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Scritto da nel Bologna, Numero 56 - 1 Marzo 2009 | 11 commenti

Il punto di tangenza

Il punto di tangenza tra ciò che è possibile e ciò che è voluto, sotto l’assioma di non sazietà, rappresenta il punto di ottimo. Tale affermazione, vera, potrebbe non essere sufficiente a vincere le elezioni. La sfida che sta di fronte al PD bolognese riguarda, in questo momento storico, la sfida della sinistra mondiale, le ragioni del suo radicamento sociale, l’efficacia della sua proposta politica.

La candidatura di Flavio Delbono ha compiuto, all’interno della coalizione del centrosinistra bolognese, la ricomposizione della frattura apertasi nel 1999. Già allora il professore di Microeconomia del sottoscritto era in rampa di lancio per candidarsi a Sindaco, ma la rottura tra l’ex primo cittadino Vitali e l’allora segretario DS Ramazza portò alla scelta di Silvia Bartolini e alla sconfitta della medesima contro Guazzaloca.
Tale sconfitta, maturata nella calura del secondo turno elettorale, è dipesa principalmente dal fatto che la candidata si è mostrata troppo fragile per reggere l’urto che l’ha travolta.
A livello locale la feroce lotta tra il Sindaco e la Federazione aveva da un lato creato consistenti quanto infondate aspettative di miglioramento e dall’altro indebolito la fervente attività della precedente amministrazione locale, mentre il governo nazionale di Massimo D’Alema era sotto il tiro dell’Asinello di Prodi, verso il quale guardava un certo mondo che già pensava al Partito Democratico: ghiotta occasione per assestare un colpo mortale alla sinistra riformista.

Nel 2004 la figura di Cofferati ha monopolizzato l’immagine e la politica della sinistra bolognese. Giunto con la caratura nazionale che gli è propria, ha stravinto. Negli anni del suo regno ha imposto alla città alcune linee politiche chiare, sulle quali la sinistra nazionale si trovava e si trova in una posizione di retroguardia: legalità, ordine, rispetto del sonno, regole del traffico (1).
Ha realizzato provvedimenti attesi da anni (come Sirio), ha salvato dalla piena del fiume gli sfollati dal Lungo Reno, ha risolto il problema dell’occupazione abusiva in via Casarini ereditato dalla precedente Giunta, ha inchiodato alle proprie responsabilità i locali di via del Pratello (1). In sostanza ha preso le contraddizioni della sinistra e le ha gettate nel centrodestra, che ancora adesso fatica a trovare un’identità comune in città, men che meno sui programmi concreti.
Ha rappresentato una faccia della sinistra, riformista e di governo, che ha risposto a suo modo ai temi sui quali essa sta soccombendo a livello nazionale ed europeo e nel farlo ha affrontato a muso duro i temi che avevano lanciato Guazzaloca nel 1999: sicurezza e traffico. Ha reso Bologna un modello nazionale, esempio per altre amministrazioni, nonostante la ‘bolognesità’ imperante sui media e nelle consorterie.

Il PD lo ha sostenuto, ne ha subito l’abbandono, e applicando la nuova regolina delle primarie ha scelto il prof Delbono, compiendo un percorso circolare da Bologna a Bologna.
La domanda è se in questo girotondo siano stati raccolti tutti i semini o se gira solo la testa.

Il PD è ancora sotto assedio: ha un segretario nazionale a tempo, mostra una certa ritrosia a difendere l’opera del Sindaco uscito, non convince i militanti e non raccoglie iscritti, non ha un’opinione sulle questioni che ne definirebbero l’identità (ultimo il fine-vita e i temi etici, ma anche i diritti civili e le libertà personali).

Bologna, secondo i vertici locali, insieme a Firenze ne rappresenterebbe la Stalingrado. Occorre capire perché Stalingrado dovrebbe difendersi. Questa la domanda alla quale, volente o nolente, Delbono dovrà rispondere.
In un partito in agonia la voce degli eletti è l’unica voce che i cittadini possono ascoltare, comprendere ed eventualmente condividere e sostenere.

