Turkmenistan: il gas e le follie del presidente
C'era una volta, in una terra lontana lontana, un sovrano crudele e feroce che esercitava il potere in modo folle e incontrastato, piegando le menti del popolo forte della propria megalomania. Il suo strapotere era ben rappresentato da sue enormi statue d'oro che svettavano ovunque nelle strade della capitale ricordando alla gente chi fosse il loro re e divinità. Ma un giorno, improvvisamente, il sovrano morì…
Nella speciale Democracy League del 2006, stilata dall'Economist Intelligence Unit, il Turkmenistan occupa il 162° posto[1], meglio solo di Myanmar, Togo, Chad, Africa Centrale e Corea del Nord. Non può quindi che essere vista di buon grado la prima elezione nella storia del Paese con la partecipazione di più candidati (anche se appartenenti tutti all'unico Partito Democratico) che si è svolta l'11 febbraio scorso e che ha visto trionfare Gurbanguly Berdymukhammedov, già presidente ad interim, con l'89% delle preferenze. Elezioni che sanciscono una svolta, con la fine di un'era segnata dall'autoritario e stravagante Saparmurat Nijazov, morto improvvisamente lo scorso dicembre, che ha governato l'ex repubblica sovietica per venti anni.
Consiglio a tutti i lettori di approfondire la storia degli ultimi decenni di questo paese, una vicenda bizzarra e quasi divertente nella sua tragicità, con protagonista il Presidente Nijazov, il Turkmenabashi[2], che verrà indubbiamente ricordato come uno dei dittatori più feroci e folli della storia. Qualche esempio emblematico del suo strapotere: le già menzionate statue nella capitale Ashgabat, divieto per i giovani di portare barba e capelli lunghi, città off limits per i cani (animali che non erano di suo gradimento), niente internet, niente balletto e opera, chiusura delle biblioteche (“Perché i Turkmeni non leggono”). Ma le stranezze si sono susseguite nell'arco degli anni: nel 2004 ordinò la costruzione di un palazzo del ghiaccio in pieno deserto; nello stesso anno fece ritirare le patenti di guida di tutti i cittadini promettendo la restituzione solo superando un esame di moralità; ma il massimo della follia e megalomania fu raggiunto ribattezzando i mesi dell'anno con nomi ispirati a lui e a sua madre!!!
I limiti alle libertà personali sono infiniti, le televisioni sono in mano al Governo, i processi sono una farsa, le torture in carcere sono la prassi, l'opposizione politica è perseguitata e repressa dall'efficiente KNB (l'erede del KGB sovietico).
Nonostante ciò la morte di Nijazov rappresenta per la diplomazia internazionale più uno spiacevole contrattempo che un sollievo: la folle dittatura aveva garantito la neutralità[3] di un paese situato in una zona altamente strategica, ricchissimo di gas naturali e crocevia di fondamentali pipelines. Inoltre, la comunità internazionale si trova totalmente impreparata ad affrontare la questione turkmena, una realtà del tutto aliena e misteriosa, un popolo allo sbando, orfano del dittatore di cui era succube.
Il neo presidente Berdymukhammedov sembra però intenzionato a dare una svolta al Paese: uno dei primi provvedimenti consente l'apertura di Internet café nella capitale, anche se 3€ per un'ora di connessione è un prezzo inaccessibile a quasi tutta la popolazione[4]. I problemi da risolvere, a patto che vi sia la volontà per farlo, sono tanti: disoccupazione al 60%, analfabetismo, il 58% della popolazione sotto la soglia di povertà…[5]
Ma, con cinismo, ciò che più all'Occidente interessa è la decisione di aumentare la produzione di gas e petrolio: un paese più aperto al mondo che vuole aprire nuove strade all'export di gas sui mercati mondiali. Sono in progetto le costruzioni di tre gasdotti: con Cina, Afghanistan-Pakistan e con l'Europa attraverso il Mar Caspio.
Un paese da tenersi amico.
[1] Collocato tra gli Authoritarian Regimes.
[2] Padre di tutti i Turkmeni.
[3] Niyazov dichiarò il Turkmenistan paese neutrale ed estraneo a qualsiasi operazione di peacekeeping sotto egida ONU.
[3] CNN.com, “Turkmenistan opens first web cafe” , 16/02/2007
[3] “Turkmenistan”, CIA – The World Factbook.