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Dall’origine al destino” mostra alla Fondazione Golinelli - L'Arengo del Viaggiatore
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Scritto da nel Arte e Spettacolo, Numero 174 - Archivio 2025 | 0 commenti

Dall’origine al destino” mostra alla Fondazione Golinelli

Dall’origine al destino” mostra alla Fondazione Golinelli

Questa volta l’Arengo del viaggiatore fa un viaggio nel tempo, dagli albori della civiltà ai tempi moderni.

Se si riesci a superare la montagna di cantieri che circondano la nostra città e ad arrivare in via Nanni Costa, una strada solitamente tranquilla alle spalle dell’Ospedale Maggiore, oggi attraversata da fiumi di auto cacciati dalla via Emilia ponente, si può visitare nell’apposita sala della Fondazione Golinelli la mostra in oggetto.

Si tratta di un viaggio nel tempo, partendo da una tavoletta con scritte cuneiformi, primi esempi di scrittura e attraverso interessanti reperti egiziani, una imbarcazione con marinai, proveniente dal Museo Egizio di Torino, appartenente a un corredo funebre, che descrive le tecniche di navigazione del tempo, etruschi e romani e un salto all’arte del 1400, si giunge ai tempi recenti con un televisore anni trenta  e macchine da scrivere anni sessanta.

Ci sarebbero altri pezzi molto interessanti da segnalare (per esempio una carta nautica del 1571 o un radiotelefono di emergenza alimentato a manovella), mi ha colpito la fantasia di chi li ha scelti, ma farei una lista noiosa, lascio agli interessati scoprirli! In mostra ci sono infatti oltre 150 opere, oggetti e reperti provenienti da 50 prestigiosi musei, istituzioni culturali e collezioni private.

Entrando nel dettaglio il percorso espositivo è suddiviso in due grandi capitoli, che si dipanano in cinque tappe. Il primo capitolo si concentra sui passaggi evolutivi della civiltà, intesa come esperienza collettiva, somma integrale di tutte le vite individuali che hanno solcato il nostro pianeta nel corso di milioni di anni. Si indagano le modalità con cui l’uomo, a partire da homo sapiens, nella sua lentissima evoluzione, ha sempre tentato di orientarsi nel mondo, interrogandosi sulla sua origine e sul suo destino. Dall’invenzione della scrittura a quella della stampa, dal Rinascimento alle Rivoluzioni industriali e digitali, dalla velocità a passo d’uomo a quella dell’acqua e del vento, alle massime vette oggi raggiungibili grazie alla tecnica, ripercorrendo le tappe dello sviluppo dell’umanità, attraverso lo spazio, il tempo e la sfera dell’informazione, riconoscendo il ruolo cruciale della tecnica, che ha guidato il progresso e trasformato il nostro rapporto con la natura prima e l’universo poi. Un vero e proprio viaggio nel tempo grazie alla presenza di reperti, manufatti, strumenti tecnicoscientifici, installazioni, opere d’arte e di design di svariati materiali e tecniche artistiche, dall’Antica Mesopotamia e dall’Antico Egitto fino ai giorni nostri. Accanto a lavori di alcuni dei nomi più importanti dell’arte italiana del Novecento, da Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Fortunato De Pero, Mario Sironi, Emilio Isgrò, grafiche di Bruno Munari, sono esposti oggetti di design di Pablo Picasso e Ettore Sottsass, insieme a capolavori dell’ingegneristica ad alto contenuto creativo come la nuova Ducati Panigale V4 S con la sua sofisticata base meccanica o il fondo di una supercar ad alte prestazioni, la Dallara Stradale, dal quale emergono le linee di flusso aerodinamiche e la distribuzione di pressione dell’aria.

Il secondo capitolo della mostra, che mi ha entusiasmato di meno non essendo un amante del genere,  si apre con Luzifer (Lucifer), opera di Anselm Kiefer e ospita i lavori di altri artisti contemporanei, tra cui The Stainless Pure di Nicola Samorì e Immortal Hunting di Ronald Ventura, che riflettono sul tema dello spaesamento e sulla condizione umana attuale. Nel monumentale dipinto di Kiefer Lucifero precipita da un aereo la cui ala sembra investire anche gli osservatori, in un disastro dove proprio il collasso del mezzo costruito dall’uomo per sfidare il cielo e le leggi di gravità sembra togliere la speranza che possa essere la tecnica a salvarci da un destino oscuro e incombente.  Le ali in Kiefer richiamano il mito di Icaro, al quale guarda anche l’opera dell’artista filippino Ronald Ventura. Icaro tentò di volare con ali di cera ma cadde rovinosamente in mare per essersi avvicinato troppo al sole: un’allegoria dell’uomo contemporaneo, il cui destino appare sempre più precario.

Più complicata la conclusione del percorso espositivo un exhibit immersivo, da percorrere da soli,  il T-Simmetry, il tunnel a “cronologia inversa” ideato e realizzato da Fondazione Golinelli. Grazie alle tecnologie più avanzate, il pubblico si avventura in un viaggio interattivo ed esperienziale a ritroso nel tempo, ripercorrendo simbolicamente le tappe fondamentali della propria esistenza, come se il “nastro” della vita di ognuno venisse riavvolto. Ma la pressione sui tasti del tablet deve essere quella giusta e si fa fatica a capire il nesso con le immagini che appaiano proiettate.

Concludo complimentandomi per l’accoglienza del personale, che si prodiga in spiegazioni su come usufruire al meglio dell’esposizione.

Per tutte le informazioni pratiche: www.dalloriginealdestino.it

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