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Scritto da nel Numero 151 - 1 Maggio 2018, Tempo e spazio liberi | 0 commenti

Arsene Wenger-Arsenal: fine di un lungo ciclo

Arsene Wenger-Arsenal: fine di un lungo ciclo

Un’avventura oggi impensabile, irripetibile per svariate ragioni, 22 anni ininterrotti seduti sulla panchina di uno dei club più rinomati del pianeta: la quinta squadra più tifata al mondo con oltre 113 milioni di fans. Qualunque sia il giudizio su Arsene Wenger una cosa è certa, l’alsaziano resterà per sempre nella storia del calcio una di quelle favole riservate ai romantici del pallone oramai in via di estinzione nel calcio 4.0. Era il lontano 1996, stagione in cui ai calciatori fu concesso di poter scegliere il proprio numero di maglia, quando il tecnico di Strasburgo sbarcò a Londra accolto con qualche perplessità di troppo da tabloid e supporters. Prima di sbarcare nella Terra d’Albione Wenger vantava nel suo curriculum un campionato francese e una Coppa di Francia con il Monaco club in cui lanciò il centroavanti liberiano George Weah che tutt’oggi considera il suo ex allenatore “come un padre”. Una filosofia di gioco ben precisa che ha subito qualche evoluzione nel corso degli anni, sicuramente un bel calcio divertente assai più spettacolare rispetto a quello praticato in precedenza dal club londinese anche se, per alcuni, sinonimo di bello ma perdente. Laurea in economia e commercio, stile impeccabile camicia bianca e cravatta rossa uomo pacato e riflessivo. Specializzato nel lanciare giovani talenti con la sua filosofia Wenger ha fortemente influenzato ogni scelta presa dalla società durante la sua gestione un club che non si è particolarmente distinto per spese folli sul mercato o per super-ingaggi.  In questo lungo ventennio sono arrivate tre Premier, nel 1998, 2002, e 2004 quest’ultimo anno ricordato come quello degli “invincibles” con l’Arsenal migliore di sempre 38 partite, 26 vittorie 12 pareggi e zero sconfitte, una vera e propria macchina da guerra. Gli invincibili, appunto. Erano i tempi di Lehmann, Cole, Campbell, Toure, Lauren, Pires, Reyes, Veira, Ljungberg, Berkamp ed Henry. Arrivarono anche alla finale di Champions (2005/2006) dove furono superati dal Barcelona pre tiki-taca di Frank Rijkaard in quel di Parigi. Il buon Wenger sarà ricordato anche per essere l’allenatore più vincente nella storia della FA Cup. Sette titoli in 20 anni l’ultimo nel 2017. L’ultima fase del lungo ciclo dell’allenatore di Strasburgo non è stata delle migliori con la società costretta a vendere alcuni dei maggiori gioielli come Van Persie, Vermaelen  o Fàbregas, anche per finanziare i costi del nuovo impianto Emirates Stadium inaugurato nel luglio 2016. I Gunners sotto la gestione Wenger hanno sempre raggiunto la qualificazione in Champions League mancandola dopo 20 anni proprio la scorsa stagione a seguito di un quinto posto che è valso la qualificazione diretta all’Europa League, quella cara vecchia Coppa Uefa che gli sfuggì di mano nel 2000 a Copenaghen contro il Galatasaray. A giorni è in programma il ritorno della semifinale, salutarsi con un tanto atteso trofeo europeo sarebbe fantastico.

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