Polonia: Il dopo-Smolensk e l'eredità di Tusk
Alle 8.50 di sabato 17 Aprile un' irrequieta Varsavia viene interrotta dal risuonare improvviso di decine di sirene. Una in particolare sovrasta le altre, propagando il suo suono per la città ancora intorpidita.
L'ora ed il giorno non sono casuali: esattamente una settimana prima, l'aereo che trasportava il presidente Polacco Kaczynsky, la consorte e decine fra funzionari, generali dell' esercito e membri del governo precipitava a poca distanza da Smolensk, in Russia. A rendere più amaro quanto accaduto è il fatto che queste persone avrebbero dovuto presenziare ad una cerimonia per commemorare le vittime del massacro di Katyn, perpetrato dalla polizia sovietica NKVD tra l'Aprile e il Maggio 1940. Oggi, nel 2010, altri polacchi hanno trovato la morte in quegli stessi luoghi, nonostante le cause e i contesti siano profondamente differenti.
Durante il risuonare delle sirene davanti alla stazione Warszawa Centralna e al Palazzo della Cultura, l'elefantiaco testimone del passato sovietico, per strada regna sovrano il più assordante dei silenzi. Nessuno parla. Pressochè tutti i pedoni si fermano, qualcuno fa indugiare lo sguardo nel vuoto, qualcun altro guarda verso il basso.
E' l'immagine rappresentativa di un paese disorientato che ha visto scomparire dall'oggi al domani gran parte della sua classe dirigente, e che dovrà ora iniziare uno sforzo per colmare il vuoto istituzionale che ne è derivato.
Si ferma immobile anche un nutrito gruppo di persone arrivate nella capitale in mattinata. Molti di loro hanno bandiere polacche, tutte rigorosamente con un drappo nero in segno di lutto.
Non sono le uniche bandiere a sventolare questi giorni nella città: ovunque si volga lo sguardo se ne vede una al vento: alle finestre, sui portoni, in molte macchine, sui mezzi pubblici, addirittura in piccole versioni da appuntare sui vestiti. All'ingresso di molti condomini ci sono microcosmi di lumicini, foto e fiori in ricordo dei 96 di Smolensk.
Durante il pomeriggio in Piazza Pilsudski vengono tenute altre cerimonie. Migliaia di persone, molte televisioni e autorità sono sul posto. Pressochè ogni fascia sociale e d'età, dalle giovani coppie con o senza figli a quelle più mature scendono in strada per avviarsi verso l'appuntamento. Il dispiegamento delle forze di polizia è di notevoli proporzioni. Per consentire a tutti di vedere e sentire i discorsi e la messa che da li a poco viene celebrata, vengono approntati dei maxischermi, mentre al centro della piazza svetta un palco con una gigantografia delle foto delle vittime. La scomparsa del presidente è veramente sentita a livello popolare? Il cordoglio può dirsi generalizzato oppure no? La risposta ad entrambe le domande è un parziale si.
Nonostante l'evento sia stato molto sentito anche tra i giovani, proprio in una parte (sembrerebbe minoritaria) di questa fascia della popolazione risiede un sostanziale disinteresse per tutto quello che è accaduto, e più in generale una disillusione nei confronti della politica.
Riguardo alle elezioni, la data delle stesse sarà annunciata il 21 Aprile al Sejim (la camera bassa). Secondo
Chi è quindi ora l'uomo forte in Polonia?
Indubbiamente il Primo Ministro Tusk, co-fondatore del partito Piattaforma Civica e già in precedenza personalità importante, sembra comunque assurgere bene al compito di tenere unita la nazione evitando lacerazioni interne. Il disegno di Tusk riguardo al paese è molto chiaro: una Polonia fortemente europea, favorevole all'integrazione economica e politica dell' Unione. A conferma delle velleità europeiste del Primo Ministro, già in precedenza sostenitore del trattato di Lisbona, si pone la sua volontà di portare
Riguardo la politica estera, un forte miglioramento delle relazioni con Germania e Russia (danneggiate in parte durante la presidenza Kaczynski) sembra essere una delle priorità del Primo Ministro polacco, con un particolare occhio di riguardo alle questioni di politica energetica che inevitabilmente verranno a sorgere con la seconda delle due. In materia di sicurezza continua il supporto all'alleato americano ed in particolar modo al progetto sulla costruzione di un sistema missilistico di difesa. In precedenza osteggiato dallo stesso Tusk in quanto visto come possibile causa di attriti con i vicini Russi, il progetto è stato approvato anche se recentemente è stata supportata un'altra versione dello stesso: un sistema più piccolo, mobile e che impieghi missili a corto raggio.
Mentre la politica segue il suo inevitabile corso, a due settimane dalla tragedia tante bandiere vengono riposte e lo sguardo della Polonia ricomincia a guardare in avanti, verso il futuro.
Bell'articolo Stefano! Complimenti!