Disabilità: la Convenzione Onu in Italia è largamente inattuata
Le persone con disabilità, circa 4,5 milioni in Italia cioè il 7,2% della popolazione, sono più povere degli altri cittadini dell’Unione Europea, trovano meno opportunità di lavoro ed hanno più limitate le loro possibilità di godere della propria autonomia, eguaglianza e inclusione sociale, nonché di beni e servizi quali l’istruzione, la sanità, i trasporti, gli alloggi e la tecnologia.
Per contrastare la discriminazione ancora esistente in tema e affrontare in tutta l’UE, con modalità omogenee, le tante forme di barriere è stata adottata dalla Commissione europea a marzo 2021 la “Strategia europea sulla disabilità 2021-2030″.
La Strategia si basa sulla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità di cui l’UE è firmataria e tiene conto dell’esperienza del Piano d’azione sulla disabilità 2004-2010 e della Strategia europea sulla disabilità 2010-2020.
Tuttavia tale Convenzione, approvata dall’Assemblea generale dell’ONU il 13 dicembre 2006, rappresenta un importante risultato raggiunto dalla comunità internazionale in quanto strumento internazionale già vincolante per gli Stati parti.
Infatti con la Legge 3 marzo 2009 n. 18 il Parlamento italiano ha autorizzato la ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità e del relativo protocollo opzionale sottoscritta dall’Italia il 30 marzo 2007, che diventa legge dello Stato. Il 23 dicembre 2010 l’Unione Europea ratifica appunto la Convenzione. Trova pertanto applicazione anche nei confronti di tutte le persone con disabilità italiane e ne riconosce a pieno titolo lo status di cittadini di questo Paese; qui si chiede urgentemente oggi, senza ulteriori passaggi e lungaggini che posticipino i diritti fondamentali delle persone disabili dal 2002 al 2030, che in questa turbolenta fase politica italiana e geo-politica globale sia data attuazione alla Convenzione ONU, che, è bene ripeterlo, in Italia coinvolge circa 4,5 milioni disabili che sono tra le persone più fragili del paese.
La Convenzione ONU si inserisce nel più ampio contesto della tutela e della promozione dei diritti umani, definito in sede internazionale fin dalla Dichiarazione Universale dei diritti umani del 1948 e consolidatosi nel corso dei decenni, confermando in favore delle persone con disabilità i principi fondamentali in tema di riconoscimento dei diritti di pari opportunità e di non discriminazione.
In questo senso è già stata depositata una petizione al Parlamento europeo, e si chiede alle forze politiche di includere La Convenzione ONU nelle proprie agende di governo.
Nei suoi principi ispiratori la Convenzione intende assicurare che le persone disabili possano godere, sulla base degli ordinamenti degli Stati di appartenenza dei principi generali di pari opportunità, ed è stata definita come “il primo grande trattato sui diritti umani del XXI Secolo”, approvata il 13 dicembre 2006 dall’Assemblea delle Nazioni Unite dopo quattro anni di negoziati.
Scopo della Convenzione, che si compone di un preambolo e di 50 articoli, è quello di promuovere, proteggere e assicurare il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti e di tutte le libertà da parte delle persone con disabilità. A tal fine la condizione di disabilità viene ricondotta all’esistenza di barriere di varia natura che possono essere di ostacolo a quanti, portatori di minorazioni fisiche, mentali o sensoriali a lungo termine, hanno il diritto di partecipare in modo pieno ed effettivo alla società. Alla Convenzione si affianca un Protocollo opzionale, composto da 18 articoli, anch’esso sottoscritto e ratificato dall’Italia e dall’Unione Europea.
In breve, tale Convenzione ONU in Italia è ancora largamente inattuata, e si chiede urgentemente, essendo legalmente vincolante dal 2009, di completarne l’attuazione, per la sicurezza delle persone disabili in questa fase di turbolenza politica e geo-politica globale.
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