Fratello Pratello
La recente vicenda dei locali bolognesi di via del Pratello che hanno subito l'ordine di chiusura tra le 22 e le 6 pone serie domande alla classe dirigente che si appresta ad affrontare le elezioni.
La linea di Cofferati ha vissuto così il suo apice: non rispettate l'ordinanza, vi chiudo. Legalità. Punto e basta.
Non conosco quale sia l'opinione maggioritaria dei cittadini bolognesi: data la tipica abitudine di non esprimere opinioni in contro tendenza, in questo caso immagino essi siano piuttosto confortati nel prendere le distanza dal Sindaco e dalla Giunta uscente. Credo tuttavia che in generale tra le ragioni di chi frequenta la notte e chi vuole dormire, la tendenza di chi non trascorre la notte in via del Pratello sia quella di stare dalla parte di chi l'indomani deve lavorare. Al di là del fatto che la maggioranza dei nottambuli siano studenti senza diritto di voto e con l'incoscienza rumorosa dei 20 anni.
Il problema dell'amministrazione è, tuttavia, sempre lo stesso: come conciliare le ragioni di entrambi e la convivenza civile? Come rendere viva una città sia di notte che di mattina?
L'ordinanza comunale ritiene responsabili i locali rispetto agli schiamazzi eventualmente lanciati nell'area di 20 metri dall'ingresso.
La mia opinione è che l'ordinanza comunale sia inefficace, oltre che ingiusta.
1 – Non è possibile scaricare sui gestori dei locali delle responsabilità di ordine pubblico che spettano a Questura e Prefettura. Ognuno è responsabile per se stesso e questa inversione dell'onere della prova a carico dei baristi travisa l'ordine normativo
2 – Le attività economiche sono meritevoli di essere tutelate, mentre un provvedimento di chiusura sostanzialmente impedisce la possibilità di lavorare con la redditività prevista per ripagare i debiti con le banche contratti in sede di avvio dell'attività.
Sia chiaro che è giusto che le regole siano rispettate che se i locali in oggetto fossero luoghi dove vengono praticate attività illegali sarebbe doveroso chiuderli e incriminarne i gestori. Ma non è questo il caso.
Qui stiamo assistendo, invece, a licenziamenti senza giusta causa in base ai quali se il mio collega di scrivania schiamazza, vengo licenziato anche io che non intervengo.
Il tutto in base a un'ordinanza che impone, come al solito in Italia, una burocrazia amministrativa non sostenuta da fondamenti di legge.
Ottimo articolo Tobia.
l'analisi non fa una piega
E' vero o non e' vero che i locali chiusi (4 su decine!) avevano ricevuto gia' numerose multe? Se e' vero non si capisce perche' via del Pratello debba essere al di sopra del rispetto delle regole, se vuole esserlo si faccia eleggere in Parlamento!
Io mi limito a contestare il meccanismo dell'ordinanza, cioè la regola in sè, perchè ingiusta verso le attività e inefficace verso il miglioramento della qualità di vita al Pratello.
Non entro nei dettagli legali delle multe, che ignoro.
LE multe prese precedentemente dai locali credo riguardassero il non rispetto delle ordinanze passate del Sindaco, che imponevano l'onere di tenere pulita la strada, l'impossibilità di stazionare fuori dal bere con un bicchiere in mano e altre piccole regole che esistono solo a Bologna (a FErrara non ci sono, ma neanche in città con molti più locali)..se una persona compra una birra al supermercato, se la porta fuori e la beve in strada dopo le 22.00, allora sarà il locale adiacente a pagare..un ribaltamento dell'onere della prova quanto mai singolare..
e poi anche io ho ricevuto alcune multe da quando guido, ma l'amministrazione amministrativa è uno strumento legale (ed economico) ben diverso dalla confisca del bene
la sanzione amministrativa è uno strumento legale (ed economico) ben diverso dalla confisca del bene, pardon
chiudere alle 22 non e' una confisca! Invece per alcune violazioni al codice della strada e' proprio prevista la confisca del mezzo!
è vero, imposizione della chiusura alle 22 non è confisca ma vuol dire fallimento indotto dell'attività commerciale
I cinque locali chiusi sono quelli più frequentati… anche se ce ne sono tanti altri, quei 5 locali facevano la differenza. Basta farsi un giro al pratello durante la settimana per accorgersene.
la chiusura dalle 22 è una vera e propria confisca mascherata, perchè porta immediatamente al fallimento. uno dei bar in questione un giorno fino alle 22 ha guadagnato 50 euro!
20 persone non hanno più lavoro.
Solo i bar che son stati chiusi hanno avuto controlli mirati almeno tre volte a settimana.
Secondo un volantino, stilato il primo giorno dell'ordinanza dai baristi:
“1.solo uno di questi locali ha avuto nell'ultimo anno una multa per schiamazzi.
2.nessuno di questi locali ha avuto multe per inadempienza all'ordinanza che vieta la vendita di alcolici da asporto dopo le 22.
3..4.nessuno dei locali ha mai ricevuto un verbale per la violazione dell'orario di chiusura
etc etc…”
nessun ammonimento previo su questa ordinanza ( ai bar e,del resto, neanche alla giunta e alla vicesindaco!).
Comunque mi pare sia interessante discutere non sulla quantità di multe ma sulla qualità dell'ordinanza che le giustifica.
Condivido pienamente la critica all'utilizzo ingiustificato e unidirezionale dello strumento al solo fine elettorale, o comunque propagandistico (visto che il gentil sindaco ha deciso di non ricandidarsi).
Che sia ingiustificato è ben evidente dall'articolo di Tobia.
