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Scritto da nel Letteratura e Filosofia, Numero 32 - 1 Febbraio 2008 | 0 commenti

“Dare forma al silenzio” Un saggio di Anna Rossi Doria

Anna Rossi Doria, docente di Storia delle Donne presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Roma “Tor Vergata”, oltre ad essere una grande storica fu tra le protagoniste del movimento femminista in Italia. Dalla sua esperienza diretta e da un'accurata analisi storica della vicenda femminile, nasce Dare forma al silenzio (Viella, 2007), un'opera che tenta di ricostruire la storia di movimenti e associazioni negli ultimi due secoli, donando nuova organicità a realtà raccontate in modo sempre frammentario ed un unico volte alle tante biografie parziali.

“Il silenzio delle donne”, dichiara Rossi Doria nella sua ultima opera, “è antico, profondo, tenace, particolarmente pesante nella sfera politica che fu a lungo, insieme al diritto, il luogo della massima esclusione delle donne. L'individualità e la cittadinanza, tra loro strettamente connesse, verranno conquistate dalle donne alla fine di un processo difficile e contrastato, durato nei paesi occidentali oltre un secolo e non interamente compiuto nemmeno oggi”.

A questo silenzio, al profondo travaglio che lo accompagna, alle piccole e grandi conquiste e alle tormentate lotte che le hanno rese possibili, sono dedicati i saggi della prima parte del libro. Dalla legislazione vittoriana sul lavoro delle donne, al suffragismo, sino alla partecipazione nella politica italiana, prima nella Resistenza (periodo storico nel quale il ruolo femminile è spesso stato sottovalutato) e poi nell'elaborazione della Costituzione, passando attraverso la conquista del voto. La seconda parte rccoglie, invece, alcuni scritti degli anni Ottanta, racconta del nostro feminismo e di come Anna Rossi Doria l'abbia vissuto in prima persona.

In Dare forma al silenzio l'autrice narra della sua esperienza diretta, del modo in cui ha vissuto quegli anni “con l'entusiasmo di quella che mi pareva un'utopia diventata concreta, una stagione felice e breve, chiusa irreparabilmente dagli eventi del 1977 e dal delitto Moro”. Di questa stagione “felice e breve”, Rossi Doria fornisce una periodizzazione che può essere scandita in quattro fasi principali: la nascita (1968-72), i collettivi (1972-74), il movimento di massa (1974-76) e la crisi (1976-79). Sarà dunque il terrorismo a porre fine alla stagione del femminismo in Italia, a porre fine al fenomeno dei movimenti, di qualunque natura, compreso il movimento operaio. Chi poi in quella stagione “felice e breve” credette davvero tentò di reagire alla crisi cercando rifugio nel lavoro culturle, nelle librerie, nelle associazioni, da qui la nascita di circoli come il “Virginia Woolf”.

Una storia quella del femminismo italiano, ancora tutta da scrivere, una storia fatta di luci e ombre, di silenzi, in cui tante vittorie e tante sconfitte aspettano ancora il loro perchè. Un movimento di massa, perchè questo è stato, che si è voluto ridimensionare ad un percorso di piccoli gruppi, se non addirittura di singole pensatrici. Un movimento, tuttavia, che non si è mai davvero estinto (si pensi alla manifestazione contro la violenza tenutasi a Roma) e che di tanto in tanto esce dal rifugio che si è costruito e torna a sollevare la testa, per far sentire ancora una volta la sua voce, e ancora una volta “dare forma al silenzio”.

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