Auguri a Beppe Grillo
Il recente round elettorale ha segnalato alcuni smottamenti interessanti, tali da fare intravedere – tra le macerie di una fallimentare Seconda Repubblica – le basi di un suo superamento. Gli ultimi 20 anni, all'insegna del berlusconismo e lasciano alcune questioni aperte sul tavolo.
Il primo dato, preoccupante, è il feroce meccanismo tramite il quale tutte le prime file dei partiti vengono massacrati dal sistema mediatico-giudiziario: da D'Alema, a Prodi, a Berlusconi. Non stupisce che nessuno voglia più esporsi in prima persona. La seconda, potenzialmente migliore, è invece lo sdoganamento di una “democrazia allegra”, in cui la classe politica è diventata un soggetto come un altro del panorama mediatico, mostrando come nel mondo post-ideologico il modo di svolgere un ruolo pubblico è quello di scegliersi un personaggio e recitarlo. Il voto ai grillini è il desiderio di cambiare canale: è forse giunta anche in Parlamento l'ora della tv digitale?
In questo senso, la risposta del corpo elettorale in cui all'esaurimento dello spazio politico del Pdl fa da contraltare l'avanzata del Movimento 5 Stelle deve essere letta con attenzione, al fine di evitare che si ripercorrano gli schemi di una contrapposizione frontale tanto nociva per la democrazia. Un partito (eh si cari grillini, potete fare finta di niente ma nei fatti la democrazia così classifica i raggruppamenti elettorali) che raggiunge il 14% e conquista vittorie maggioritarie in centri importanti diventa un punto di riferimento per determinare il centro di gravità delle scelte politiche nazionali. Lo è stata la Lega Nord, lo è stato prima il Partito Socialista di Craxi. La mia sensazione è che alcuni elementi che portavano un certo voto di opinione a premiare Forza Italia siano adesso carte di briscola per i ragazzi del Movimento 5 stelle: la forte carica innovativa derivante da un'impolitica spensieratezza, la faccia tosta di parlare chiaro, il desiderio di proposte diverse da quelle precedenti. Una richiesta di innovazione e decisionismo è la chiave per capire verso che direzione i partiti tradizionali debbano muovere la proprio progettualità per rappresentare in una fase democratica nuova le istanze dei cittadini dei prossimi decenni. Il corpo elettorale deluso dall'attuale assenza di proposte, continua ad adottare la logica del 'proviamo'.
Sulle spalle dei nuovi eletti stanno diverse responsabilità. Il movimento che si candida sotto le insegne del comico genovese è molto variegato e l'errore da non commettere è quello di cercare di catalogarlo: va invece messo alla prova sull'amministrazione quotidiana, sfidando questi ragazzi a rendere vere le pratiche migliori che il mercato dell'innovazione politica e sociale può offrire all'ente pubblico. Il limite del berlusconismo è stato evidentemente l'intreccio di interessi personali che hanno reso di paglia la coda dell'ex premier; il limite dei grillini potrebbe essere un certo velleitarismo: l'augurio che mi sento di rivolgere ai ragazzi è quello di perseguire con trasparenza i propri obiettivi, perché solo da un impegno personale libero possono derivare occasioni di sviluppo e crescita. Questa l'eredità migliore di un Paese democratico.
La vera grande cosa che questi ragazzi stanno facendo è mettersi in gioco e anche se non condivido molte delle proposte del movimento, trovo particolarmente importante che questa nuova classe dirigente si candidi democraticamente a scalzare quella precedente individuando le nuove parole d'ordine. Tanto che la slavina sembra suggerire ai giovani degli altri partiti la direzione dell'impegno in prima persona: sarebbe un risultato eccezionale, visto che i più vecchi dirigenti di partito sembrano aver perso quella spinta e quella voglia, e potrebbe riportare la politica a quel ruolo di contro-potere rispetto alle clamorosamente gerontocratiche strutture del potere reale. Questo protagonismo ricorda in effetti i desideri dei ragazzi delle Primavere arabe.
