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Scritto da nel Numero 53 - 16 Gennaio 2009, Scienza | 1 commento

Che ne sarà di Plutone?

Se il 2007 fu l’anno dell’onta per Plutone, che si vide retrocesso da nono pianeta del sistema solare a pianeta nano, nel 2009 potrebbe arrivare il momento della riscossa.
I sostenitori del lontano corpo celeste, circa cinque miliardi di chilometri dal Sole, si stanno organizzando per tentare di ribaltare il verdetto di declassamento deciso due anni fa dall'Unione Astronomica Internazionale.
Una presa di posizione autorevole, anche se non disinteressata, a favore del reintegro planetario di Plutone è quella della Nasa. L’ente spaziale americano, con un investimento di diverse centinaia di milioni di dollari, nel 2006 ha lanciato la sonda New Horizon che dovrebbe raggiungere il corpo celeste nel 2015. Naturalmente sarà molto più prestigioso avvicinarsi per la prima volta al nono e più lontano pianeta del sistema solare, piuttosto che su un plutoide, l’attuale classificazione di Plutone, come tanti altri corpi ghiacciati presenti in quella zona.
Al di là del suo aspetto metodologico, la disputa sul destino di Plutone rende bene l’idea di quale sia la complessità del cosmo, anche se considerato in una minuscola porzione come quella nella quale ci troviamo.
Nel suo piccolo il sistema solare presenta una grande varietà di corpi celesti e grandi differenze anche fra oggetti dello stesso tipo. Un ottimo esempio è rappresentato proprio dai pianeti divisi nelle due tipologie dei tellurici, quelli interni fino a Marte, e dei gassosi, i pianeti giganti fino a Nettuno.
Fra gli altri corpi che popolano il sistema solare gli astronomi hanno stimato che siano presenti più di 400.000 asteroidi e oltre mille miliardi di comete, anche se quelle conosciute sono poche centinaia.
Con una simile complessità le classificazioni dei corpi celesti sono molto labili e il confine fra una tipologia e l’altra piuttosto sottile. Alcuni satelliti, come Titano e Tritone, sono più grandi di Plutone e molto simili, anche come dimensioni, a Mercurio.
Non a caso la disputa su Plutone nasce anche da una definizione non unanime del concetto di pianeta. Secondo l'Unione Astronomica Internazionale, l’ente che ha deciso di declassare l’ex nono pianeta, sono considerati tali quei corpi celesti che orbitano attorno al Sole, che sono abbastanza massicci da essere resi sferici dalla gravità e sono riusciti a pulire la loro orbita da altri frammenti e detriti.
Gli stessi confini del nostro sistema solare non sono ancora identificabili con certezza. Un aiuto in tal senso potrebbe arrivare dalle sonde Voyager, giunte probabilmente all’estrema periferia del sistema solare. Dopo oltre 30 anni di viaggio -furono lanciate nel 1977- questi straordinari strumenti sono quasi al termine della loro operatività, ma prima di spegnersi forse riusciranno a dirci qualcosa sul punto dove cessa l’influenza della nostra stella e inizia lo spazio siderale.
Notevoli risultati sono attesi anche dalla sonda Ibex lanciata nel 2008 dalla Nasa e dotata di strumenti innovativi in grado di mappare le turbolenze e i campi magnetici di una vasta area dello spazio dove le particelle dei venti solari si scontrano con quelle interstellari.

1 Commento

  1. povero Plutone: l'ho sempre saputo nono pianeta e protesto vivacemente per il suo declassamento!!!

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