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Scritto da nel Numero 160 - Autunno 2019, Viaggi | 0 commenti

Corea del Nord: paese sconosciuto e sorprendente!

Corea del Nord: paese sconosciuto e sorprendente!

 

Quando l’on. Salvini al rientro da un viaggio della Corea del Nord disse: «Sono contento di esserci andato, ho visto un senso di comunità splendido. Tantissimi bambini che giocano in strada e non con la playstation, un grande rispetto per gli anziani, cose che ormai in Italia non ci sono più» e l’on. Razzi la paragonò alla Svizzera furono coperti dall’ilarità generale (Crozza in testa) di sessanta milioni di italiani, nessuno dei quali è MAI stato in vita sua in quel paese.

Perfino io che dubitavo del quadro di paese fra i più poveri e disgraziati del mondo, come viene sistematicamente dipinto, trovai che volessero fare gli originali.

Per fortuna mio figlio ha accolto il mio inconfessato desiderio e ha organizzato il viaggio.

Come per gli altri turisti italiani incrociati colà (e anche per un ticinese esattamente uguali) i commenti degli amici sono stati: “siete matti” “non vi faranno più uscire” “morirete di fame” ecc.

Io ho una esperienza dei paesi dell’est sedicenti comunisti ben prima della caduta del muro: un mondo grigio, triste, sporco, trascurato, con persone incazzate, infagottate di vestiti informi, con auto precarie per i cittadini e lussuose per gli alti papaveri, supermercati e negozi vuoti, salvo quelli in valuta per stranieri.

Pensavo quindi di fare un viaggio nel tempo a quando ho vissuto quelle realtà. Ero anche preparato a controlli alla frontiera accuratissimi (almeno come quelli della DDR, quando si valicava la cortina di ferro)

Prima sorpresa: alle ore 17 metto piede fuori dall’aereo nel finger (non sul bus come a Bologna…) e attraversato un modernissimo aeroporto con passo lesto per recarmi ai controlli feroci (due ore avevamo letto) e alle 17.15 eravamo nell’atrio arrivi, dove ci aspettavano guida e interprete e alle 17.20 eravamo sul pulmino che ci ha accompagnato per tutto il viaggio!

Prima tappa un albergo di trenta piani, modernissimo (avevamo scelto la fascia economica) attraversando una città di grattacieli multi colorati (e la notte un tripudio di luci colorate che in verità si spengono prima di mezza notte), con strade larghissime percorse da automobili TUTTE moderne (e tutte dello Stato, tranne due private con targa gialla di sportivi), autobus e filobus assolutamente normali, traffico lontano dal nostro, ma neppure inesistente come preannunciato, molte biciclette elettriche nella capitale, più rare altrove, che sono private come le moto. Forse inutile precisarlo: tutti vestiti in modo assolutamente normale, salvo la domenica molti a ballare nelle piazze con le donne nei tradizionali abiti sgargianti, indossati anche da alcune guide di musei e monumenti, e gli uomini tutti vestiti uguali. Solo la metropolitana risente degli anni settanta, e infatti stanno rinnovando le stazioni e penso presto anche il materiale rotabile.

La visita era organizzata in tutti i dettagli, eravamo sempre accompagnati, salvo alla sera quando abbiamo passeggiato per il parco dell’albergo molto suggestivamente illuminato.

Assolutamente notevole è il fatto che tutto appartiene allo Stato, quindi TUTTI lo rispettano e lo curano: i prati dalla piccola aiuola intorno a un lampione al gigantesco parco dove la domenica tutta la città va a passeggiare sono curatissimi, con fiori multicolori, erba rasata a puntino e di una pulizia che nessuno può credere: noi avevamo un occhio criticissimo e abbiamo visto una bottiglia di plastica per terra nella cooperativa agricola e un sacchetto di plastica nella passeggiata di quattro chilometri in montagna in dieci giorni! In verità nel resort sulla spiaggia fuori stagione un angolo di spiaggia era pieno di rifiuti. L’abbiamo prontamente fotografato: arrivato in Italia ho rivisto l’immagine che laggiù ci ha sdegnato, ora visto qui sembra quasi pulito…

Quando l’on. Razzi dice che sembra la Svizzera, beh ha RAGIONISSIMA.

Pulizia e ordine si ritrovano anche nelle altre città e ovunque. Nella seconda (Hamhung) anche i grattacieli sono quasi tutti belli e colorati, nelle altre l’opera di rinnovamento è ancora in corso.

A questo proposito l’ultima sera ci hanno portato nel quartiere più recente per gli scienziati. E’ aperto da un grattacielo architettonicamente originale: “Questo è il primo costruito, poi qui hanno trasferito tutti gli abitanti del quartiere prima di demolire le loro case per fare il nuovo”

E ho pensato al ponte Morandi di Genova, dove hanno cercato di tirare sul prezzo delle case e poi hanno dato un pacco di soldi (alla fine spero congruo) e ognuno si è arrangiato e disperso.

Tutte le case sono dello Stato e non si paga affitto, bollette ecc. così come gratis sono la sanità e l’istruzione a tutti i livelli (a differenza della Cina dove se non hai la mutua paghi l’ospedale e l’Università è per chi può permettersela)

La struttura è assolutamente comunista: l’ingegnere guadagna il doppio dell’operaio e il direttore il triplo. L’infermiere guadagna come l’operaio, il medico il doppio e il direttore dell’ospedale il triplo. Solo piccole attività artigianali si stanno privatizzando.

