Ancora un Governo renziano
Poche considerazioni sul neonato governo Gentiloni. Che sembra non abbia preso proprio in considerazione il voto referendario: gli italiani hanno respinto non solo una pessima riforma della Costituzione, ma anche l’intera narrazione renziana, che ha trovato il suo maggior ostacolo nella realtà.
Invece, si prosegue diritti sui medesimi binari. Maria Elena Boschi ha preteso ed ottenuto una promozione a sottosegretario alla Presidenza del Consiglio (Mario Calabresi, “La Repubblica”). Per il resto, il cerchio magico fiorentino, ansioso di occuparsi del rinnovo di una serie di importanti nomine pubbliche, è stato senz’altro preservato.
Poi c’è l’altro pazzesco autogol italiano con la nomina agli Esteri di Angelino Alfano. Veramente inspiegabile come si mortifichi il criterio della competenza a livelli così alti. Ci sarà da divertirsi.
Infine, c’è un’unica significativa bocciatura: quella del ministro Giannini. E, di conseguenza, della riforma della “Buona scuola”. Pare che il governo, dopo averla forzata, appoggiata e propagandata come la miglior riforma dell’istruzione possibile, ora se ne sia lavato le mani (ancora Calabresi); evidentemente ripensando alle conseguenze non del tutto positive della stessa.
Sono in tanti a commentare come questo ultimo governo della legislatura sia un enorme regalo al Movimento Cinque Stelle, in vista delle prossime elezioni politiche (si auspica a giugno o, al massimo, in autunno). Ed è inspiegabile come lo stesso Renzi ed il suo entourage non si siano resi conto di quanto sia (già) stato controproducente insistere sulle nomine poi ufficializzate da Gentiloni. La gestione del potere dell’ex Presidente del Consiglio toscano è probabilmente ritenuta nauseante dalla maggior parte degli italiani. Forse sarebbe stato il caso di allontanarsi dai tavoli di governo per qualche mese, in massa, per poi riproporsi con rinnovata freschezza.
Questo governo può stupire solamente se porta a casa una legge elettorale decente. Gli italiani vogliono poter eleggere direttamente i propri rappresentanti, vogliono i collegi uninominali. Senza meccanismi distorsivi. Speriamo che Gentiloni ci sorprenda.