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Scritto da nel Numero 50 - 16 Novembre 2008, Tempo e spazio liberi | 0 commenti

Commedia sexy a Barcellona, d'estate

Woody Allen sostiene di lasciare molta libertà agli attori. Possono cambiare le battute; non vuole che si sentano intrappolati nello script. Viene da chiedersi come mai, allora, Penelope Cruz, sembri proprio un'altra attrice, in questo film, per la sua azzeccatissima interpretazione. Il regista ha lasciato che lei e l'attore Javier Bardem, protagonista maschile del film, improvvisassero ed utilizzassero liberamente spagnolo ed inglese per recitare i dialoghi insieme. Ha potuto farlo perché si fidava totalmente di loro e del loro talento come attori; li guardava recitare, gli piacevano, e sapeva che avrebbero usato le parole giuste. In ogni caso Penelope Cruz ha precisato, in conferenza stampa: mi sentivo molto meno libera di cambiare le parole dello script in inglese: You don't change a Woody Allen line.
Già, non cambi una battuta scritta da Woody Allen. Anche perché quello è un film di Woody Allen, ed il pubblico ha probabilmente piacere che resti tale. C'è un modo di guardare al mondo, nei suoi film, a cui ci si affeziona, che si ricerca ogni volta ed ogni volta, con piacere, si ritrova.
Le domande che si pone sul significato della vita sono spesso nascoste in dialoghi leggeri, divertenti, che fanno ridere e sorridere, ma sono sempre presenti. E questa volta è lì a chiederti: è forse l'amore a dare un senso alla vita? Forse è più facile capire cosa non dà senso alle cose. Così come per Cristina (Scarlett Johansson) è più facile capire cosa non vuole nella vita.

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Il film è ambientato a Barcellona, dove Vicky e Cristina, due amiche statunitensi, trascorrono l'estate ospiti di una parente di Vicky. La padrona di casa le invita ad un evento in una galleria d'arte, dove incontrano Juan Antonio, un pittore che, presentandosi e dichiarandosi da subito interessato ad entrambe, le invita a trascorrere un week-end con lui. I caratteri, opposti, delle due ragazze, le portano ad agire in modi diversi ma sembra che il risultato sia lo stesso per entrambe; a rendere la storia ulteriormente intricata, entra in scena anche la ex-moglie di Juan Antonio (Penelope Cruz), passionale e un po' fuori di testa.
Tutti i personaggi, tranne, forse, Juan Antonio, che assapora il succedersi degli eventi senza fermarsi a riflettere troppo (“la città è romantica, la notte è calda e profumata, e noi siamo vivi. Significa poco questo per te?”), sembrano lottare contro una vita che amerebbe costruirsi da sé, per caso o per destino.
Se Woody Allen ha fatto e continua a fare, come teorizzava Truffaut sui registi-autori, sempre lo stesso film, qui il personaggio nevrotico è quello interpretato da Scarlett Johansson; non ha, certo, i modi di fare nervosi del Woody Allen attore, ma è chiaro dalla caratterizzazione del suo personaggio: viene definita come nevrotica dal normalissimo quasi-marito di Vicky, si dichiara sempre in cerca di un qualcosa che non sa definire, si sente più vicina alla cultura europea che a quella “puritana” statunitense ed è estremamente affascinata dall'arte, in tutte le sue forme. Ricorda un po' Harry (a pezzi), che si considerava troppo nevrotico per funzionare nella vita, ma capace di funzionare solo nell'arte.

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