Pages Menu
RssFacebook
Categories Menu

Scritto da nel Numero 118 – 1 Aprile 2015, Politica | 0 commenti

Divorzio breve ma non lampo

Divorzio breve ma non lampo

Con ben 228 voti favorevoli 11, contrari ed 11 astenuti il Senato ha dato l’ok al Ddl sul divorzio breve. Ora, per l’approvazione in via definitiva del Ddl manca solamente il sì, quasi scontato potremo dire, della Camera dei Deputati.

Il provvedimento in esame prevede l’accorciamento da tre a un anno del tempo necessario per chiedere il divorzio dopo la separazione. Se il testo non subirà altre modifiche, il divorzio potrà essere richiesto dopo 6 mesi dalla separazione consensuale e dopo un anno in caso di ricorso presso il giudice.

Dal testo originale del provvedimento, è stata però estromessa la norma che avrebbe introdotto il c.d. “divorzio diretto” ovvero senza separazione. Tale scelta è stata motivata dalla necessità di far approvare il prima possibile il provvedimento evitando così ulteriori tensioni all’interno della maggioranza. Ad oggi infatti, molte coppie italiane si recano in Francia, Romania (soprattutto) e Spagna dove è possibile richiedere automaticamente il divorzio senza dover attendere i fatidici tre anni previsti dalla vigente normativa italiana. Nel complesso si può parlare comunque di un buon risultato, nelle passate legislature infatti, analoghi disegni di legge erano naufragati causa veti incrociati e pregiudizi ideologici.

Collegato al disegno di legge sul divorzio breve, il governo ha poi confermato l’imminente presentazione di un provvedimento in materia di affido e adozioni. Sul tema è stato evidenziato che in caso di affido condiviso a seguito della separazione, ciascun genitore possa trascorrere tre giorni a settimana con il proprio figlio. Per quel che concerne gli effetti economici del divorzio la nostra legge rimane però del tutto inadeguata. L’assegno di mantenimento “vitalizio” cui ha diritto il coniuge più debole a seguito di divorzio è una regola che  nel 2015 non ha più senso. Tale diritto infatti è stato istituito con una legge risalente al lontano 1970.

Come consigliato da diversi esperti in materia, sarebbe più congruo e logico il versamento di una somma “compensativa” in un unica soluzione per evitare così il formarsi di rendite periodiche.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Scrivi un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>