Dove l’ acqua non serve
Iniziata nel 1997 con la partenza verso Saturno, quella della sonda Cassini si è rivelata una delle missioni spaziali di maggior successo di questo inizio secolo. Oltre al pianeta con gli anelli, raggiunto nel 2004, un altro obiettivo del programma di ricerca era il maggiore delle decine di satelliti saturniani, Titano.
Per lo studio dettagliato di questo corpo celeste era stato allestito il lander Huygens, ospite della sonda Cassini. Nel gennaio del 2005 le eccezionali immagini della superficie di Titano, trasmesse dal modulo una volta atterrato dopo il rilascio dalla sonda madre, hanno fatto il giro del mondo.
Ma dopo l’ emozione del momento è iniziata la parte meno spettacolare della missione, fatta di un lungo e complesso lavoro di analisi dei dati provenienti da quel remoto angolo del sistema solare. Dati che, sulla base di recenti interpretazioni, potrebbero mettere in discussione uno dei cardini della biologia: non c’ è vita senza acqua.
Su Titano i liquidi non mancano e la sua superficie appare molto simile a quella della Terra, con laghi, fiumi e mari. Peccato però che non si tratti di acqua, ma di una combinazione di idrocarburi, in particolare metano ed etano, che non rappresenta proprio un elisir di lunga vita. Tanto più che la temperatura da quelle parti è vicina ai 200° sottozero.
Ma se per noi lassù non ci sarebbe storia, forse altre forme di vita potrebbero aver trovato un ambiente favorevole.
L’ atmosfera di Titano è molto densa e si presenta particolarmente ricca di azoto e metano. Sotto l’ effetto della luce solare nel cielo del corpo celeste si produce una reazione che genera acido cianidrico, un mattone importante della chimica prebiotica.
Questo composto, chiamato anche cianuro di idrogeno, secondo i ricercatori, in condizioni ambientali come quelle di Titano, potrebbe generare una molecola complessa, il polyimine, in grado di accelerare molte delle reazioni chimiche che portano alla vita.
Un’ ipotesi affascinante, ma che presenta ancora delle incognite. Gli strumenti della missione Cassini hanno rilevato la presenza di acido cianidrico su Titano, ma al momento non è ancora stata trovata traccia di polyimine. Le ricerche comunque proseguono e se i primi dati dovessero trovare conferma sarà necessario rivedere il concetto di abitabilità di un pianeta elaborato sulla base dei parametri terrestri.
Fino ad ora la ricerca di vita extraterrestre si è concentrata su pianeti ubicati entro la fascia intorno a una stella detta zona abitabile. In questa regione le temperature sulla superficie del pianeta sono compatibili con la presenza di acqua allo stato liquido.
Ma le cose potrebbero cambiare, come sostiene Martin Rahm, uno degli scienziati coinvolti nella ricerca: ” Siamo abituati alle condizioni di vita qui sulla Terra. L’ esperienza scientifica avviene alla nostra temperatura ambiente e con le nostre condizioni ambientali. Titano è completamente diverso, e dovremo continuare a studiarlo per capire come la chimica evolve nel tempo. Se osservazioni future evidenziassero la presenza di chimica prebiotica in un posto come Titano sarebbe un importante passo avanti. Questo documento indica che potrebbero esistere i presupposti per l’esistenza di processi che portano a un diverso tipo di vita sul pianeta, ma questo è solo il primo passo”.