Votiamo Delbono per difendere la verità del punto di tangenza dell’ottimo vincolato? Per difendere le telecamere o il divieto di bere alcolici? Per non difendere niente e cambiare sindaco scegliendo una mediocre bolognesità di centrosinistra aperta ai mantovani e finalmente fuori dal palcoscenico nazionale?

Caro professor Delbono, in una campagna dove ai programmi sono state sostituite le personalità – come fossimo a un concorso di Miss o come se voi candidati sindaci foste nella casa del Grande Fratello – un candidato civico libero da ogni responsabilità politica e vincolo elettorale potrà trovarsi a suo agio. Tocca a lei, candidato in pole position e del 'partito', fare l’andatura del gruppo. Tocca a lei trovare il punto di tangenza tra le esigenze della città e la politica della sinistra riformista.

(1) Il sottoscritto non ha bisogno qui di esprimere i propri distinguo già espressi in precedenza da queste pagine, , .

11 Commenti

  1. per una sana par condicio bisognerebbe informare Del Bono di questo articolo, sperando risponda come ha già fatto Pasquino

  2. Del Bono ha fatto parlare di sè soprattutto per i cartelloni elettorali “Scegli Bologna, vota Del Bono”.
    La prima critica mossa dalla opinione pubblica è che per un cittadino bologense sarebbe difficile scegliere un altro comune diverso da Bologna, se non cambiando residenza. La seconda riguarda il coinvolgimento del PD, che Del Bono rappresenta in qualità di vincitore delle primarie. Perchè nessun simbolo, nessun riferimento esplicito al partito che rappresenta? perchè non scrivere “Scegli il PD, vota Del Bono”?
    Si può cercare una spiegazione nel vortice che ha colpito il PD nazionale, ma non trascuriamo le logiche municipali del Partito. Del Bono ha il compito di fare l'andatura del gruppo, ma dai media non si capisce fino a che punto il gruppo PD bolognese intenda effettivamente farsi guidare dall'ennesimo esponente della Margherita che, insieme ad Errani, andrebbero a ricoprire i due ruoli principali della regione.
    Sono l'unico ad avere l'impressione che Del Bono nan abbia l'appoggio unanime del suo partito?

  3. Stefano,

    dopo aver visitato il sito del PD Bologna sono d'accordo con te.

    Andate su
    E' ridicolo…

    NON SI TROVA IL NOME DI DEL BONO IN TUTTA LA PAGINA…E QUI SI PARLA DEL CANDIDATO SINDACO DEL PARTITO, DEL SITO DEL PARTITO LOCALE A 3 MESI DALLE ELEZIONI!!!!!

    EUTANASIA AL PD.

  4. Quasi dimenticavo…
    Se invece si va sul sito di Del Bono (www.flaviodelbono.it), che e' ora attivo, non si trova una menzione una al PD!!!

  5. I siti non li sapete leggere, infatti Delbono è scritto tutto attaccato.
    Detto questo non credo che la politica dipenda dai loghi e dai link tra i siti.
    Delbono ha fatto parte della Margherita in quota prodiana, era già assessore con Vitali, i candidati alle primarie lo sostengono: non è un estraneo, anzi rappresenta una sintesi tra le diverse anime del partito.
    Mi pare che il PD faccia in buon ordine la sua parte organizzativa mentre mi auguro che il candidato sindaco sappia metterci la politica, tema che affronto nell'articolo.

  6. come già scrivesti tu, Tobia, il legame tra politica e comuicazione è molto forte..quello che ci chiediamo è se effettivamente i segnali che arrivano dalla comunicazione mediatica elettorale di delbono e del PD rifletta la situazione politica interna.
    ma se pensi che loghi e link non siano indicativi guardiamo alle dichiarazioni pubbliche. Delbono dichiara di voler fare 4 nuovi parcheggi. La replica pubblica dell'assessore del PD fa più o meno così “forse Delbono dovrebbe informarsi meglio, tre dei quattro parcheggi sono già in via di progettazione”. perchè una tale dichiarazione pubblica, se non per screditare Delbono? ai fini elettorali non sarebbe meglio che l'assessore Zamboni dia queste informazioni a Delbono privatamente? Se Delbono dichiara di non voler fare il Civis, perchè l'assessore del PD dichiara pubblicamente di voler andare avanti con i lavori, dimostrando di essere fedele alla linea del sindaco uscente, ma contrastando quella del sindaco candidato dal suo partito? la continuità tra cofferati e delbono stenta e in questo modo il PD bolognse mostra di avere forti contraddizioni interne. contraddizioni che la comunicazione mediatica, dei loghi e dei link, mette in luce fin troppo facilmente.
    Personalmente ho l'impressione che nel PD sussista un rompete le righe generale che non aiuta la definizione di una posizione unanime e unica. poi le diversità di vedute interne al partito ci possono essere, è normale, ma sarebbe più utile che rimanessero interne e non manifestate ai giornali
    saluti

