Vacanze dentro Risiko
E pensare che c'è chi dice che il Risiko sia un gioco di guerra.
Per chi è partito a bordo della sua motocicletta per raggiungere le foci del Volga, o ne ha letto le avventure, pensare che alla Russia si sia più vicini dall'Italia piuttosto che dalla Russia stessa non è nuovo. Non lo è per gli amici di Inta che scendono sulla costa di Soci in treno, ma lo diventa per chi vuole partire per la Kamchatka: siamo quasi agli antipodi, verso la linea del cambiamento del giorno. L'abbiamo sempre avuta lì a portata di dado. l'abbiamo invasa e ci abbiamo combattuto, manca solo una cosa: quella lontana terra dalla quale si può compiere il giro del mondo sulla plancia del famoso gioco di società è una bellissima meta turistica.
Lo scopriamo su Internet e cerchiamo di raccapezzarci con i nostri soldatini, ormai cresciuti, per l'occasione vestiti da turisti in abbigliamento da trekking. La prima cosa che abbiamo imparato dal Risiko è il modo originale di raggruppare e nominare le terre emerse: in questo caso, così come per altri territori, la nostra meta non è dove pensiamo sia, ma un abbondante migliaio di chilometri più a sud visto che la terra protesa verso l'Alaska è la ben più fredda e polare Chukotka (quella che sbuca nell'emisfero occidentale delle cartine piane e che solo 100 km di stretto la separano dal continente Americano). Dove andiamo noi, invece, d'estate si raggiungono i 30 gradi. Siamo alla latitudine della Gran Bretagna, ma il clima è comunque più rigido per via dell'esposizione ai venti artici e alle freddi correnti marine.
La base della vacanza che stiamo pregustando è Petropavlovsk, fondata nel 1740 da un certo signor Bering, raggiungibile normalmente in aereo (se non via mare, anche se non ho ancora trovato i dettagli delle linee). Da qui i tour-operator ci porteranno in giro con i fuoristrada, per una visita non del tutto a buon mercato (comunque molto più economica delle normali spedizioni polari) ma unica. Ci troviamo su una penisola lunga 1200 km e larga circa una volta e mezzo la nostra Italia, bagnata non dal Mediterraneo ma dal mare di Okhotsk verso Occidente e dallo Stretto intitolato al fondatore della capitale a Oriente, in mezzo all'oceano Pacifico. Al largo, la fossa delle Curili porta a oltre 10 chilometri di profondità. Dopo un volo con la mente ai racconti di papà, quando da bambini ci portava nella Fossa delle Marianne a bordo del sommergibile, mi rendo conto che mi fermerò a una visita terrestre. E che visita!
Immersi in un ambiente naturale incontaminato, dalla nostra base possiamo cominciare con un giro in battello per la baia di Avacha, dove osservare particolari faraglioni e specie di uccelli e gabbiani. Le jeep ci porteranno in giro per centinaia di chilometri: al villaggio di Esso potremo incontrare le etnie russe mescolate con i mongoli-siberiani che danno vita alle loro rappresentazioni indigene.
Si può sorvolare in elicottero la valle dei Geyser, disseminati in mezzo ad alti vulcani e cime montane: possiamo scalarli, e giungere fino agli infernali paesaggi dei crateri che raggiungiamo dopo ore di cammino, dotati delle nostre tende e provviste. Percorrendo l'unica strada ghiaiosa che attraversa la penisola, arriveremo agli accampamenti lungo i fiumi, il principale dei quali (il Kamchatka) si attraversa con un ponte di barche, vedremo le cascate di Vodopadnaya vicino al vulcano Tolbachik, ci bagneremo nelle pozze termali giocando coi fanghi generatisi in questo paesaggio dove il freddo artico viene mitigato dal calore terrestre. Passeremo per la Foresta Morta, uccisa dalla lava che ancora scorre pochi metri sotto di noi.
Chi lo avrebbe mai detto. E se adesso non sapete da che parte cominciare a sgooglare potete partire da qui .
Morale, se da bambini è così divertente fare la guerra per finta nei giochi di società, trovarsi da adulti a fare le vacanze in santa pace all'altro capo del mondo non ha prezzo.
