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Scritto da nel La Cantina del Viaggiatore, Numero 52 - 16 Dicembre 2008 | 1 commento

Ancora Natale

Eccoci. Finalmente. Natale.

Questa festa, che inizia a dare le prime avvisaglie a Ferragosto con Babbi Natali giocatori di Beach Volley, che si mostra con non troppa timidezza a settembre con Panettoni e Pandori, con prime coreografie Natalizie che fanno capolino con crescente coraggio a ottobre, dove a novembre i vari dolci natalizi urlano i propri diritti chiedendo matrimoni (a volte improbabili) con Novello e Cagnina, dopo tanto spasmodico bombardamento (tra qualche anno che faranno, inizieranno a parlare di Natale dopo Pasqua?) è arrivata.

In dono ci porterà spese, regali, chili e gran mangiate.

Abbuffate alle quali però non bisogna farsi trovare impreparati, commettendo errori grossolani solo perché insiti nella stragrande maggioranza degli immaginari collettivi.

Bologna la grassa, si sa. A Natale col freddo ci vuole del gran brodo grasso. E cosa far affogare nel brodo grasso? Mo ovviamente dei bei e succulenti tortellini!

Cosa abbinare a questo portento di Dio? Tradizione vuole, o forse tradizione voluta dai produttori dei colli bolognesi, il Pignoletto. VADE RETRO SATANA! Niente in contrario al Pignoletto, che con alcune aziende ha raggiunto livelli di eccellenza (vedi Vallona col Permartina e Primedizione, Bonzara col Vecchie Carrate, Isola e tanti altri). Niente di più sbagliato…

Al massimo un Pignoletto frizzante, ma non sarebbe comunque un'unione felice. Meglio un bel rosso, soprattutto se "condito" da qualche simpatica bollicina.

Per rimanere in casa una bella Barbera Frizzante dei Colli Bolognesi, se invece vi siete ripresi dallo choc della secchia rapita un bel Labrusco secco.

Altra aberrazione che spesso si trova. Lo spumante con i dolci.

Allora, va bene che i francesi dicono che lo Champagne si abbina con tutto, voi ascoltateli fino al secondo…poi sul dolce fate finta di non capire.

Ovvio che sto esagerando, perché nel caso di un bello Spumante Dolce, a seconda del Dolce, il sodalizio cibo vino sarebbe più che soddisfacente. Vi consiglio al riguardo, se non soffrite di esterofilia acuta, un Placidia Oro di Ca Rossa, prodotto in quel di Bertinoro, spumante dolce con aggiunta di passito; dotato di un bel corpo, e che grazie ad una buona acidità e alla effervescenza non risulta stucchevole. Oltre al palato ne guadagna anche il portafoglio rispetto ad uno Champagne.

O perché non abbinarvi un bel Moscato d’Asti. Gradazione alcolica bassa, che di questi tempi non guasta, profumi meravigliosi e sapore inconfondibile: sembre di bere veramente dell’uva.

O se no un bel passito, e qua la penisola italica ci offre svariate possibilità. Un bel passito di Pantelleria ovviamente, ma nel caso Angelo (collega dell'arengo n.d.r.) ritardi il rientro ci si puo’ buttare nell’altra isola, per un ottimo Angialis. O perché non tornare sull’Albana, che nella versione Passito ha probabilmente la sua migliore espressione? Lo Scacco Matto della Fattoria Zerbina ha giusto vinto qualche anno fa il titolo di Miglior Passito d’Italia, e si possono trovare anche prodotti molto più abbordabili, vedi Ultimo giorno di Scuola dell’Ipsaar.

Tranquilli, che a Gennaio riprendono gli allenamenti.

1 Commento

  1. Rubinazzi sei un idolo!!!!

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