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Scritto da nel Editoriale, Numero 48 - 16 Ottobre 2008 | 4 commenti

Diario di Viaggio

Qualcuno parafrasando il poeta potrebbe dire che due anni di arengo vogliono dire come minimo, se ci vivi dentro, insieme, esserti trovato più di una volta ad ascoltare i suoi dialetti, le voci che si confondono e che animatamente dibattono dei temi più microscopici come dei grandi problemi del mondo, delle regioni più sperdute del pianeta o delle capitali europee e mondiali, dei temi di più stretta attualità come di argomenti che altrove non hanno spazio.
Vogliono dire essersi ingarbugliati e districati in un ingorgo di parole, pian piano materializzate sullo schermo dal ticchettare delle nostre dita oppure da lì ripartite verso i nostri occhi, in ufficio o di notte, dalla nostra città o dai capi più lontani del mondo del nostro viaggiare.
Vogliono dire viaggiare nel tempo e nello spazio, grazie alla tecnologia del web che porta alla luce occasioni di conversazione, modalità libere di espressione, di confronto e comprensione delle persone che, per come funziona uno spazio come il nostro di n dimensioni, ci stanno vicine.

L'Arengo del Viaggiatore.
L'idea che possa esistere nella vita delle persone un filo conduttore in grado di accompagnarci tutti insieme verso la vita adulta. In grado di non abbandonare i nostri sogni da ragazzi universitari, quelle psichedelie fantastiche desiderose di cambiare il mondo, fuori dall'uscio del mondo del lavoro, perché un mondo senza la carica innovativa delle nuove generazioni non sarebbe in grado di affrontare le sfide del futuro globale.
La responsabilità di rendersi conto che non è tutto vero quel che vediamo, perché tra le righe ci sono i motivi di incomprensione e le difficoltà quotidiane che un'esperienza di aggregazione collettiva rendono evidenti.

Dalla notte del concepimento il feto è diventato un neonato, il bambino è cresciuto e ha fatto nuove amicizie. Adesso è diventato adulto. Per questo mi sento personalmente di ringraziare tutti coloro i quali hanno alimentato il piccolo corpicino che, quindici giorni alla volta, ha superato le malattie della più tenera infanzia e ci ha fatto crescere insieme a lui.

Adesso cammina con le proprie gambe e solo il tempo ci dirà dove potrà arrivare. Se prevarrà la dimensione dell'hobby o se il bozzolo riuscirà a trasformarsi – come in parte già sta mostrando di poter fare – in una farfalla ancora più libera e colorata. Le gambe sulle quali camminerà saranno proprio le nostre, quelle di chi vorrà portare in cammino le proprie idee.

Di chi dopo aver viaggiato, libero per le vie del mondo, sentirà il gusto di assaporare l'aria di casa, l'aria dell'arengo, con i suoi sogni e le sue realtà, le sue visioni e le sue parole.

A tutti noi, Buon Viaggio.

4 Commenti

  1. YEAH

  2. Belle parole caro Tobia, belle parole davvero.

  3. lacrime. applausi.

  4. Orgoglioso e commosso della fiducia accordatami.

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