Oltre il visibile
Come afferma Roy Batty, il replicante magistralmente interpretato da Rutger Hauer in Blade Runner, nessun umano è riuscito a vedere i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser.
Lo spazio pullula di radiazioni, ma la luce che percepiamo con i nostri occhi è solo una piccola porzione, compresa nell’ intervallo fra il viola e il rosso, dell’ intero spettro elettromagnetico.
Per trovare l’ ampia parte che sfugge alla vista umana ci è voluto qualche secolo, è a volte è successo in modo del tutto casuale.
Emblematica in tal senso la scoperta delle onde radio provenienti dallo spazio. Nel 1931 Karl Jansky, ingegnere americano pioniere della radioastronomia, rilevò un disturbo nelle trasmissioni radio. Dopo ripetuti controlli alla sua antenna fai da te, l’ aveva costruita con i pezzi di una vecchia automobile Ford, si rese conto che l’ interferenza aveva una fonte non terrestre.
Ricerche mirate nel 1942 portarono a scoprire che anche il Sole era una sorgente di onde radio, nel 1955 fu la volta di Giove.
Ma l’ imprevedibile è sempre dietro l’ angolo e anche per le microonde la scoperta fu frutto del caso.
Correva l’ anno 1965. Arno Penzias e Robert Wilson, due giovani ingegneri che lavoravano alla Bell Telephon di Boston, non riuscivano a spiegarsi la ragione di continui disturbi alla loro antenna. Convinti che fosse stata imbrattata dal guano dei piccioni, come capitava di frequente, rimasero stupiti nel trovarla pulita. Assolti i volatili, i due orientarono le ricerche su altre cause, finendo per scoprire che il fastidioso ronzio altro non era che la radiazione cosmica di fondo, l’ eco del big bang.
Quasi venti anni prima, nel 1948, erano stati rilevati per la prima volta raggi X provenienti dal Sole. Una curiosità, il vettore che trasportava gli strumenti di ricerca era un razzo V2 riconvertito.
I raggi infrarossi hanno una storia molto più antica. Li scoprì nel 1801 William Herschel, uno dei più grandi astronomi dell’ epoca. Proprio in astronomia la loro ricerca è diventata fondamentale negli studi sulla formazione di nuove stelle. Con ricerche nel campo dell’ infrarosso, nella nebulosa di Orione è stata trovata una vera e propria nursery stellare.
All’ inizio del XIX° secolo risale anche la scoperta dell’ origine solare dei raggi ultravioletti, sempre ad opera di un tedesco, il fisico Johan Ritter.
Rispetto alle altre radiazioni conosciute, i raggi gamma sono piuttosto rari, ma molto pericolosi per il loro alto potere di penetrazione.
Questa radiazione è molto interessante per gli astrofisici anche per i fenomeni da cui viene generata.
I raggi gamma spesso scaturiscono da immani eventi cosmici, come collisioni fra stelle e galassie. Da questi impatti si generano getti ad altissima energia, i gamma ray burst, secondi solo al big bang quanto a potenza.
Recentemente, grazie al lavoro in rete di quattro telescopi ubicati in Namibia, nello spazio profondo sono stati scoperti misteriosi oggetti spaziali, denominati generatori di energia cosmici, fonti di radiazione gamma molto energetica.
Chissà se col tempo salteranno fuori anche i raggi B che affascinarono Roy Batty…