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Scritto da nel La Cantina del Viaggiatore, Numero 144 - 1 Ottobre 2017 | 0 commenti

Le Salsamentarie in Palazzo Re Enzo

Le Salsamentarie in Palazzo Re Enzo

Per puro caso mi sono imbattuto nel Festival del Ragù che si stava chiudendo dopo tre giorni (22-24 settembre) di kermesse nel prestigioso palazzo Re Enzo nel pieno centro di Bologna.

La Storia dei Salsamentari (la cui Mutua è nata a Bologna nel 1876 per unire i principali industriali salumieri) è direttamente collegata a quella della più celebre specialità gastronomica bolognese: il ragù. Una ricetta tradizionale che nasce dai prodotti da sempre salvaguardati dai Salsamentari e, dal 1982, difesa dalla Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna che ne conserva la preparazione originale. Il tutto a garantire continuità e rispetto della tradizione gastronomica bolognese in Italia e nel mondo.

All’interno dell’edizione 2017 de LE SALSAMENTARIE  è stato ospitato questo primo Festival del Ragù, per raccontare al Paese e al Mondo aneddoti, storia e sapori della più famosa specialità locale.
In appositi stand, inquadrati nella prestigiosissima cornice, ho potuto degustare i tradizionali piatti bolognesi basati su questo condimento (tagliatelle, lasagne, panini anche con mortadella, porchetta e altro, tigelle ecc.) e acquistare il ragù tradizionale della ricetta Bolognese, disdegnando, forse per pigrizia culturale, le varianti proposte dagli espositori accuratamente selezionati.

Purtroppo sabato ero fuori Bologna e così mi sono perso il Gran Ballo Ottocentesco in Via Rizzoli. I danzatori, hanno fatto rivivere le affascinanti atmosfere delle feste di società del tempo, danzando quadriglie, valzer, contraddanze, mazurke e polke sulle musiche di grandi compositori italiani e stranieri come Verdi e gli Strauss.

Una sala, purtroppo già chiusa al momento della mia visita, era dedicata alle case editrici che negli anni hanno dedicato parte delle loro produzioni a raccontare la tradizione enogastronomica
bolognese a grandi e bambini, un’altra a manifesti pubblicitari storici ed infine il programma ha previsto incontri con esperti e autori su argomenti gastronomici.

Insomma una visita frettolosa, ma che mi ha fatto venire l’acquolina in bocca e offerto la possibilità di acquetarla con cibi acconci. 

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