sono le regole necessarie affinchè un'attività di interesse pubblico, come può essere l'erogazione di acqua potabile o la sicurezza, rimanga tale anche quando delegata ai privati.
    escludendo alcune sfere universli, non sono contrario a priori all'accompagnamento del privato al pubblico, ma alla sola condizione che la regolamentazione del privato sia chiara ed efficace, continuando a garantire l'interesse pubblco e universale.
    Quali sono le regole da applicarsi al caso delle ronde? cosa deve fare una ronda per registrarsi ufficialmente e quali sono i poteri e gli strumenti che gli verrebbero riconosciuti??
    In un ottimismo ingiustificato mi immagino delle ronde responsabili che operino per garantire un concetto di sicurezza, più ampio della sicurezza notturna contr microcriminalità, am che si estenda alla sicuresa sul lavoro o alla sicurezza ambientale. Ronde con il potere di richiedere l'intervento immediato delle forsedell'ordine quando pratiche abusive e inquinanti vengono rilevate, o quando un cantiere che non rispetta le norme di sicurezza sul alvoro viene rilevato..
    riletta con una chiave di lettura, le ronde potrebbero anche legittimare e rendere più effettive le vere associazioni sociali di cui parli nel tuo articolo che però hanno oggigiorno una limitata capacità di intervento nel contesto in cui operano.
    secondo me questo tema andrebbe approfondito ulteriormente..
    saluti e complimenti, continua a scrivere

  2. Ciao Michele,
    non sapevo scrivessi. Sono rimasta impressionata e condivido la maggior parte di quanto dici.
    E se vendessimo anche un po' di torta fritta con la spalla cotta?

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