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Scritto da nel Arte e Spettacolo, Numero 18 - 1 Giugno 2007 | 0 commenti

Cordoba: la Torre della Calahorra

Cordoba è uno dei gioielli del turismo spagnolo e, assieme a Siviglia e Granada, senza dubbio è una tappa fondamentale di un viaggio in Andalusia. La città è attraversata dall'ampio Guadalquivir ed è nota nel mondo per gli incantevoli tesori dell'arte araba: primi tra tutti la Grande Moschea (convertita in cattedrale cristiana) e l'Alcazar.

Ma per capire meglio la storia dell'Andalusia, della Spagna ed in parte anche dell'Europa, bisogna attraversare il solido ponte di epoca romana che porta alla riva opposta del fiume e visitare un monumento secondario della città: la Torre della Calahorra. L'edificio è un massiccio torrione, vecchia fortezza degli Arabi, ma quello che più interessa è ciò che si trova al suo interno. La Fundación Roger Garaudy ha allestito un museo il cui intento è quello di trasmettere un messaggio eterno e più che mai attuale, facendosi forte del motto “Il mondo non è assurdo e la vita ha un senso”. E' un viaggio nella storia della Spagna nel corso del quale il visitatore viene catapultato tra il IX e il XIII Secolo, quando Cordoba era la città più grande d'Europa, culla di un Rinascimento ante litteram, centro di avanguardia culturale nelle scienze e nella fede, punto d'incontro tra Occidente e Oriente.

E così, tra animazioni, filmati, plastici e ricostruzioni, si scopre un mondo ed un passato ignorato dai più. Un viaggio tra filosofi e sovrani che si interrogano sul senso della vita. Un'immersione nella filosofia dove è possibile ascoltare i dialoghi tra Averroè e i suoi discepoli sull'armonia tra scienza e religione, Maimònide che illustra la sua “Guida per i perplessi”, Ibn Arabi che disserta sui confini tra le leggi divine e quelle degli uomini.

Il simbolo della mostra può essere considerato Alfonso X il Saggio, vittima dei suoi stessi sogni troppo grandi per il XIII Secolo. Con sorpresa, si scopre che il Re di Castiglia e Leon studiò in gioventù nella città di Toledo dove intellettuali cristiani ed ebrei lo iniziarono alla cultura dell'Islam. La sua formazione influenzò significativamente le sue scelte politiche e culturali: il suo desiderio di raccogliere l'insieme del sapere del tempo lo spinse a promuovere opere di traduzione in Castigliano di testi arabi e giudaici; fece inoltre tradurre in Latino il Corano e il Talmud. Nella città di Siviglia volle rendere obbligatorio lo studio sia del Latino che dell'Arabo. Ma l'atto indubbiamente più glorioso del suo regno, fu quello di creare a Murcia, sotto la supervisione del filosofo musulmano Mohammed Al Riqouti, la prima scuola al mondo dove venivano istruiti insieme studenti cristiani, musulmani ed ebrei.

Salendo su per gli scalini, di sala in sala, ci si sente sempre più immersi in una realtà senza tempo. E dal buio emergono fedeli ricostruzioni della Moschea e dei palazzi dell'Alhambra: un'evocazione di Cordoba durante il proprio apice, città cosmopolita a metà tra l'Oriente mussulmano e l'Occidente cristiano, quando le due realtà erano accomunate dallo stesso amore verso la scienza, la sapienza e la fede. Un'incredibile convivenza andata persa.

Si giunge in cima un po' affaticati per gli ultimi gradini. Un ampio piazzale scoperto è circondato da parapetti merlati. Dopo questa ascesa è possibile riposarsi e rimanere fermi osservando la città da un nuovo punto di vista. Dall'alto si nota l'Alcazar che in tutta la sua ampiezza segue parallelamente le rive del Guadalquivir; al di là del ponte la porta romana e dietro la Moschea/Cattedrale.

E' forse il momento più importante dell'intera mostra, un momento di riflessione e contemplazione nell'ammirare il panorama da una prospettiva privilegiata, riflettendo su ciò che si è visto.

Per saperne di più: torrecalahorra.com

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