Vorrei invece sottolineare il carattere unidirezionale non solo riguardo al diverso trattamento che si è avuto nei locali di via del Pratello, ma riguardo al diverso trattamento che è stato riservato a TUTTA via del Pratello rispetto ad altre zone di Bologna. Mi riferisco in particolare ai locali di vai Zamboni, molto più importanti dal punto di vista commerciale e cui azione di lobby è più incisiva (Irish, English, Lord, Ristoro….. se non erro sono di un unico proprietario);
ma soprattutto mi riferisco alle zone che ospitano i locali frequentati dalla Bologna Altolocata, che vede tra i suoi adepti in primis ragazzi di bologna -elettori- (molti di quei “giri” sono i bolognesi che tutti i fuorisede si chiedono dove stiano), in secundis i figli di eminenti personaggi di Bologna. Le zone a cui mi riferisco sono quelle del Quadrilatero tra via Orefici e via Clavature, con i loro locali “NU LOUNGE” o “CASAMATTA” che ripropongono dinamiche in fin dei conti non dissimili a quelle di Via del Pratello con schiamazzi e baldoria varia, con la solo differenza che alle 3 del mattino se ne vanno via sbronzi in porsche….
P.S. spero che il riferimento di FAUSTO #2 al farsi eleggere in parlamento per essere al di sopra delle regole fosse ironicamente provocativo
Torno al merito.
Alla domanda che pongo 'quale convivenza è possibile' voglio purtroppo sottolineare che la risposta di chi ha dato vita alla notte bianca di venerdi e sabato è stata 'nessuna', tanto da costringere gli osti colpiti dal sindaco a prenderne le distanze.
E a me interessa che cosa sarà delle loro attività ingiustamente chiuse e di chi vuole vivere il Pratello fino a tardi, bevendo fuori e chiacchierando, nel rispetto di tutti.
Una importante causa del degrado a Bologna secondo me sta nell'assenza dei bolognesi che spesso non vivono il centro, o il Pratello, mentre chi lo vive non è in grado di gestirlo ed è costretto a subire schiamazzi gratuiti e provocatori e a raccogliere vetri rotti. In questo vedo un ulteriore limite dell'ordinanza e in generale delle capacità reali dell'amministrazione (e poi vedremo che cosa si inventerà la prossima): insomma un limite della città.
Se quella vista lo scorso fine settimana fosse la convivenza voluta da chi è contro l'ordinanza, l'unico sistema per riprendersi Bologna è chiuderla e rifarla daccapo. Significa che un'alternativa civile che interessa a me non ha spazio.
E mi dispiacerebbe se non ne avesse neanche sul nostro Arengo.
Tobia secondo me la reazione di Venerdì e Sabato và vista come un atto di ribellione. E' vero che non è costruttivo, ma è servita per esprimere il senso di disagio e impotenza che alberga in tutti noi ogni volta che ci tolgono qualcosa in più. E' una maniera per dire “guardate che quello che state facendo non ci sta bene”.
Ciao,
condivido appieno il pensiero di Angelo, se venerdì e sabato ci sono stati degli eccessi(e ci sono stati), sono probabilmente imputabili ad un fallo di reazione su una “gamba tesa” ingiustificata. Se i locali fossero rimasti aperti, quel casino non ci sarebbe stato. Mi sembra peraltro eccessivo il disfare per rifare.Semplicemente, anche le formiche nel loro piccolo s'incazzano
Gamba tesa chiama punizione indiretta, fallo di reazione chiama espulsione. Seguono polemiche alla moviola, ma la sostanza non cambia, soprattutto per le piccole formiche che escono sconfitte.
Che in questo caso, da bravi cornuti e mazziati, sono la gente rimasta senza lavoro.
finora il problema era stato concepito come lavoratori che non dormono la notte contro giovani che invece di studiare fanno casino e impediscono l'altrui riposo.
da quesi articoli inevce emerge che il vero problema è lavoratori diurni che vogliono riposare la sera e lavoratori notturni che rischiano di perdere il posto..no è giusto che i lvoratori notturi paghino per le colpe dei clienti, e questo l'articolo del direttore responsabile lo spiega molto chiaramente. La soluzione proposta da Cofferati sembra quinid inefficaci, per le reazioni che ha suscitato, ed anche inefficiente ed iniqua..resta il problema principale e manca tuttora una proposta per risolvero..ma le pattuglie di polizia i pratello non rappresenta certamente la Bologan che vogliamo vivere
Certo Stefano, condivido in pieno che le pattuglie di polizia al Pratello non sono la Bologna che ci piace.
Ma ci riusciamo o no a costruire la Bologna che ci piace?
Siamo sicuri che sarebbe peggio se scambiassimo la presenza della polizia e dei buttafuori con il ritiro di questa sciocca ordinanza che impedisce di bere in silenzio per la strada e sta rovinando delle attività, sia ludiche che professionali? (ammesso e non concesso che lo scambio sia possibile e che a nessuno venga in mente di mettere i tornelli)
Perfettamente d'accordo, ma la gente era rimasta senza lavoro già da prima del fallo di reazione, e quindi la rabbia sfociata nella bolgia di venerdì e sabato(forse condannabile), non cambia di una virgola il punto focale della questione, che era già dato a bocce ferme.
Appunto. La bolgia non ha cambiato di una virgola il punto focale, mentre ha solo nascosto un po' le ragioni degli osti con i quali avrebbe dovuto solidarizzare. E' proprio questo che volevo sottolineare.
E il punto focale è quali regole per il Pratello e per la notte, domanda alla quale nè l'ordinanza nè la bolgia rispondono secondo me correttamente.
Il che rappresenta un limite della città, sia nella sua componente dirigenziale amministrativa che nella comunità diffusa.