La mostra dedicata al tempo libero dei Romani a Ravenna
Dopo un viaggio lontano nello spazio (in America), ma relativamente vicino nel tempo (il secolo scorso), questa volta sono andato molto più vicino nello spazio, ma lontano nei secoli, a curiosare nel tempo libero degli antichi romani.
Ho visitato la mostra Otium. L'arte di vivere nelle domus romane di età imperiale a Ravenna, nel complesso di S. Nicolò, che fino al 5 ottobre racconta l'arte di vivere dei romani, fra delizie del corpo e piaceri dello spirito attraverso oltre 100 preziosi reperti archeologici, fra i quali inediti mosaici ravennati e alcuni splendidi affreschi pompeiani.
L'esposizione illustra la vita nelle domus e nelle villae dei ceti più abbienti dell'Impero Romano, nei primi secoli della nostra era. Per le classi dominanti dell'epoca, l'otium è quel complesso di attività intellettuali e meditative, ricreative e ristoratrici che caratterizza uno stile di vita assai sofisticato e distintivo. A differenza di altre epoche e culture, i romani di rango elevato concepivano l'ozio come essenziale spazio di libertà e come momento di necessario completamento rispetto agli obblighi del lavoro e agli impegni di carattere pubblico, e certo non in contrasto con quelli. L'otium era il tempo dedicato alla cura di sé, lo spazio dell'anima e il piacere del corpo. I romani, da soli o in compagnia, passeggiavano e meditavano, si dedicavano alla lettura, alla conversazione, alla dettatura, in altre parole all'otium intellettuale, di cui sono partecipi anche le dominae che coltivano la musica (suonata da Orfeo con la cetra e non da un cd), la pittura (al posto della televisione?), la scrittura (invece degli sms e delle mail). Accanto alla cura dello spirito c'è la cura del corpo nelle terme private (invece della jacuzzi, però come le beauty farm), che fioriscono nelle villae di campagna e nelle domus di città. E non mancano naturalmente anche i momenti di svago leggero e di gioco, sia dei bambini che degli adulti: gli uni si dilettano con bambole e noci (invece della playstation), mentre gli altri preferiscono dadi e astragali (piccoli ossicini del piede, per chi non lo ricorda usati come pedine).
Partendo da questo approccio storico-filosofico, la mostra Otium si sviluppa come un intrigante e piacevole racconto scandito da diverse sezioni tematiche: la prima è dedicata alla vita intellettuale e alla speculazione filosofica fra le mura domestiche; si continua poi con i reperti dedicati al peristilio, al giardino e alla vita all'aria aperta; due sezioni sono dedicate alla cura del corpo e alle terme private in città e in campagna; e poi ecco il rito dell'ospitalità, la vita femminile, i giochi dei fanciulli e quelli degli adulti.
La mostra è allestita come sempre all'interno della splendida cornice medievale di San Nicolò, con l'ausilio di inediti mosaici e di ambienti relativi a domus rinvenute negli strati sottostanti la Domus dei Tappeti di Pietra – e dell'area termale della vicina villa di Russi. Importanti e affascinanti reperti giungono da altri siti archeologici della regione, in particolare da Rimini, con il bellissimo Orfeo citaredo immagine-simbolo della mostra, da Verona (Ercole e Anteo), da Como (base figurata), da Firenze (statua del filosofo Ermarco). Fondamentale è l'apporto di Pompei e dell'area vesuviana, al
punto che una sezione di Otium è dedicata all'esposizione di splendide pitture pompeiane, in gran parte inedite.
Di rilievo sono diverse erme e statue di filosofi antichi, come le erme di Epicuro e Carneade (da Ravenna), la statuetta di Sofocle (da Ancona), quella di Ermarco (da Firenze) e quella di Afrodite (da Pompei). Infine, di grande importanza è la famosa bambola di Crepereia Tryphaena che per la prima volta si può ammirare lontana dai Musei Capitolini di Roma, mentre particolare curiosità suscita la stele funeraria di Lutatia Lupata, in prestito dalla città spagnola di Mérida.
Ulteriori informazioni sul sito www.otiumravenna.com