All'alba del cosmo
Lanciato dalla base spaziale europea di Kourou, nella Guiana Francese, insieme al compagno Herschel, il satellite Planck è entrato in orbita intorno alla Terra a una distanza di 1.500.000 chilometri.
L' obiettivo della missione è una ricerca approfondita sulla radiazione cosmica di fondo, o CMBR (Cosmic Microwave Background Radiation ), l' eco dell' esplosione primordiale che, secondo la teoria prevalente, avrebbe dato origine all' universo.
Dopo i primi 90 giorni, nel corso dei quali trasmetterà dati diagnostici sul suo corretto funzionamento, Planck inizierà il suo lavoro di ricerca, scandagliando il cosmo con una copertura di frequenze d' onda mai raggiunta da altri strumenti. In questo modo sarà possibile separare con estrema precisione la radiazione fossile da quelle provenienti da altri oggetti celesti.
Gli strumenti a bordo del satellite, alla cui realizzazione ha contribuito l' Agenzia Spaziale Italiana, saranno in grado di rilevare le particelle luminose, i fotoni, del fondo cosmico e realizzare una mappa dell'universo a circa 380.000 anni dalla sua nascita.
Su scala cosmologica è come guardare un neonato, se oggi l' universo fosse una persona di 80 anni, la mappa di Planck sarà una ” fotografia ” scattata a meno di un giorno di età.
La radiazione fossile è caratterizzata da una lunghezza d' onda molto bassa, circa 0,2 centimetri, e da una temperatura di -270°, appena tre gradi sopra lo zero assoluto.
Questi parametri estremi si spiegano con la progressiva espansione e il conseguente raffreddamento dell'Universo.
La radiazione di fondo venne scoperta nel 1964 dagli ingegneri americani Arno Penzias e Robert Wilson. I due stavano mettendo a punto un radiometro per fini astronomici, quando rilevarono un' interferenza sulla frequenza delle microonde. Il disturbo non era dovuto a cause strumentali o a sorgenti radio note, inoltre risultava isotropo, cioè con la stessa intensità qualunque fosse la direzione verso cui si puntava l' antenna. Dopo un anno di analisi e verifiche, fu anche preso in considerazione come causa del disturbo lo sterco dei piccioni sull' antenna, Penzias e Wilson giunsero alla conclusione che questa radiazione fosse di natura extraterrestre. Questa scoperta valse ai due ricercatori il premio Nobel nel 1978.
Un passo avanti fondamentale nello studio della CMBR è stato fatto grazie al satellite COBE, messo in orbita nel 1991. Gli strumenti di bordo confermarono che la radiazione aveva esattamente il profilo di intensità previsto dalla teoria.
Lo studio del fondo cosmico può essere assimilato a quello che compiono i paleontologi sulla Terra, quando analizzano le tracce fossili per comprendere le condizioni del nostro pianeta in epoche passate.
Ma mentre lo stato di conservazione dei fossili terrestri spesso non consente di avere informazioni precise, la radiazione cosmica è un fossile che si è mantenuto benissimo anche dopo 14 miliardi di anni.