  7. Oddio…
    Tobi, o sei stato in letargo negli ultimi 15 anni o sei impazzito…

    “Detto questo non credo che la politica dipenda dai loghi e dai link tra i siti.”

    Ma stiamo sempre parlando dell'Italia no?
    Il paese dove il Re dei Mass Media e' anche Presidente del Consiglio?
    Quello in cui con un'attenta campagna stampa si puo' diventare Dio??

    Secondo me solo il PD non ha ancora capito che sono cosa come queste che ti fanno perdere le elezioni…specie in tempi di crisi…

    E, per inciso, i siti li so leggere…Delbono o Del Bono che sia, la sostanza e' che sembrano due separati in casa…

  8. PS…immaginate se nel PDL un assessore comunale qualsiasi facesse la stessa cosa: screditate o contraddire il candidato sindaco di Forza Italia in pubblico a 3 mesi dalle elezioni…

    Oppure se un candidato sindaco del PDL si “dimenticasse” di mettere sul suo sito uno dei quei bei loghi azzurri con scritto sopra “Berlusconi Presidente” oppure ” Silvio Berlusconi per Formigoni” (o chicchesia)…

    Secondo me l'ira di Berluskane si abbatterebbe sul malcapitato…che di sicuro non passerebbe 5 bei minuti…

  9. Invece se ci fosse il logo e il link andrebbero d'amore e d'accordo Delbono e Zamboni?
    Non credo.

    Mi spiace che vi fermiate a guardare il dito, così come i mass media normalmente fanno per alimenatre nocivi gossip elettorali, e non la luna che è la politica del traffico.
    Delbono si sta in parte smarcando da un certo oltranzismo della Giunta uscente, il che personalmente non mi dispiace. Se poi i parcheggi sono già in costruzione direi che le differenze non sono poi così marcate.

  10. Comunque che cosa facciamo: L'Arengo che si fa imporre i dibattiti dalla stampa locale, o siamo noi che decidiamo i temi su cui discutere con i candidati?

    Altra cosa, certo non credo che la vittoria di Berlusconi potrebbe essere così tanto robusta senza una forte struttura e proposta politica, che in effetti ha all'uopo realizzato.

  11. ottimo punto..dovremmo essere noi a decidere i temi su cui discutere..
    credo comunque che questo dibattito non si discosti dagli interrogativi che poni nell'articolo..quali ragioni per votare Delbono? Delbono per la sua persona ed esperienza tecnica? Per la continuità nella governabilità della città in linea con la politica di Cofferati?

    nei commenti sottolineiamo che, da un lato, la rottura con la giunta uscente e con la linea politica di ciofferati, sta avendo dei controffetti mediatici (il litigio in casa non ispira fiducia) dall'altro constatiamo la scelta di Delbono nel puntare più sulla sua figura che sul PD?

    secondo me rimane il fatto che per un cittadino chiamato al voto è importante capire le relazioni che intercorrono tra Delbono e il PD, perchè anche se egli decide di improntare la sua campagna elettorale sulla linea civivca-persona, un domani, dovesse vincere le elezioni, si troverà a fare i conti con il suo Partito. di questo tema ne va la governabilità della città.
    o faccimao come Cofferati che fa bel viso a cattivo gioco? che fa la campagna di coalizione e poi, appena eletto, rompe con gli alleati che lo avevano sostenuto? anche questo è un tema di cui non si parla. Corre da solo? con i verdi? con rifondazione?
    nemmeno di questo si parla tanto

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