Nostra patria è il mondo intero
Scosso da povertà e ingiustizie, malattie e soprusi, questo pianeta si sveglia ogni giorno più malconcio. Nemmeno noi riusciamo a medicare i colpi che prendiamo: noi ricchi abitanti di paesi giusti, noi sani cittadini di paesi democratici, noi siamo i primi a non riuscire a curare i nostri acciacchi.
In questo periodo siamo così presi dai pensieri e dalle preoccupazioni riguardo agli attacchi subiti dalla popolazione europea nei cieli del Sinai e nella capitale di Francia da non riuscire nemmeno a reagire. Leggiamo su ogni giornale, e ascoltiamo da ogni canale televisivo, parole colme di malafede mirate a recuperare il coraggio, a rispondere con la cultura, a portare avanti gli ideali che distinguono gli avanzamenti sociali dei nostri paesi. Al di là della pochezza di quegli interventi, non si può non registrare una mancanza: nessuno chiama alla comprensione di ciò che sta accadendo.
È tendenza ormai appurata quella per cui a seguito di una manifestazione se ne commentino i disagi provocati, al posto delle ragioni per cui è stata indetta; ed è bastato spostare questa abitudine di bassa politica agli attacchi terroristici per fare il grande balzo in avanti dell’odio. Tutti abbiamo pensato ai morti del volo russo e di Parigi, tutti ci siamo interrogati sulla sicurezza di noialtri che verrà, tutti in cuor di ciascuno speriamo che la prossima volta (un fulmine a ciel sereno ha le stesse probabilità) non debba toccare a noi; ma quanti di noi si chiedono: perché?
Perché dei ragazzini sono mossi al massacro? Al sacrificio? Perché provano odio? E quanti si chiedono: chi? Chi è stato a cominciare il massacro? Chi incita al sacrificio? Chi offre ragioni all’odio?
Ogni analisi che prescinda da queste domande è come una pianta alta e frondosa ma senza radici, da cui è prudente star lontani perché può crollare da un momento all’altro. Non voglio aggiungere nessuno slancio macropolitico alle presuntuose e pericolose pagine lette in queste settimane: invito semplicemente a domandarsi l’origine di tutto quel che accade; e non solo in generale – bandiamo l’abitudine positivista che tanto ci ha rapito il cuore per un secolo intero – ma nel dettaglio dell’umanità auspico di ricercare l’origine del comportamento di ciascuno. Di ciascuno di coloro che reputiamo nemici o persone pericolose, di ciascuno di coloro che temiamo. E di ciascuno di noi. Tenendo a mente che si viene al mondo da soli e che si muore da soli, e che non per nostra volontà si nasce in un luogo, e che non sempre per nostra scelta si muore in un altro, e che non si vive altrove che nel posto dove si è scelto di vivere. Ovvero questo pianeta. Nostra patria, il mondo intero.