Al bivio tra Olimpiadi ed Europei
Gli anni pari divisibili per 4 sono quelli degli Europei di calcio (e della Coppa America) e delle Olimpiadi.
In entrambi i casi succede che da un giorno all’altro l’argomento principale di conversazione diventano le “partite”, chi vincerà chi non vincerà, che fa la Nazionale. Inevitabilmente trattandosi di nazionali la cronaca politica fa capolino tra le righe: i russi che invadono la Francia, l’Inghilterra che viene sconfitta dopo la Brexit, la Germania che interrompe il suo complesso d’inferiorità verso i nostri Azzurri. Si confonde il calcio con il reale, anzi piuttosto per il lasso di tempo in questione è il calcio a diventare il reale, fino a quando nelle Olimpiadi il tutto sublima nell’espressione massima degli sport minori.
Le Nazionali i cui moduli diventano rappresentativi del carattere dei popoli e nei quali successi essi si rispecchiano.
Dunque ciò che emerge dagli astri del pallone è che la Germania non riesce a prendere la guida del continente, che la Francia è sotto i colpi delle sconfitte, mentre invece ci sono paesi di periferia, che con fatica e per fortunati incastri vengono ripescati al 93esimo, continuano a vincere ai supplementari e ai rigori, e con una sola vittoria al 90esimo contro i fuoriusciti gallesi arriva in fondo, vince e riscatta le beffe subite negli anni precedenti. Da PIG al tetto d’Europa, dimostrando che la nostra Europa non è un gioco per superpotenze ma una grande Unione internazionale.
L’Arengo va in vacanza mentre cominciano le Olimpiadi, che nella classicità greca interrompevano le guerre, mentre nella loro versione moderna sono invece teatro degli scontri tra superpotenze, russi e americani che dopo essersi boicottati a vicenda durante la Guerra fredda, oggi sono impegnate nella battaglia sugli atleti dopati. Dopo aver letto gli auspici degli Europei di calcio, in questo mondo instabile, il tempo delle Olimpiadi ci mostrerà dal medagliere quanto la Russia potrà avvicinarsi agli States, che ruolo saprà giocare la Cina, quanto i paesi “minori” potranno raccogliere soddisfazioni, come il Brasile saprà difendere il fattore campo, quanto la vecchia Europa saprà difendersi sullo scenario internazionale.
Dai luoghi di villeggiatura o da casa staremo incantati davanti alla piatta palla di vetro televisiva che ci mostrerà il mondo che gioca giochi mai visti, che appaiono e scompaiono nello spazio di due settimane e che da Rio irradieranno emozioni, suggestioni e passioni sul nostro piccolo connesso globo.