Bolivia, fra illusione e opportunità
Si può ancora vedere il sorriso sul viso dei bambini boliviani illusi e speranzosi che nel Novembre scorso si recavano a ricevere il buono annuale “Juancito Pinto”, in nome del bambino eroe della Guerra del Pacifico del 1889, di importo pari a 200 Bs. (20 euro) per gli iscritti alla scuola elementare; certamente un aiuto economico per il 60% della popolazione che sopravvive con meno di 10 Bs. (1 euro) al giorno, in uno dei paesi più poveri e disuguale d'America Latina.
Queste tipo di politiche populiste di ordine simbolico e patriottico sono state le caratterisitiche del primo anno di governo di Evo Morales, il primo presidente indio a vincere le elezioni col 54% dei voti, che fonda la sua forza e immagine sul buon contesto economico, sull'alta percentuale di approvazione popolare e soprattutto all'aiuto morale, ideologico, politico ed economico della sinistra di Hugo Chavez in Venezuela e di Fidel Castro a Cuba.
Certamente la immagine mitica di maggio delle truppe armate nei campi petroliferi col cosiddetto decreto legge di nazionalizzazzione degli idrocarburi alias “Difensori del Chaco”, in memoria degli eroi morti in guerra nella regione petrolifera del Chaco negli anni 30, e la successiva firma dei nuovi contratti di operazione con le “majors” Repsol YPF, Petrobras, BG, TOTAL, ecc., hanno avuto un effetto sulla psiche boliviana. Questa vittoria politica si è riflessa in una crescita nel livello di approvazione dal 50% al 67% a novembre scorso ed insieme ad una austera spesa pubblica ed al contesto internazionale favorevole alle esportazioni (i.e. gas naturale e minerali principalmente) hanno permesso di finire l'anno con una crescita del PIL del 4,5%, un surplus pubblico circa al 6% del PIL (dopo tre decenni) e con 200 milioni di dollari in più per la rifondazione della estinta statale YPFB (Giacimenti Petroliferi Fiscali Boliviani).
Tuttavia l'Amministrazione Morales non ha potuto non intromettersi nello svolgimento dell'Assemblea Costituente, composta di una maggioranza india del partito ufficialista MAS (Movimento al Socialismo) con lo scopo di riformare il testo della Costituzione, in particolare su un tema chiave che riguarda la non volontà di approvare, in un futuro, ogni singolo articolo attraverso 2/3 del voto, cioè non rispettando la minoranza all'opposizione, principalmente bianca imprenditoriale, ed alla problematica autonomista suggerita dalla ricca regione est del paese. Chiaramente cinque mesi di spreco di risorse economiche e umane sotto un ambiente, fino ad oggi, autoritario.
All' amministrazione Morales non conviene fidarsi degli impatti positivi temporali, come gli alti prezzi del greggio e dei minerari, oppure di quei frutti di politica economica per finanziare spese di carattere populista con discorsi pomposi, simbolici e radicali, bensì approfitare della situazione per investimenti in educazione e salute con una partecipazione equilibrata stato-privati in un clima democratico senza posture ideologiche radicali nemmeno razziali.
Dai boliviani dipende se i bambini continueranno a vivere le illusioni per giorni migliori oppure i fatti reali per lo sviluppo prodotti dalle attuali opportunità.