Il diario parlato
Capita di imbattersi in documenti particolari, talvolta unici nel loro genere. È quel che accade entrando in libreria e trovandosi ad acquistare un libro di una persona che non c’è più, Fernanda Pivano, una figura di riferimento nel panorama culturale italiano della seconda metà del Novecento. La traduttrice di William Faulkner e Francis Scott Fitzgerald, di Ernest Hemingway e Charles Bukowski, l’intellettuale che portò in Italia lo spirito della Beat generation e che con Cesare Pavese ci regalò una magnifica traduzione dell’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, fu una scrittrice competente; e viaggiò moltissimo, ma i suoi mastodontici Diari non si possono dire di questo genere. Argomento di cui invece ci parla Viaggi ad alta voce (Bompiani, 286 pagine, 18 euro), ed ecco perché ho usato il verbo parlare: si tratta di registrazioni su nastro che, ben curate da Enrico Rotelli, raccontano al lettore quattordici viaggi nei cinque continenti.
Senza entrare nel merito della singolare scelta di affidare alla Pina il compito di introdurre il volume, le storie di Fernanda Pivano si leggono davvero come se si ascoltassero, con l’incedere e il ripetere e il perdersi della voce che vede e si lascia colpire. Come quando, sull’aereo per New York, le viene in mente che “è sempre sorprendente questo modo di acquistare un giorno; adesso dovrebbe cominciare il crepuscolo e invece ci stiamo avviando verso il pieno pomeriggio. Si arriverà tra un’ora. È sempre un’emozione curiosa camminare su questa specie di tappeto bianco. È difficile ricordare le innumerevoli ore che ho passato su questi tappeti bianchi e sotto questi soffitti azzurri un po’ insoliti, un po’ troppo intensi per essere veri”.
Un pensiero profondo ma certamente comune a quello di milioni di altri viaggiatori, e il motivo per cui il libro vale davvero d’esser letto: senza il filtro del bagaglio culturale di ciascuno, ma solo con l’attenzione dello sguardo riversato su una registrazione, scopriamo quel che ha veduto Fernanda Pivano e il suo modo di osservare, di interessarsi, di scoprire il mondo.
(16 gennaio 2023)