Per chi è partito a bordo della sua motocicletta per raggiungere le foci del Volga, o ne ha letto le avventure, pensare che alla Russia si sia più vicini dall'Italia piuttosto che dalla Russia stessa non è nuovo. Non lo è per gli amici di Inta che scendono sulla costa di Soci in treno, ma lo diventa per chi vuole partire per la Kamchatka: siamo quasi agli antipodi, verso la linea del cambiamento del giorno. L'abbiamo sempre avuta lì a portata di dado. l'abbiamo invasa e ci abbiamo combattuto, manca solo una cosa: quella lontana terra dalla quale si può compiere il giro del mondo sulla plancia del famoso gioco di società è una bellissima meta turistica.
Lo scopriamo su Internet e cerchiamo di raccapezzarci con i nostri soldatini, ormai cresciuti, per l'occasione vestiti da turisti in abbigliamento da trekking. La prima cosa che abbiamo imparato dal Risiko è il modo originale di raggruppare e nominare le terre emerse: in questo caso, così come per altri territori, la nostra meta non è dove pensiamo sia, ma un abbondante migliaio di chilometri più a sud visto che la terra protesa verso l'Alaska è la ben più fredda e polare Chukotka (quella che sbuca nell'emisfero occidentale delle cartine piane e che solo 100 km di stretto la separano dal continente Americano). Dove andiamo noi, invece, d'estate si raggiungono i 30 gradi. Siamo alla latitudine della Gran Bretagna, ma il clima è comunque più rigido per via dell'esposizione ai venti artici e alle freddi correnti marine.
La base della vacanza che stiamo pregustando è Petropavlovsk, fondata nel 1740 da un certo signor Bering, raggiungibile normalmente in aereo (se non via mare, anche se non ho ancora trovato i dettagli delle linee). Da qui i tour-operator ci porteranno in giro con i fuoristrada, per una visita non del tutto a buon mercato (comunque molto più economica delle normali spedizioni polari) ma unica. Ci troviamo su una penisola lunga 1200 km e larga circa una volta e mezzo la nostra Italia, bagnata non dal Mediterraneo ma dal mare di Okhotsk verso Occidente e dallo Stretto intitolato al fondatore della capitale a Oriente, in mezzo all'oceano Pacifico. Al largo, la fossa delle Curili porta a oltre 10 chilometri di profondità. Dopo un volo con la mente ai racconti di papà, quando da bambini ci portava nella Fossa delle Marianne a bordo del sommergibile, mi rendo conto che mi fermerò a una visita terrestre. E che visita!
Immersi in un ambiente naturale incontaminato, dalla nostra base possiamo cominciare con un giro in battello per la baia di Avacha, dove osservare particolari faraglioni e specie di uccelli e gabbiani. Le jeep ci porteranno in giro per centinaia di chilometri: al villaggio di Esso potremo incontrare le etnie russe mescolate con i mongoli-siberiani che danno vita alle loro rappresentazioni indigene.
Si può sorvolare in elicottero la valle dei Geyser, disseminati in mezzo ad alti vulcani e cime montane: possiamo scalarli, e giungere fino agli infernali paesaggi dei crateri che raggiungiamo dopo ore di cammino, dotati delle nostre tende e provviste. Percorrendo l'unica strada ghiaiosa che attraversa la penisola, arriveremo agli accampamenti lungo i fiumi, il principale dei quali (il Kamchatka) si attraversa con un ponte di barche, vedremo le cascate di Vodopadnaya vicino al vulcano Tolbachik, ci bagneremo nelle pozze termali giocando coi fanghi generatisi in questo paesaggio dove il freddo artico viene mitigato dal calore terrestre. Passeremo per la Foresta Morta, uccisa dalla lava che ancora scorre pochi metri sotto di noi.
Chi lo avrebbe mai detto. E se adesso non sapete da che parte cominciare a sgooglare potete partire da qui .
Morale, se da bambini è così divertente fare la guerra per finta nei giochi di società, trovarsi da adulti a fare le vacanze in santa pace all'altro capo del mondo non ha prezzo.