Mai così vicino
Forse un giorno l’ uomo poserà i piedi sul suolo di Marte, ma certamente non potrà mai farlo sulla meta raggiunta dal Parker Solar Probe lo scorso dicembre.
Dopo tre anni di viaggio la sonda della NASA è transitata, senza scottarsi, attraverso gli strati più esterni della corona solare.
Un risultato che ha suscitato l’ entusiasmo degli scienziati ed è il primo passo degli obiettivi cui punta la missione. ” Volando così vicina al Sole, la Parker Solar Probe ora percepisce le condizioni della corona solare come non abbiamo mai potuto fare prima “, ha spiegato Nour Raouafi, project scientist della sonda presso il Johns Hopkins Applied Physics Laboratory. Sulla stessa linea d’ onda le parole di Thomas Zurbuchen, amministratore associato della NASA per il Direttorato delle Missioni Scientifiche: “ La missione rappresenta realmente la prima visita ravvicinata ad una stella, e avrà implicazioni non solo qui sulla Terra, ma anche per la nostra comprensione dell’universo. Abbiamo raggiunto un obiettivo che solo una decina di anni fa sarebbe stato pura fantascienza. ”
Nei prossimi mesi la sonda si avvicinerà ancora di più al Sole, fino a raggiungere la distanza minima di 6,1 milioni di chilometri dalla sua superficie incandescente. A quel punto la Parker Solar Probe stabilirà un altro primato. Per non essere catturata dalla poderosa attrazione gravitazionale della nostra stella, la sonda dovrà muoversi alla velocità record di 692.000 chilometri l’ora, diventando l’ oggetto più veloce mai costruito dall’ uomo.
Alla luce dei primi eccellenti risultati, i ricercatori si aspettano molto dagli strumenti a bordo della sonda per avere un quadro più dettagliato sull’evoluzione non solo del nostro astro, ma della popolazione di stelle disseminate nell’ universo.
La Parker Solar Probe, che ha le dimensioni di un’ utilitaria, ha già fornito dati importanti in fase di rodaggio ed è legittimo attendersi risultati ancora migliori. Uno degli obiettivi della missione è riuscire a osservare per la prima volta i poli solari, una volta che i rilevatori della sonda saranno operativi a pieno regime.
Sulla dotazione della Parker Solar Probe c’ è molta Italia. A partire dal coronagrafo Metis, frutto della collaborazione fra l’Agenzia spaziale italiana, l’Istituto Nazionale di Astrofisica, il Cnr e diverse Università. Come spiega Vincenzo Andretta, responsabile delle operazioni scientifiche di Metis, con questo strumento: “…si è aperto un nuovo canale per esplorare la fisica della corona solare, sfruttando immagini nell’ultravioletto. “
Oltre che con Metis la tecnologia italiana è presente su Solar con il software del telescopio per i raggi X e la componentistica hardware dello strumento di analisi del vento solare.
Una peculiarità di questa missione è la sinergia che si verrà a creare fra i dati raccolti dalla Parker Solar Probe e quelli di altre due missioni che da tempo si stanno occupando della nostra stella. La prima, iniziata nel 1995, ha per protagonista il telescopio solare SOHO, mentre STEREO (Solar Reports Observatory TErrestrial), avviata nel 2006, è una missione di due sonde gemelle, Solar A e Solar B, che osservano il Sole da punti molto distanti tra loro, una davanti e una dietro il corpo celeste, fornendo immagini stereoscopiche della nostra stella.