Pages Menu
RssFacebook
Categories Menu

Scritto da nel La Cantina del Viaggiatore, Numero 18 - 1 Giugno 2007 | 0 commenti

Dalla Cina con furore

I bambini corrono felici nei prati, si lanciano la palla, dopo un po’ si fermano tutti a bocca aperta: “oooh una coccinella” “Allora io la schiaccio”.

Non fatevi trarre in inganno, quest’ultima frase non la sentirete dire dal bambino cattivo di turno, bensì del padre vignaiolo disperato.

Vignaiolo che ha avuto la sola sfortuna di vedere la proprie vigne diventare dimora prescelta di questo insetto.

Harmonia Axyridis è il nome scientifico, coccinella di origine asiatiche (Cina e Giappone per la precisione) di dimensioni maggiori rispetto alle nostre conterranee.

Coccinella introdotta negli Stati Uniti per la lotta integrata contro parassiti ed insetti per la coltivazione della soia, si è rivelata uno strumento molto efficace grazie ai suoi atteggiamenti predatori. Ma come spesso accade negli states, grandi amanti di palliativi momentanei che non fanno altro che peggiorare la situazione nel lungo periodo (ovviamente non mi riferisco al solo ambito agricolo), l’utilizzazione su larga scala di questo insetto ha trasformato una soluzione in un problema.

L’armonia ama rifugiarsi in luoghi riparati e soleggiati, viaggiare e rimanere in gruppo.

Tali caratteristiche hanno causato, specialmente nel Midwest americano, autentiche migrazioni di massa in fattorie e vigneti, i quali oltre a corrispondere per la loro collocazione alle esigenze di pernottamento delle coccinelle hanno dalla loro anche alte concentrazioni zuccherine dell’uva che ne fanno autentiche oasi di felicità.

Inoltre vi è un’ulteriore caratteristica che rende pericolosissima questa coccinella per il vino: ogni volta che si sente in pericolo rilascia secrezioni maleodoranti.

Tali secrezioni sono alla base di un aroma che America viene definito Ladybug Taint, “Aroma di Coccinella”, aroma che racchiude in se 38 sentori tra cui arachidi tostate, peperoni verdi, patata e straccio bagnato (è preoccupante sapere che c’è qualcuno che conosce il sapore di straccio bagnato) con effetti sulla qualità del vino piuttosto evidenti.

Va considerato che basta la presenza di poche coccinelle nel mosto durante la fermentazione affinché la qualità del vino venga seriamente danneggiata.

Le qualità di uva maggiormente colpite sono quelle a vendemmia tardiva, sia perché maggiormente danneggiate dal normale corso della natura quindi di facile attacco sia perché con l’avvicinarsi dell’inverno diventa un bisogno impellente per Harmonia Axyridi quello di trovare riparo.

Al momento sono al vaglio vari studi ed esperimenti per eliminare o limitare questo spiacevole aroma nel vino tra cui trattamenti con bentonite, carboni attivi, trucioli di rovere e irradiazioni di luce. I risultati dicono che gli unici ad aver ottenuto qualche risultato sono stati i cosiddetti “chips”, anche se coprono in parte ma non eliminano il “gusto di coccinella”.

La morale è che il vecchio motto “prevenire è meglio che curare” è l’unica strada perseguibile.

Se tutto ciò non bastasse vanno considerati gli effetti che tali insetti hanno sugli ecosistemi, in quanto hanno la tendenza a spodestare le coccinelle indigene e considerato il loro sgradevole sapore di non risultare graditi ai volatili.

Al momento colpiti da questa “piaga” oltre agli Stati Uniti vi sono stati anche alcuni paesi europei, Germania e Svizzera in primis.

L’agenzia Swissinfo ha segnalato la presenza di questi esemplari sul territorio elvetico per la prima volta lo scorso anno, mentre quest’anno sta rovinando raccolti e vendemmie in ben dieci cantoni.

In Italia questo problema non si è ancora presentato, ma considerato che il nostro inverno non ne ostacolerebbe la proliferazione è necessario tenere gli occhi aperti.

Ovviamente sperando che prima non diventi l’ennesima bufala che porterebbe piaghe ben peggiori: allarmismo e speculazioni.

Scrivi un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>