Il testamento biologico e i 41 ribelli
Il tema del testamento biologico è tornato sui tavoli dei lavori del Parlamento italiano. Il caso di Eluana Englaro è in un certo modo il simbolo di quanto il Paese sia diviso sull’argomento. Molti, associazioni, rappresentanti della Chiesa in prima linea a esprimere il proprio no all'interruzione della nutrizione artificiale. I laici invece schierati nella difesa delle volontà di Eluana, anche in assenza di un testamento biologico.
Chi non ricorda il Berlusconi di quei giorni in cui diceva: "Eluana potrebbe generare dei figli".
Il 9 febbraio 2009 quando in Senato giunge la notizia della morte di Eluana dopo il minuto di silenzio, scoppia la bagarre, dai banchi del centrodestra si alza il coro: "assassini, assassini". Ebbene, il tema del testamento biologico ha creato non poche polemiche anche all'interno dello Stato del Vaticano. All'ombra di San Pietro, il Vaticano, nei giorni scorsi, attraverso una nota ha comunicato tutta la propria condanna nei confronti di 41 sacerdoti, accusati di essersi schierati a favore della libertà di scelta sulla fine della vita. Il fatto risale al febbraio del 2009 quando i 41 incriminati firmarono un appello sul testamento biologico pubblicato dalla rivista Micromega. La raccolta di firme avvenne in Piazza Farnese il 21 febbraio, con lo slogan: "Sì alla vita, no alla tortura di stato". La notizia non è trapelata sui principali media, ma grazie a www.asud.net. Nell'appello le seguenti parole: "La legge sul testamento biologico che il governo e la maggioranza si apprestano a votare imprigiona la libertà di tutti i protagonisti coinvolti al momento supremo della morte. Con la forza della ragione e la serenità della fede ci opponiamo a un intervento legislativo che mortifichi la libertà di coscienza. Come credenti riteniamo che chiunque come è stato libero di vivere la propria vita, così possa decidere anche di morire in pace, quando non c'è speranza di migliorare le proprie condizioni di esistenza umana" .
Ebbene,
Ma chi sono questi 41 ribelli? Alcuni sono noti altri meno. C'è don Angelo Cassano, sacerdote di Bari, dove da anni si batte per i diritti dei migranti che arrivano dal mare e sulla soppressione dei CPT, i centri di permanenza temporanea, che soprattutto al sud hanno dato alla ribalta nazionale episodi di inciviltà e totale violazione dei diritti dell'uomo. Tra i quarantuno figura anche don Andrea Gallo, sostenitore attivo del movimento NO Dal Molin e vicino alle istanze del mondo omosessuale, don Alessandro Santoro, che vive a Piegge, quartiere periferico di Firenze senza chiesa e parrocchia, vive in strada tra gli emarginati. Ma non solo: a questi di aggiungono don Vitalino, definito sulla stampa come il prete no global, e don Albino Bizzotto dei Beati Costruttori di Pace, con cui spesso coopera in attività di pace e sviluppo soprattutto in America Latina.
Dunque tempi duri per i 41 sacerdoti. La severità del richiamo va vista però in un'ottica più grande. Basta andare sul blog www.fidesetforma.blogspot.com, dove l'argomento è stato affrontato in maniera più ampia e forse sorprendente, in cui i 41 dissidenti vengono descritti nella maniere più incredibili. Don Gallo viene descritto come "…il notissimo autore del calendario dei trans genovesi…", mentre don Albino Bizzotto è definito "…il prete che collabora con Liberazione e adesso sciopera per la base Dal Molin come Pannella o i monaci Birmani…".
Qualcosa non va soprattutto se a ciò si aggiunge che lo scorso 17 febbraio il leghista Roberto Calderoli viene insignito del premio "Giovanni Paolo II", premio conferito nel
I 41 preti saranno molto probabilmente richiamati all'ordine ma non puniti, troppo importanti sono i ruoli che questi uomini di chiesa svolgono nella quotidianità , soprattutto negli angoli più remoti dell'emarginazione sociale.
Francesco Coalfemmina, curatore del blog Fides et Forma, intervenendo sulla questione dei 41 e rispondendo a chi ha cercato di diffondere la notizia su scala nazionale ha scritto: "…