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Scritto da nel Numero 32 - 1 Febbraio 2008, Tempo e spazio liberi | 2 commenti

All'improvviso uno sconosciuto

Mattina. Presto am o'clock. La sveglia suona. Inutile le lamentele “nooo mamma, ancora cinque minuti”. Se ne guarda bene dal svegliarmi al mattino…appena sveglio sono brutto anche per lei.

Non c'è tempo da perdere: faccia, vestiti, colazione e denti. In dieci minuti netti sono in macchina: non c'è tempo da perdere, meglio un minuto in più a letto che ad allacciarsi le scarpe.

Parto e mi accorgo alla prima svolta sbagliata che sto ancora dormendo: mi serve la Radio.

La radio, si! Questo prodigio inventato qua vicino, a Sasso Marconi (come lo dovevano chiamare d'altronde questo paese?), che ti parla senza chiedere che tu le risponda. Una delle poche parole italiane ad essersi imposte al di fuori dei confini del bel paese: pronunciata in mille modi, ma scritta in un modo solo.

La scelta è sempre tra loro due: Radio Città del Capo o Radio Due? Comunisti o PD? Parto con i comunisti, con le previsioni del tempo più belle a memoria d'uomo: mai pioggia è stata più ben accetta, mai risultate tropicali temperature siberiane…TI AMO METEREOLOGA!

Poi parte la trasmissione di rito…oggi parliamo di emissioni di CO2…”sempre argomenti leggerini” penso. Per l'amor di dio, bravissimi i conduttori, simpatici. In più la mia nuova coscienza ambientalista mi dice di ascoltare, quand'ecco irrompere la mia nuovissima coscienza di byker:”Vez, sta ban tranquel[1]: per consumare meno e ridurre le emissioni basta andare su una ruota sola!” e con una bella “penna” cambio stazione radio. ONLY THE BRAVE.

In derapata arrivo su Radio Due, i due conigli come al solito hanno lanciato non so che appello…o era una domanda…non ricordo…quand'ecco improvvisamente, prende la linea un genio. O forse un pazzo. O forse più semplicemente uno sprovveduto che non si è ancora accorto di essere al mondo.

“Buonggiornno Konnigli”. L'accento mi suona familiare. ”Chi sei e da dove chiami?” “Sono Ggavvvino e chiamo dalla Sarddegna!” Dissipato ogni dubbio.

I conigli gli pongono la domanda di rito (non me la ricordo, è inutile che insistiate). “Non, lo so. Io volevo solamente dirre che sono rimasto a piedi”.

Un piccolissimo, appena percettibile, momento di silenzio. Poi un probabile cenno d'intesa, tra regista e conduttori “COOOOSA, RACCONTA TUTTO”.

Gavino inizia a raccontare la sua storia: si trova lungo la statale che porta da Oristano a Cagliari, ha finito la benzina nel bel mezzo del niente, paesaggio molto frequente in Sardegna, e fa ampi cenni agli automobilisti affinché si fermino.

Per incentivare i soccorritori si è messo a camminare per strada brandendo una bottiglia vuota…

Non c'è ne: trattasi di un genio pazzo che non si è ancora accorto di essere al mondo!

Già me lo immagino: un cinghialomo che fa colazione con abba ardente, nota ai più come filu ferru, per le vitamine e un bicchiere d'abba friha perché i reni meritano rispetto. Dal letto alla macchina in un minuto, ma non per stare a letto come il sottoscritto, ma per coltivare un sano callo dell'avventore da bar, quello che si forma esattamente tra l'avambraccio e il gomito a forza di appoggiarsi al bancone.

I conduttori non hanno potuto fare altro che lanciare un appello in soccorso di questo mito, rassicurando che non morde e che non è offensivo.

Ora si che sono sveglio.

Grazie.


[1] “Vecchio, stai ben tranquillo”

2 Commenti

  1. Terrei a fare une precisazione all'autore.

    Sasso Marconi, ridente localita' ai piedi dell'Appennino Tosco-Emiliano, noto alle masse per aver dato i natali a Guglielmo Marconi (e per il pannello elettronico autostradale che riporta la scritta “Nebbia a tratti Roncobilaccio – Barberino del Mugello”), e' in realta' una Citta' e non un paese, come l'autore lo ha definito (direi quasi in maniera offensiva).

  2. ci terrei anche io a fare una precisazione.
    Guglielmo Marconi è nato a Bologna (più precisamente in Via 14 Novembre – di fianco a san Salvatore) e non a Sasso, che a quei tempi era sicuramente un paesino.

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