La neve che Milano non sa guardare
Milano, in occasione dell'ondata di maltempo che ha colpito il nord Italia, non si è dimostrata all'altezza del suo voler essere metropoli europea. Non per la presunta assenza di mezzi spazzaneve o per la mancata pulizia delle strade, non si può certo colpevolizzare il sindaco e le autorità per questo. Quando cadono 40 centimetri di neve in poco meno di 30 ore (nevicata di notevoli proporzioni per una città di pianura) è normale, fisiologico che ci siano delle ripercussioni. I mezzi sono passati, ma lo strato di neve si è subito riformato e di certo non si può pensare che tutte le strade di una grande città vengano pulite in continuazione, e di certo non si può pensare di dotare Milano di ulteriori mezzi spazzaneve, che servono solo per qualche giorno all'anno.
Milano, tutta, ha peccato di eccesso di "efficientismo". Ha voluto rimanere aperta, continuare la vita di tutti i giorni pensando di poter battere il maltempo. La mancata chiusura delle scuole è l'esempio più lampante. Chiudere le scuole in occasione di una nevicata eccezionale per una città di pianura è un atto di semplice buonsenso. Invece no, Letizia Moratti (e non la si colpevolizzi oltremodo, ha interpretato il provincialismo di tutti noi) ha deciso di tenere aperte le scuole, volendo dimostrare al mondo che Milano non si ferma di fronte a nulla. In questo sta il provincialismo. Una grande città che vuole essere europea, nodo di una rete globale, sa quando deve fermarsi e quando deve sopportare dei disagi momentanei. Fermare le scuole, chiudere per un giorno i servizi pubblici non fondamentali, ridurre ai soli servizi essenziali l'attività della città. Questo sarebbe stato un comportamento efficiente e non "efficientista". Una decisione simile avrebbe consentito interventi migliori per ripristinare la viabilità e per evitare i disagi che, puntualmente, invece si sono verificati.
Eppure i segnali c'erano. La protezione civile aveva ampiamente preannunciato una nevicata di serie proporzioni, attivando i "codice 1" con buona scelta di tempo. Tali previsioni avrebbero dovuto condurre le autorità a compiere scelte con largo anticipo, nella direzione prima accennata.
Informare per tempo sulle chiusure di scuole e servizi, chiedere alla cittadinanza di sospendere per un giorno le normali attività sconsigliare l'uso dell'auto. Scelte di semplice buonsenso. Prendere atto di eventi meteo eccezionali e affrontarli con pazienza è meno provinciale e più efficiente del continuare a tutti i costi a voler andare avanti a testa bassa, dimostrando però poi di non esserne capaci.