La mia avvertenza è solo una. Quando scoprirete che nella stanza dei bottoni i bottoni non ci sono e vi troverete di fronte al problema di diventare adulti, non prendetevi paura ma aprite la porta.
Il primo dato, preoccupante, è il feroce meccanismo tramite il quale tutte le prime file dei partiti vengono massacrati dal sistema mediatico-giudiziario: da D'Alema, a Prodi, a Berlusconi. Non stupisce che nessuno voglia più esporsi in prima persona. La seconda, potenzialmente migliore, è invece lo sdoganamento di una “democrazia allegra”, in cui la classe politica è diventata un soggetto come un altro del panorama mediatico, mostrando come nel mondo post-ideologico il modo di svolgere un ruolo pubblico è quello di scegliersi un personaggio e recitarlo. Il voto ai grillini è il desiderio di cambiare canale: è forse giunta anche in Parlamento l'ora della tv digitale?
In questo senso, la risposta del corpo elettorale in cui all'esaurimento dello spazio politico del Pdl fa da contraltare l'avanzata del Movimento 5 Stelle deve essere letta con attenzione, al fine di evitare che si ripercorrano gli schemi di una contrapposizione frontale tanto nociva per la democrazia. Un partito (eh si cari grillini, potete fare finta di niente ma nei fatti la democrazia così classifica i raggruppamenti elettorali) che raggiunge il 14% e conquista vittorie maggioritarie in centri importanti diventa un punto di riferimento per determinare il centro di gravità delle scelte politiche nazionali. Lo è stata la Lega Nord, lo è stato prima il Partito Socialista di Craxi. La mia sensazione è che alcuni elementi che portavano un certo voto di opinione a premiare Forza Italia siano adesso carte di briscola per i ragazzi del Movimento 5 stelle: la forte carica innovativa derivante da un'impolitica spensieratezza, la faccia tosta di parlare chiaro, il desiderio di proposte diverse da quelle precedenti. Una richiesta di innovazione e decisionismo è la chiave per capire verso che direzione i partiti tradizionali debbano muovere la proprio progettualità per rappresentare in una fase democratica nuova le istanze dei cittadini dei prossimi decenni. Il corpo elettorale deluso dall'attuale assenza di proposte, continua ad adottare la logica del 'proviamo'.
Sulle spalle dei nuovi eletti stanno diverse responsabilità. Il movimento che si candida sotto le insegne del comico genovese è molto variegato e l'errore da non commettere è quello di cercare di catalogarlo: va invece messo alla prova sull'amministrazione quotidiana, sfidando questi ragazzi a rendere vere le pratiche migliori che il mercato dell'innovazione politica e sociale può offrire all'ente pubblico. Il limite del berlusconismo è stato evidentemente l'intreccio di interessi personali che hanno reso di paglia la coda dell'ex premier; il limite dei grillini potrebbe essere un certo velleitarismo: l'augurio che mi sento di rivolgere ai ragazzi è quello di perseguire con trasparenza i propri obiettivi, perché solo da un impegno personale libero possono derivare occasioni di sviluppo e crescita. Questa l'eredità migliore di un Paese democratico.
La vera grande cosa che questi ragazzi stanno facendo è mettersi in gioco e anche se non condivido molte delle proposte del movimento, trovo particolarmente importante che questa nuova classe dirigente si candidi democraticamente a scalzare quella precedente individuando le nuove parole d'ordine. Tanto che la slavina sembra suggerire ai giovani degli altri partiti la direzione dell'impegno in prima persona: sarebbe un risultato eccezionale, visto che i più vecchi dirigenti di partito sembrano aver perso quella spinta e quella voglia, e potrebbe riportare la politica a quel ruolo di contro-potere rispetto alle clamorosamente gerontocratiche strutture del potere reale. Questo protagonismo ricorda in effetti i desideri dei ragazzi delle Primavere arabe.
La mia avvertenza è solo una. Quando scoprirete che nella stanza dei bottoni i bottoni non ci sono e vi troverete di fronte al problema di diventare adulti, non prendetevi paura ma aprite la porta.