Pages Menu
RssFacebook
Categories Menu

Scritto da nel Numero 8 - 16 Dicembre 2006, Scienza | 0 commenti

La macchina di Antikythera

La macchina di Antikythera è un oggetto, ritrovato nel 1900 nell'omonima isoletta situata a nord di Creta. Si tratta del più antico oggetto meccanico mai rinvenuto dagli archeologi (è stato fatto risalire intorno all'anno 80 a.C).

Esposto oggi al Museo Nazionale di Atene, è ancora oggetto di studi da parte di storici ed archeologi a causa della sua complessità e del suo utilizzo.

Notiamo che il ritrovamento di oggetti simili è assai raro, in quanto essendo fatti in bronzo o leghe simili, spesso venivano fusi per riutilizzarne il metallo costituente: sembra comunque, dagli studi effettuati, che non si trattasse di un esemplare unico.

Originariamente, la macchina aveva dimensioni di circa 30 centimetri di lunghezza per 15 di larghezza, ed era profonda non più di 5 centimetri. Era ricoperta da più di duemila caratteri ma il testo, seppur quasi interamente interpretato, non è stato ancora reso pubblico.

Sembra invece che, finalmente, il particolare funzionamento di questo complesso oggetto sia stato decifrato: a riportare la notizia è la prestigiosa rivista Nature, nel numero di novembre.

Grazie all'utilizzo di tecniche tomografiche (di cui abbiamo parlato nel numero precedente dell'Arengo) un gruppo multidisciplinare di ricercatori, facenti capo a Mike Edmunds, della scuola di Fisica ed Astronomia dell'Università di Cardiff (UK) ha pubblicato uno schema del funzionamento del reperto.

SEQ Figura \* ARABIC 1 L'immagine tomografica della macchina

Un primo traguardo raggiunto grazie all'utilizzo della nuova tecnologia tomografica è stata la retrodatazione del reperto di un centinaio di anni; in seguito si è scoperto che rappresenta una riproduzione fedelissima del modello di Ipparco di Nicea, che spiegava le irregolarità del moto della luna nel suo moto di rivoluzione ellittico.

Oltre a ciò, e questa sembra essere la questione più importante, si è visto che questo oggetto era in grado di calcolare le eclissi lunari e solari (relativamente alle conoscenze dell'epoca) con una precisione impressionante per quel tempo.

SEQ Figura \* ARABIC 2 uno schema della macchina di Antikythera

Il meccanismo, in pratica un orologio astronomico ante litteram, è composto da diverse ruote dentate, e per i calcoli sfrutta lo sfasamento dei centri di rotazione che riproduce piuttosto fedelmente l'orbita della luna, che compie un ciclo di 9 anni di durata e sembra accelerare e decelerare a seconda della posizione relativa rispetto alla terra.

Ciò che stupisce ed affascina è che non solo non esistono dei precedenti, ma per trovare oggetti della stessa complessità e precisione bisognerà aspettare addirittura, in Europa, il quattordicesimo secolo. Una delle cause è da ricercarsi nel fatto che queste tecnologie non si siano tramandate alle popolazioni occidentali successive. Un'ipotesi è che potrebbero esser state sfruttate dai popoli di cultura araba (negli astrolabi), per poi tornare in Europa tramite l'invasione araba della Spagna, nel 711. La speranza, arrivati a questo punto, è di rinvenire al più presto oggetti simili o reperti che aiutino a completare le ricostruzioni storiche, in modo da consolidare tali ipotesi e saperne di più su questo tipo di tecnologie, tanto antiche quanto evolute.

Scrivi un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>