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Scritto da nel Numero 1 - 1 Settembre 2006, Politica | 0 commenti

La privacy monitorata

Esiste un luogo, in cui quasi ogni strada è ormai monitorata da una telecamera, in cui è difficile riuscire a sfuggire agli occhi indiscreti di chi, attraverso l'uso di semplici programmi disponibili su internet, riesce a visualizzare in tempo reale scorci di città, porti e paesaggi.

Esiste un luogo, in cui il tuo capo ufficio dispone quotidianamente di un rendiconto che lo informa su quanto hai prodotto e in quanto tempo, quante pause ti sei concessa, quali numeri hai chiamato dal telefono aziendale.

Esiste un luogo, in cui il tuo cane non ha più alcun timore di smarrirsi, perché in caso succedesse, quel microcip che gli hai impiantato sotto la cute lo renderebbe subito rintracciabile e riconoscibile anche dal più maldestro degli accalappiacani.

Esiste un luogo, in cui il prossimo natale i negozi di telefonia saranno nuovamente presi d'assalto da madri euforiche, desiderose di regalare ai propri piccoli il loro primo cellulare, cosi che possano essere anche loro al passo con i tempi e soprattutto cosi che possano essere anche loro eternamente “reperibili”.

Parallelamente esiste un altro luogo, in cui al contrario, vige la privacy più serrata: Io sottoscritta tal dei tali autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai sensi della legge 675-96. Frase ricorrente in modo quasi ossessivo a conclusione dei più svariati moduli cartacei: dalla sottoscrizione di contratti, ai curricula, alla modulistica pubblicitaria, etc…

Ossessionati da questo spauracchio moderno, ci si chiede dove esattamente si collochi la sottile linea che separa il pubblico dal privato, ma decisi a rispettare la legge in tutto il suo rigore, ci si ritrae un po' timidamente nel proprio angolo, timorosi di invadere la famigerata privacy persino del vicino di casa.

Luoghi contrapposti si potrebbe pensare, che corrono su linee parallele e mai si incontreranno. Errore: luoghi semplicemente identici, specchio della società in cui viviamo.

Monitorati ma protetti, spiati ma con discrezione, intercettati ma con ipocrito rispetto, e quel che più conta soprattutto, sommariamente soddisfatti del trattamento riservatoci.

Oramai incapaci di provare indignazione quando sui quotidiani vengono pubblicate le intercettazioni di personaggi al quanto discutibili certo, ma aventi in ogni modo diritto ad una propria intimità, poiché affamati di scandali, assuefatti dai reality show, abbiamo perso quel poco di senso critico necessario a scindere la notizia dal mero pettegolezzo. Mentre etica e morale si trasformano unicamente in parole arcaiche, umili naufraghe nel mare della modernità, ci ritroviamo tutti in adorante attesa di scoop succulenti, capaci di sfamare le nostre bocche volgari di nuovi antropofagi.

Esiste un luogo, in cui uomini e donne immersi in una privacy sacrale, osservano la vita dai vetri appannati delle proprie finestre, ignorando che nello stesso momento qualcuno sta già osservando loro.

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