Mostra “Oltre lo spazio, oltre il tempo. Il sogno di Ulisse Aldrovandi” a Bologna
Ulisse Aldrovandi è stato un naturalista, botanico ed entomologo italiano rinascimentale, realizzatore di uno dei primi musei di storia naturale, studioso delle diversità del mondo vivente, esploratore che, negli ultimi decenni del Cinquecento e fino ai primi del Seicento, si impose come una delle maggiori figure della scienza, nonché guida e riferimento per i naturalisti italiani contemporanei. Le sue imponenti raccolte, per sua espressa volontà testamentaria, sono ospitate nel Museo a lui dedicato dall’Università di Bologna.
In occasione dei 500 anni dalla sua nascita (1522) e in contemporanea con l’inaugurazione di Arte Fiera, si è aperta (fino al 28 maggio) la mostra “Oltre lo spazio, oltre il tempo. Il sogno di Ulisse Aldrovandi” presso la Fondazione Golinelli alla quale ha contribuito il Sistema Museale di Ateneo, curata da Andrea Zanotti, Roberto Balzani, Antonio Danieli e Luca Ciancabilla.
Si tratta di un connubio assolutamente originale tra reperti e oggetti delle collezioni aldrovandiane del succitato museo dell’Ateneo bolognese, affiancati da opere d’arte (ecco la connessione con Arte Fiera): quadri di Bartolomeo Passarotti, Giacomo Balla, Mattia Moreni, dipinti, sculture e installazioni di Nicola Samorì.
Ma oltre a ciò si trovano oggetti, strumenti, video e immagini provenienti dall’Agenzia Spaziale Europea, che esprimono una visione unitaria della cultura e di alleanza tra arte e scienza che qui è riproposta al pubblico in un percorso di ricerca tra passato e scenari futuribili che sono esplorabili con la realtà virtuale che proietta il visitatore prima nel cinquecentesco studio di Aldrovandi, con un magnifico giardino, e poi su Marte circondati da un drone un po’ molesto e immersi nel paesaggio al di là dei vetri della base spaziale. Si hanno due joystick per muoversi e confesso che da povero vecchietto ho faticato molto a caricare la balestra nel primo scenario (poi però ho abbattuto il bersaglio) e usare la pistola nel secondo (e ho fatto in verità pochi punti), nonostante la premurosa assistenza delle hostess, tutte anche molto competenti.
Segnalo quattro postazioni con fialette che emanano odori: quelli della Luna sarebbero stato ricostruiti dagli astronauti annusando le loro tute spaziali dopo il rientro nella capsula, meno chiara la provenienza di quelli dello spazio e di quelli di Marte.
Mi sento di raccomandare vivamente la visita, assolutamente stimolante e non faticosa, negli orari che potete trovare nel sito: www.ilsognodialdrovandi.it