L'Italia chiude le porte a centinaia di docenti stranieri
Hugues Sheeren (Università di Bologna) il seguente comunicato stampa “Cancellazione della figura del “lettore di scambio” nelle università italiane”.
Come rivista di “libero pensiero”, riteniamo doveroso accogliere e divulgare simili denunce, mettendo in luce le problematiche conseguenze delle decisioni del Governo Berlusconi in tema di “istruzione universitaria”.
I “lettori di scambio” che lavorano presso gli Atenei italiani vengono da tutte le parti del mondo: dall'Austria, dalla Francia, dalla Germania, dalla Spagna, dalla Slovenia, ma anche da paesi più lontani come il Brasile, la Cina, il Messico, la Turchia.
Sono una centinaia circa in tutt'Italia, sono chiamati “Lettori di scambio”, perché avendo passato una selezione nel loro paese di origine, sono stati mandati in Italia nell'ambito di accordi culturali bilaterali tra l'Italia e il loro paese. Docenti laureati inviati tramite l'ambasciata per insegnare la propria lingua e trasmettere la propria cultura, svolgono il loro lavoro nelle università italiane da decenni (alcuni accordi storici risalgono agli anni '40-'50) mentre circa 175 insegnanti italiani lavorerebbero all'estero grazie a questi scambi.
Questa bella lunga storia di scambi culturali finisce qui…
Con l'art. 24 (“Taglia leggi”) della legge 133 (6 agosto 2008), il Governo italiano ha abrogato le disposizioni della legge 62/1967, eliminando d'un sol colpo, la figura del “lettore di scambio” in tutti gli Atenei italiani. Delle convenzioni internazionali sono state interrotte in modo improvviso e ciò senza alcuna preventiva informazione a questo proposito alle rappresentanze diplomatiche dei paesi con i quali, da decenni, esistono degli accordi.
Con questa clamorosa e assurda decisione il governo Berlusconi dimostra un'altra volta l`intenzione di distruggere l`istruzione scolastica e universitaria perché questa decisione significa una forte e pesante riduzione nell`insegnamento delle lingue a rischio di vedere scomparire completamente, per alcune università, lingue meno studiate come l'ebraico, lo sloveno, il danese o il polacco…
Oltre alle attività didattiche (lezioni di lingua, letteratura, traduzione e storia culturale; tutorati, correlazioni di tesi, ecc.), il lettore di scambio ha sempre svolto un ruolo molto attivo nella promozione delle culture del suo paese, coordinando (o partecipando a) anche importanti iniziative, culturali e scientifiche, come convegni, progetti di ricerca, rassegne cinematografiche in lingua originale; seminari in varie discipline, mostre, concerti, coedizioni, traduzioni di autori italiani ecc. In molti casi, queste manifestazioni hanno visto la partecipazione di importanti personalità straniere e, non di rado, di istituzioni estere che, secondo le circostanze, hanno fornito aiuto e materiali utili all'allestimento di quelle stesse manifestazioni. Risaputa è, poi, la stretta relazione intercorrente fra i lettori di scambio e le istituzioni culturali straniere in Italia, come il British Council, l'Istituto Cervantes, il Goethe-Institut, l' Alliance Française e i consolati e le ambasciate presenti sul territorio italiano.
Ricordo ancora il prezioso apporto dato alla migliore conoscenza dei sistemi di studio vigenti all'estero, nonché delle modalità con cui studenti e ricercatori italiani possono avere accesso a borse di studio offerte dai paesi di origine dei lettori di scambio; l'opera di informazione e mediazione offerta agli studenti stranieri presenti in Italia; l'organizzazione di scambi culturali e linguistici fra scuole e Università italiane ed estere ecc.
Il lettore di scambio ha sempre rappresentato un investimento nei rapporti culturali tra l´Italia ed il resto del mondo; se il Governo non rettifica la gaffe diplomatica compiuta, la sua eliminazione rappresenterà un gravissimo danno per i rapporti internazionali degli Atenei e va decisamente contro la politica di internazionalizzazione che molte università cercano di perseguire. Pare inverosimile che l'Italia voglia privarsi del contributo di una figura professionale per tanti aspetti fondamentale nel generale, indispensabile processo di internazionalizzazione. Neppure va trascurata la caduta nel ranking delle università del mondo che l'eliminazione di questo personale fatalmente causerebbe, essendo il numero dei docenti stranieri un indice significativo preso in esame. E pensare che oggi su 20 milioni di laureati dei paesi Ocse che arricchiscono i paesi nei quali si sono trasferiti, quelli che hanno scelto l'Italia sono lo 0,7%, Un dato umiliante.
Ricordiamo anche che una tale misura potrebbe compromettere la posizione della figura corrispondente all' estero ovvero del lettore di scambio italiano, che contribuisce alla diffusione della lingua e cultura italiana nel mondo. Le conseguenze dal punto di vista della credibilità delle istituzioni italiane all'estero non sono neppure trascurabili.
Per tutte queste ragioni, si spera rapidamente che il Governo voglia intervenire al fine di correggere un iter legislativo che minaccia di causare gravissimo detrimento alle università italiane. ll Governo faccia un passo indietro e pensi bene alle gravissime conseguenze che questa decisione avrà sull'istruzione e sul prezioso patrimonio linguistico culturale che rappresentano questi accordi. Sarebbero anche auspicabile che le università prendano una posizione chiara e comune al riguardo perché finora, non stanno facendo praticamente nulla per tenere i docenti stranieri che da anni lavorano per loro.