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Scritto da nel Numero 34 - 1 Marzo 2008, Politica | 2 commenti

I giovani e il PD

Walter Veltroni ha causato un mezzo terremoto politico annunciando la candidatura, come capolista nel Partito democratico, di Marianna Madia. L’identikit tracciato dai giornali è più o meno il seguente: 27 anni, bionda, bella, ha lavorato con Enrico Letta, collabora con Giovanni Minoli, ha ringraziato pubblicamente entrambi, suo padre faceva l’attore prima e poi è stato consigliere comunale nella lista civica del sindaco di Roma. Quello che la maggior parte dei media ha lasciato in penombra è che Madia è anche autrice e conduttrice di una trasmissione – ecubo – che tenta di porre i problemi dell’ambiente e dell’energia in una prospettiva “generazionale”. E non è stato scritto che Madia ha curato un libro – “Un welfare anziano” – dedicato alla crisi dello Stato sociale. Si può e si deve essere critici verso le sue posizioni: ragionevoli ma molto moderate sulla previdenza, estremiste e sbalestrate sull’ecologia. Quello che non si deve e non si può fare, invece, è prendersela con lei perché è giovane e bionda. Avere meno di trent’anni, nell’Italia degli ultraottuagenari, non è una virtù: e strappa un sorriso che un paese dilaniato dalla polemica sull’inossidabilità dei vecchi si trovi compatto nel lapidare una donna (per favore, chiamatela donna, non ragazza, come si fa nel resto del mondo con una persona maggiorenne e vaccinata) che ha appunto l’unica colpa di non essere ancora in menopausa.

Ma c’è un modo ancora più squallido di prendersela con Madia. Sul sito della rivista Formiche – che solitamente si contraddistingue per le sue posizioni pacate e intelligenti – è comparso un editorialino che l’accusa di essere figlia di papà. Squallido, perché suo papà è morto nel 2004. E stupido, perché Marianna Madia non è una parvenu pescata dal cilindro, ma una persona che ha dato prova di avere cervello. Volete attaccarla? Benissimo: criticatela su quello che dice e scrive. Prendetevela con lei per la sua dichiarazione d’esordio un po’ stucchevole. Oppure mirate a Veltroni, che l’ha esibita neanche fosse un trofeo nel loft. Ma comportarsi diversamente è un segno di debolezza intellettuale e totale assenza di buon gusto.

Andiamo, dunque, al merito. Madia afferma di voler utilizzare l’opportunità che le viene concessa per agire nel nome del pianeta. Cosa intende fare? Promuovere, in Parlamento, provvedimenti sulla falsa riga del protocollo di Kyoto? Il trattato sul clima è costoso e inutile, senza parlare dell’enorme mole di dubbi scientifici che ne minano le fondamenta (e che saranno discussi a New York a inizio marzo in una conferenza internazionale promossa dall’Heartland Institute con l’appoggio, tra gli altri, dell’Istituto Bruno Leoni). La candidatura di Madia offre l’opportunità di discutere su questo, e anche di polemizzare con lei e col suo partito (o con chi sta dall’altra parte e sostiene tesi non troppo dissimili) in modo perfino crudo. Parliamo di cose, per favore: prendersela coi boccoli è sciatto e incivile.

2 Commenti

  1. Ben detto!!!
    più contenuti e meno apparenza..una prima ricetta per risanare la poltiica e campagne elettorali sempre più vuote

  2. la Redazione comunica che l'articolo qui riportato è stato tratto dal blog http://www.realismoenergetico.blogspot.com su gentle concessione di Carlo Stagnaro stesso, per il quale logicament eringraziamo

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