L’occasione persa della legge Cirinnà
Il dibattito pubblico sul provvedimento sulle unioni civili e l’approvazione “mozza” della legge Cirinnà al Senato rispecchiano l’Italia immatura, superficiale e furbacchiona degli ultimi decenni. La popolazione ha del tutto frainteso il significato della “stepchild adoption”, anche a causa di un’informazione volutamente deficitaria sia da parte dei media sia dei rappresentanti politici che questa legge non la volevano.
La legge Cirinnà rappresentava un’ottima occasione per legiferare su un aspetto fondamentale della nostra società colpevolmente ignorato, su impulso della Confederazione Episcopale Italiana e del mondo cattolico, dal parlamento. Una norma a tutto tondo che non solo tutelava finalmente le coppie di fatto, ma che giustamente includeva altresì la regolarizzazione familiare della figlia o del figlio naturale di uno dei due componenti della coppia.
Insomma, per una volta si sarebbe potuto sistemare un vuoto normativo senza la necessità di prevedere di doverci mettere mano nuovamente in futuro, come spesso accade al Legislatore. Vizio italico che causa quell’ipertrofia legislativa all’origine di tanti mali incarnati dalla burocrazia nostrana e dalla tendenza a non rispettare le regole.
Invece, risvegliatosi improvvisamente, il mondo cattolico, non supportato da Papa Francesco che ha questioni ben più importanti da affrontare giorno per giorno, si è adoperato per lacerare l’impianto originario della legge. Il bigottismo cattolico ha dato vita alla solita campagna mediatica fatta di slogan e frasi fatte, traviando l’opinione pubblica sul dibattito generale concernente la possibilità dell’adozione di bimbi da parte delle coppie omosessuali. Non si smentiscono mai i politici e i personaggi pubblici che si ergono a paladini del cattolicesimo, senza poi rispettare, nella loro vita quotidiana, neppure uno dei principi cristiani autentici, che un pontefice che non si aspettavano puntualmente loro rammenta provocando malcelato fastidio.
Nella bagarre Renzi, abilissimo, è riuscito a compiere un’operazione strategicamente perfetta dal punto di vista politico. Benché non faccia bene al sistema Italia ed al livello di civiltà del nostro Paese. Poco importa. Il rampante primo ministro ha dapprima addossato la piena responsabilità sulla mancata adozione della legge Cirinnà nella sua formulazione originaria al Movimento Cinque Stelle. Che ha peccato di comprensibile ingenuità e mancanza di chiarezza: coerenti nel respingere lo stratagemma democrat per liberarsi delle pericolose singole votazioni sugli emendamenti attraverso il cosiddetto “super canguro”, i pentastellati avrebbero dovuto esprimere con puntualità e limpidezza questa posizione e imporre al Pd il regolare iter legislativo della legge.
Liquidati i Cinque Stelle, Renzi, sondaggi alla mano, ha cavalcato l’opinione pubblica generalmente contraria alle adozioni da parte delle coppie gay (che nulla c’entrano con la stepchild adoption contenuta nel disegno di legge Cirinnà) e ha stralciato dal provvedimento la parte che, da esponente di una parte rilevante e molto potente del mondo cattolico, nemmeno lui stesso condivideva. Abbracciando così nuovamente Verdini e centristi; e martoriando con un ennesimo colpo ben assestato la cosiddetta sinistra del Pd, patetica nella sua impotenza e condannata alla (meritata) estinzione.
Caro Dario,
Non capisco di chi sia l’occasione persa a cui fai riferimento nel titolo. Se del paese o di una qualche forza politica.
Nel primo caso, potrei essere d’accordo. per quanto un passo avanti, anche se piccolo, con questa legge è stato fatto. Se non lo si è fatto più lungo è perchè, come spesso accade, i contenuti di una politica sono stati affossati dalla melma e la pochezza della politica, in questo caso degli equilibri di potere tra PD e 5stelle, ed è chiaro chi ne sia uscito vincitore e chi vinto.
E qua ci si ricollega al secondo caso. Ad aver perso un’occasione sono prima di tutto i 5 stelle, che continuano a comportarsi come se dovessero essere loro a dettare le regole del gioco, dando continua riprova della loro immaturità e ingenuità politica. Non si può dire lo stesso per Renzi, che al contrario non ha perso l’occasione per dimostrare come lui la politica la sa fare, o per lo meno la sa fare meglio dei suoi avversari.
Il progresso nel frattempo va avanti per la sua strada, e prima o poi i cittadini godranno dei diritti che neanche questa volta la nostra politica ha voluto garantirgli.