Ora di punta
Febbraio è stato un mese ricco di visite per Marte. Nell’ arco di dieci giorni sono arrivate sul pianeta rosso ben tre sonde. La prima è stata Hope, degli Emirati Arabi Uniti, che ha raggiunto l’ orbita marziana il 9 febbraio, il giorno dopo è toccato alla cinese Tianwen-1, mentre giovedì 18 è stata la volta della missione Nasa Mars 2020 con lo sbarco del rover Perseverance.
Parafrasando i bollettini di Onda verde, non si è comunque trattato di traffico da bollino rosso. Per arrivare a destinazione i tre mezzi spaziali hanno colto l’ occasione offerta dalla posizione favorevole di Marte rispetto alla Terra, un evento che si verifica con cadenza biennale.
Al di là di futuribili progetti di colonizzazione, il tour de force verso il pianeta rosso, al quale partecipa con mezzi e soldi propri anche il magnate Elon Musk, punta soprattutto alla ricerca di eventuali tracce di vita.
Con la missione Hope (in arabo Al Amal, cioè ‘speranza’), gli Emirati Arabi fanno il loro debutto nell’ esplorazione interplanetaria. Se tutto andrà come previsto la sonda, progettata per monitorare la meteorologia e la climatologia del pianeta, rimarrà in orbita per almeno un anno marziano, pari a 687 giorni terrestri.
Più ambiziosa la Cina, forte di un’esperienza consolidata in campo spaziale, che con Tianwen-1, nome dal suggestivo significato di ‘ricerca delle verità celesti’, prevede lo sbarco di un rover sul suolo marziano a maggio. Se riuscirà nell’ intento il paese di Mezzo diventerà il secondo al mondo, dopo gli Stati Uniti, a fare un atterraggio morbido sul Pianeta Rosso.
Veterana di Marte, Perseverance sarà il suo quinto rover a solcare il suolo del pianeta, la Nasa punta a portare sulla Terra entro il 2031 i primi campioni di terreno marziano. Un obiettivo ambizioso al quale collabora anche l’ Esa, Agenzia spaziale europea. E proprio il vecchio continente, che sembrava destinato a un ruolo da comprimario nell’ attuale rally marziano dopo il rinvio per problemi tecnici della nuova missione verso il pianeta, ha messo a segno un importante risultato scientifico. Merito della sonda Tgo (Trace Gas Orbiter) che da tre anni sta orbitando intorno al pianeta rosso.
L’ orbiter è stato realizzato nell’ ambito di ExoMars, la missione congiunta delle Agenzie Spaziali Europea e russa (Roscosmos).
Gli strumenti della sonda hanno rilevato per la prima volta nell’ atmosfera marziana tracce di cloruro di idrogeno. Si tratta di un gas, liberato in aria durante la polverosa stagione calda, che potrebbe avere origine dal sale marino presente sulla superficie del pianeta. Il gas è stato individuato per la prima volta durante una tempesta di polvere che nel 2018 ha coinvolto entrambi gli emisferi del corpo celeste, per poi sparire rapidamente al termine delle turbolenze. I dati raccolti durante la successiva stagione polverosa sembrano confermare che il cloruro di idrogeno sia di nuovo presente.