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Scritto da nel Bologna, Numero 28 - 16 Novembre 2007 | 0 commenti

Zuvnòt versus Vciaz

“Mo cus'el tot st'armasdt a que?” Si sarà chiesto il povero Gilberto al mattino, dopo aver riaperto il centro anziani del Baraccano.

Telefonate di vicini arrabbiati per gli schiamazzi notturni, un po' di bicchieri lasciati in giro con un cartello “Puliamo domattina”, verbali della municipale e via dicendo.

Flashback: il quartiere Santo Stefano e il Centro Sociale del Baraccano hanno avviato da circa un anno una serie di iniziative per riallacciare i fili tra generazioni diverse, con l'intento di ricreare quel dialogo che ormai da tempo immemorabile è in vacanza da Bologna.

Al Baraccano si è assistito così ad un boom di iscrizioni tra gli under 30, culminata con l'investitura di due giovandoti (un giovanotto e una fanciulla per la precisione) a membri del direttivo del centro.

Un segno dei tempi probabilmente, dato che mai come oggi è diventato trendy essere anziani: grazie al blog[1] di Maso Casotti sugli umarells i cittadini più fotografati, più osservati (umarells uotching), e perchè no, ammirati, sono proprio gli over seventy.

Mai un problema, un matrimonio incredibilmente felice quello tra giovani e nonni fino a quando con il passare del tempo iniziano ad emergere le diverse esigenze delle diverse generazioni: una più propensa alla attività diurne, l'altra che non disdegna le attività che causano la tintarella di luna.

Ecco quindi il proliferare di happening by night che non trovano l'approvazione della stragrande maggioranza dei membri del centro, fino a culminare con il trittico di feste notturne che ha fatto da autentica goccia traboccatrice, durante la ricorrenza della nuova festività a stelle e strisce, Halloween (a riguardo ce ne sarebbero di cose da dire, ma evitiamo di divagare).

Musica e schiamazzi che hanno causato notti insonni ai vicini, con conseguenze facilmente immaginabili: chiamate ai vigili, verbali ed altro. Si attende con fiducia la nascita del comitato STOP AL RUMORE DEL BARACCANO.

Su proposta dello stesso direttore del centro Muro Tagliani, uno dei due membri under 30 è stato espulso dal direttivo.

Nemmeno a dirlo AN si è subito fatta portatrice delle lamentele degli abitanti. Da sempre il quartiere Santo Stefano è stato uno feudo della destra bolognese, e lo smacco avvenuto nelle elezioni del 2006 deve aver lasciato ferite profonde.

Quale occasione migliore: cittadini arrabbiati, media interessati alla vicenda, ovvero possibilità di metter sotto scacco l'attuale amministrazione di centro-sinistra con buona pace del dialogo di cui sopra.

O forse la nascita di nuovo dialogo? Da quanto sembra il prossimo consiglio di quartiere sarà una riunione atipica: Direttivo del Centro Anziani infuriato, opposizione di quartiere infuriata e stessa maggioranza infuriata, come emerge dalle dichiarazioni sui quotidiani del Presidente di Quartiere Andrea Forlani.

Meglio dire la prosecuzione di un dialogo tra Umarells.

Mi viene da pensare che sia semplicemente la prosecuzione di un processo iniziato da tempo: trasformare Bologna in un grande dormitorio, sotto la slogan BASTA OCCHIAIE.

Ma considerato che tutte le persone, attraversano una fase in cui si necessita di occhiaie profonde causate da notti più o meno brave, ci si chiede quale sia la soluzione affinché la convivenza civile permetta ad alcuni di coltivare un sano pallore dovuto alla vita da bìassanot e agli altri un bel rossore rubicondo.

Forse la distribuzione comunale di tappi per le orecchie e tisane?

“E perché no anche in bacchette da dare sulle mani ai casinisti?” potrebbe osservare Gilberto.


[1]

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