Pages Menu
RssFacebook
Categories Menu

Scritto da nel Letteratura e Filosofia, Numero 40 - 1 Giugno 2008 | 3 commenti

3 Etti di Padre Pio

L'Italia, come recita l'andante popolare, è la nazione patria di santi e navigatori. Il mare, lambendo i tre lati della penisola, garantisce ovviamente una continua abbondanza dei secondi, mentre pare che negli odierni tempi di crisi, anche il mercato dei santi abbia subito una forte recessione.

Era quindi prevedibile, che la Chiesa dando prova della propria capacità imprenditoriale, non trovasse di meglio che disseppellire le vecchie glorie. La macabra esumazione di Padre Pio, che l'autorità ecclesiastica ci garantisce ben conservato, a parte la maschera di cera utilizzata per coprirne il viso ovviamente scarnificato dopo quasi 40 anni di tranquilla sepoltura, risponde forse, a questa logica di crisi.

In una prospettiva religiosa, è facile constatare come l'idolatria che il mondo moderno considerava un capitolo chiuso e relegato ai secoli bui del medioevo, si manifesti in realtà come una sorta di alter-ego pagano di cui il monoteismo cristiano-cattolico non è ancora riuscito a liberarsi: l'esposizione in una teca del sangue, delle ossa e della carne dell'idolo, rivitalizzano la fede sonnecchiante e donano vigore al versamento degli oboli, in maniera esponenziale rispetto agli statici santini.

Questa discutibile mise en scène, retaggio dei feticci tribali innalzati a maggior gloria del panteon, dimostra in modo evidente, come in Italia non sia stata ancora risolta la drammatica sovrapposizione tra religione e superstizione, la quale, dovrebbe essere combattuta in primis, da quanti si professano cristiani. Accanto a questi aspetti antropologici, si potrebbe esteticamente osservare la totale mancanza di gusto intimamente legata a questa vicenda: una sorta di morbosa ossessione voyerista, anima ad un tempo gli espositori ed i guardoni, sovrapponendosi a quella pietas cristiana che dovrebbe essere l' ingrediente essenziale della fede: un sentimento privato e raccolto.

La chiesa, da un lato si è mostrata in modo ineccepibile una fiera custode della tradizione, dal ripristino della messa in latino alla difesa del celibato ecclesiastico, non ha concesso alcun distinguo alla validità assoluta, e quindi a-storica del dogma; mentre in altri casi, è innegabile come li stessi fautori della tradizione, non abbiamo saputo mantenere la stessa rigidità morale mescolandola ad una punta di utilitarismo.

La folla oceanica, il tifo da stadio, e le fotografie con i cellulari che hanno accompagnato i funerali di Papa Wojty³a coi placet vaticani, possono forse essere letti come un'anticipazione o una conferma, dell'utilizzo mediatico da parte della chiesa di manifestazioni, che per la loro essenza, dovrebbero manifestarsi nel raccoglimento, in quanto eminentemente religiose.

L'infelice esumazione e l'utilizzo medioevale della reliquia, impongono un paio di considerazioni inattuali: la prima, riporta alla memoria le stimmate fasulle ed il successivo decreto ufficiale di sconfessione di Padre Pio da parte del Sant' Uffizio, datato 31 maggio 1923, e mai revocato, la seconda invece, una volta abbandonato l'altissimo ed evanescente ambito teologico, riguarda più prosaicamente l'indotto commerciale legato alle 600 visite all'ora per 12 ore al giorno, ed un afflusso giornaliero stimato in circa 7000 fedeli.

I commercianti della fede, obliterati i biglietti, ringraziano.

3 Commenti

  1. Iscriviti alla rivista è molto bella. M

  2. quale rivista?

  3. COmplimenti Antonio, bell'articolo

Lascia un commento a Anonimo Annulla risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>