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Scritto da nel Numero 85 - 1 Dicembre 2011, Scienza | 0 commenti

Giovani per sempre

Da un po’ di tempo i vampiri, sia nella letteratura che nel cinema, vanno per la maggiore. Un successo di cui il buon conte Dracula andrebbe fiero, anche se forse il nobiluomo transilvano resterebbe deluso se scoprisse che, nelle profondità del cosmo, da miliardi di anni esistono stelle che sembrano praticare la sua attività preferita.

Le vagabonde blu, è il nome suggestivo attribuito a questi astri, dimostrano una singolare analogia con il personaggio creato da Bram Stoker, nutrendosi non di sangue, ma della massa di altri corpi celesti. A dispetto del loro colore, tipico di stelle giovani, calde e brillanti, le blue straggler sono molto antiche, alcune, con i loro 13 miliardi di anni, hanno visto l’ alba dell’ universo.

La loro eterna giovinezza è il frutto di un assorbimento di massa a spese di un malcapitato astro contiguo. Un vero e proprio vampirismo cosmico che permette a queste stelle, belle e pericolose, di rafforzarsi e continuare a vivere sacrificando le loro compagne. Rare e difficili da identificare, le vagabonde blu sono state individuate all’ interno di diversi ammassi globulari, dove succhiano materia dalle loro vittime, come nella migliore tradizione della saga di Twilight. Un comportamento, quello delle blue straggler, in aperta contraddizione con la consolidata teoria dell'evoluzione stellare.

Il ciclo vitale di una stella è legato alla velocità con cui l’ astro consuma il suo combustibile interno, il cuore di idrogeno che innesca le reazioni termonucleari. Maggiore è la massa del corpo celeste più rapida sarà la sua fine. L’ accensione del motore stellare avviene nel omento in cui, sotto la spinta di una pressione spaventosa, gli atomi di idrogeno iniziano a fondersi convertendosi in elio. Questa reazione libera una quantità di energia che compensa la forza di gravità degli strati superiori, che porterebbe la stella a collassate su se stessa. Quando l' idrogeno del nucleo si esaurisce, dopo milioni o miliardi di anni secondo la massa dell’ astro, viene meno l’ equilibrio del sistema. Sotto la spinta della gravità la stella inizia a contrarsi  e mentre l’ elio si accumula all’ interno del nucleo, l’ idrogeno continua a fondersi negli strati più superficiali. L’ energia liberata da questa reazione fa espandere  la stella. L’ astro aumenta a dismisura le sue dimensioni e inizia a raffreddarsi,  diventando una gigante rossa. Col tempo, non valutabile su scala umana, la stella perderà gran parte della sua massa, in gran parte sotto forma di vento stellare, riducendosi a un piccolo astro di dimensioni simili al nostro pianeta, una nana bianca.

Questo ciclo evolutivo non è quello seguito dalle vagabonde blu. Pur essendo molto vecchie queste stelle mantengono intatto l’ aspetto tipico di astri appena formati. Un’ eterna giovinezza sospetta, diventata il principale indizio su cui si fonda l’ ipotesi di vampirismo spazlale formulata dagli astronomi Aaron Geller, della Northwestern University e Robert Mathieu, della University of Wisconsin-Madison, dopo aver studiato l' ammasso stellare NGC 188, nella costellazione di Cefeo a 5.000 anni luce dalla Terra. Si tratta di uno dei raggruppamenti stellari più antichi, composto da diverse migliaia di astri coetanei, al cui interno sono state individuate una ventina di vagabonde blu. A risultati analoghi è giunto anche un team di cui fa parte Francesco Ferraro, astrofisico dell’ università di Bologna, che nel Sistema stellare M30, nella periferia della Via lattea a 28.000 anni luce, ha individuato due gruppi di vagabonde blu. 

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