A spasso per i Musei di Bologna: Ebraico e Patrimonio industriale
Dopo aver visitato il Mambo, il Museo Archeologico e quello della Musica (al quale è dedicata una apposita relazione apparsa il 1 marzo sull’Arengo), siamo stati in quello Ebraico che ha sede in via Valdonica1/5, nella zona dell’ex-ghetto ebraico, nel cinquecentesco palazzo Pannolini.
La superficie del Museo consta complessivamente di 500 mq., suddivisi in tre spazi distinti destinati alla sezione permanente e alla sezione per attività temporanee al piano terra, al centro di documentazione al primo piano.
La sezione permanente è incentrata sul tema dell’identità ebraica e percorre per punti essenziali le vicende storiche del popolo ebraico nell’arco di quasi 4000 anni, nel corso dei quali ogni generazione ha mantenuto forti vincoli con le precedenti, stabilendo così una continuità tra storia antica, medievale, moderna, fino all’ebraismo contemporaneo. Due sale sono dedicate alla lunga permanenza degli ebrei a Bologna e in Emilia Romagna, dall’epoca medievale a quella contemporanea. La seconda sezione è quella che comprende gli spazi dedicati a mostre, incontri, dibattiti e attività didattiche rivolte a bambini. La terza sezione è il Centro di documentazione del MEB, composto da una biblioteca specializzata e da un centro culturale.
Per approfondimenti e per il calendario delle iniziative http://www.museoebraicobo.it
Il Museo del Patrimonio Industriale documenta, visualizza e divulga la storia economico-produttiva della città e del suo territorio dall’Età Moderna a quella Contemporanea.
Collocato nella prima periferia lungo il canale Navile, ha come suggestiva sede la fornace da laterizi Galotti ristrutturata risalente alla seconda metà del secolo XIX.
Articolata in cinque sezioni, l’esposizione permanente si sviluppa per circa 3.500 m² su tre piani e sei percorsi.
Al piano terra, nel forno Hoffmann, sono conservate le collezioni di strumenti scientifici, modelli, macchinari appartenuti all’Istituzione Aldini-Valeriani. Attorno al forno, vi sono la sezione dedicata alla Fornace Galotti e alla produzione dei laterizi ed una seconda incentrata sul comparto del packaging, con attrezzature di pochi decenni fa ormai destinate appunto a un museo, vista la rapidità del progresso tecnologico.
Al secondo piano sono illustrati cinque secoli di eccellenza produttiva bolognese, dall’antica produzione della seta che sfruttava un sofisticato reticolo di distribuzione delle acque per la forza motrice, alla novecentesca produzione meccanica e meccatronica. Segnalo in particolare il primo motorino Ducati e lo spazio dedicato alla Maserati, che nacque a Bologna, prima di trasferirsi a Modena. Le persone ghiotte si appassioneranno ai gelati Carpigiani (le cui macchine hanno invaso il mondo intero), alle macchine produttrici di tortellini e alla mortadella, in antico destinata alle classi elevate e con radici molto lontane nel tempo: ai lati dell’ingresso del Museo Archeologico due lapidi di epoca romana ricordano un allevatore di maiali (a sinistra appena entrati) e il mortaio (mortarius) per produrla (a destra), donde il nome in italiano, anche se nel mondo è spesso chiamata “Bologna”.
Nel piano intermedio, infine, si forniscono dati, informazioni ed esempi di nuovi ritrovati innovativi e il futuro dell’industria cittadina.
Molto interessanti sono i pannelli espositivi animati con descrizione a voce dei principali processi.
Per approfondimenti e per il nutrito calendario delle iniziative per tutte le età http://www.museibologna.it