La criminalità è scarsa: impossibili gli scippi (una guardia sorveglia ogni incrocio, lo scippatore farebbe poca strada…), qualche borseggio nelle concentrazioni in piazza (portafoglio e smartphone in tasca possono sparire), qualche omicidio di qualcuno che impazzisce, insomma gli avvocati si occupano principalmente dei divorzi.

La religione da noi è descritta come vietatissima: noi avevamo nel programma la visita al Tempio Buddista (religione principale), dove un monaco dell’annesso convento mi ha invitato al rito del desiderio e dove le guide sono entrate rispettosamente togliendosi le scarpe, e su nostra richiesta la chiesa cattolica e quella ortodossa, chiuse essendo giorno feriale. Una a me ignota fede, il Chondoismo, ha addirittura un proprio partito, che insieme a quello socialdemocratico affianca lo strapotente Partito del Lavoro, che indica i candidati alle diverse elezioni. Si può obiettare che non c’è democrazia: ma in Asia quanti sono i paesi veramente democratici? E in che condizioni vivono la maggioranza dei loro abitanti non benestanti (penso all’India per esempio)?

Non ha senso in questa sede raccontare tutti i monumenti e i musei visitati: più che rivolti al lontano passato qui la storia comincia con il 1946 e con gli onnipresenti e sempre sorridenti Kim Il Sung e suo figlio, che sono stati ovunque come da noi Garibaldi, con i regali da loro ricevuti, con le loro statue in ogni città, con i loro corpi conservati e venerati in un grande palazzo.

Abbiamo assistito a spettacoli grandiosi: un Circo acrobatico favoloso e una indescrivibile esibizione di massa allo stadio Primo maggio (il più grande del mondo con 150.000 posti come conferma anche Wikipedia) dove 17.000 studenti su una tribuna creano coreografie incredibili sei giorni su sette e centomila (anche se il numero mi sembra un po’esagerato…) popolano il campo con balli, piroette, fuochi artificiali ecc. Il boato e la standing ovation che accolgono la loro bandiera e le immagini dei loro grandi leader è incredibile e decisamente spontaneo: c’è uno spirito patriottico che da noi è assolutamente sconosciuto!

Abbiamo visitato una cooperativa agricola e una scuola elementare dove abbiamo avuto una accoglienza commovente: una recita in inglese nel laboratorio di lingue, l’aula di informatica, una danza e un concerto nell’aula magna seguita da un gioco di prestigio di uno straordinario ragazzino di dieci anni che ha suonato la batteria, cantato, suonato il pianoforte e infine ha fatto alcuni giochi di prestigio. Si sono definiti la migliore scuola del paese, beh non abbiamo difficoltà a crederlo.

Visita a un ampio supermercato: banchi fornitissimi, uno scaffale dedicato alla Nutella (prodotta in Cina, ma su licenza originale), pasta importata da un pastificio vesuviano (non Barilla come alle Svalbard) e la marmellata italiana Despar: resterà un mistero della mia vita come sia finita fin là! Tutti i comparti sono presenti, manca solo cibo per animali: da noi cani e gatti mangiano i nostri avanzi, mi ha spiegato l’interprete. Una curiosità nel reparto elettrodomestici, accanto a una lavatrice come le nostre, una con separato lavaggio e centrifuga, come quelle di quando ero bambino, linea moderna, ma salto nel tempo per una volta come credevo avrei fatto sempre e le lavapiatti sono poco diffuse. Al piano di sopra (con scale mobili ovviamente) un immenso ristorante, grande come il supermercato: era domenica e non c’era UN POSTO libero. E’ perché è un supermercato economico mi ha spiegato sempre l’interprete!

Una sola cosa per me terribile: ovunque un’aria condizionata da congelare, una volta sono dovuto uscire per prendermi la felpa, e in un paio di occasioni al ristorante mio figlio, che non patisce il freddo come me, ha dovuto chiedere che la spegnessero nella saletta riservata agli ospiti. Nei musei invece, dopo il primo, andavo adeguatamente attrezzato!

Una struttura assolutamente non all’altezza è la ferrovia, veramente antiquata in alcune linee secondarie i segnali sono a bandiera! Ai lati dei binari (e delle autostrade) che attraversano le campagne i bambini (quasi sempre ben vestiti) giocano per terra e gli adulti fanno salotto, intanto il treno passa lentamente, i veicoli molto più veloci, ma la strada è molto larga per fortuna.

Le autostrade a pagamento, larghissime e ben tracciate hanno un fondo che lascia decisamente a desiderare, nonostante siano spesso affiancate da due piste ciclabili,  le bici viaggiano anche sulla carreggiata, magari pure contromano (almeno potrebbero andare dalla parte giusta???), il codice della strada è un optional fuori città.

La televisione infine (un canale in tutto il paese, un secondo con film solo serale nella capitale) è l’unica cosa che corrisponde ai racconti: penso non la guardi nessuno, tutti gli schermi negli hotel e nei locali pubblici proiettano video.

L’ultima peculiarità infine è il loro completo isolamento: hanno vaghissime notizie di cosa accada al di fuori del loro mondo e non gli interessa molto. A tutto pensa il Supremo Leader. La loro rete internet (tutti hanno uno smartphone) è molto efficiente, ma ristretta alla cerchia del paese.

Solo uno straniero può acquistare per 200 euro una SIM con la quale può fare tutto come da noi, ma io non l’ho fatto, e mi è mancato non poter condividere con i miei cari in diretta tramite whatsapp le emozioni provate, come invece ho potuto fare nelle tappe cinesi!

 

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