Più Europa per tutti: intervista a Marco Perduca
In una campagna elettorale in cui soprattutto è mancata la concretezza delle proposte abbiamo intervistato Marco Perduca, membro della giunta dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, candidato a Palazzo Madama per la lista +Europa con Emma Bonino e già senatore della XVI legislatura (radicale eletto nelle file del Partito Democratico). Gli abbiamo rivolto dieci domande per offrire una riflessione sulla possibilità di voto a quella parte di lettori dell’Arengo che teme una vittoria schiacciante della destra salviniana ma non intende votare il PD o i suoi più o meno illustri fuoriusciti.
Allora Marco, innanzitutto grazie per aver accettato quest’intervista. Cominciamo da ciò su cui tutte le piattaforme politiche sembrano latitare: quali sono i punti principali del programma di +Europa?
Il primo e più importante è tornare a parlare di fatti e l’abbiamo voluto fare usando una “parolaccia”: Europa. Troppo spesso l’Europa è stata usata come capro espiatorio per scelte anti-popolari del passato o per nascondere consociativismo e demagogia. Quindi, punto numero 1: rispettare direttive e impegni europei in materia di diritti civili e libertà economiche. Numero 2: abbattimento del debito pubblico attraverso il contenimento e la riorganizzazione della spesa. Poi riforma federale delle istituzioni verso gli Stati Uniti d’Europa, con difesa e bilancio comune.
Come sono state costruite le vostre liste, che sembrano variegate anche per la presenza di esperienze ben diverse a quella radicale (penso ad esempio a Tabacci)? E se entrerete in parlamento (gli ultimi sondaggi pubblicati sembravano indicare una tendenza di forte crescita, oltre la soglia minima del 3%) riuscirete a comporre nelle camere due gruppi coesi?
Grazie all’esenzione del Centro Democratico di Bruno Tabacci siamo potuti entrare nel centro-sinistra all’ultimo minuto con un nome nuovo ma una faccia nota: Emma Bonino. Nelle liste ci sono persone provenienti dalla storia radicale, esponenti del Centro Democratico, di Forza Europa di Benedetto Della Vedova, Scelta Civica, amministratori locali di varia provenienza centrista e riformista, e anche ex del Movimento 5 Stelle.
Per poter comporre un gruppo occorrono venti deputati e dieci senatori, e per arrivare a questi numeri occorre andare oltre il 3%. I sondaggi ci danno in crescita.
Cosa vi ha spinto a coalizzarvi con il PD, e perché Emma puntualizza che non si tratta di un’alleanza?
Questa legge elettorale non prevede la designazione di un candidato presidente del consiglio comune e non impone la firma di un programma condiviso, ma dà la possibilità di aggregare liste diverse. Per arginare sovranismi, nazionalismi e demagogie era l’unica possibilità.
Parliamo di te. Presentati ai lettori e dicci cosa ti porti dietro della tua precedente attività parlamentare.
Nella XVI Legislatura sono risultato il diciottesimo senatore per attività in termini di proposte di legge, interrogazioni, interpellanze, emendamenti e interventi in commissione e aula. Le mie assenze sono state prevalentemente dovute a missioni non retribuite con Marco Pannella, per proteggere e promuovere i diritti umani nel mondo e per abolire la pena di morte e le leggi proibizioniste in materia di droghe.
Prima dell’esperienza parlamentare nei due anni del Governo Prodi ho collaborato col viceministro degli esteri, e prima ancora, per dieci anni, ho rappresentato il Partito Radicale presso le Nazioni Unite a New York, Ginevra e Vienna.
Dal 2013 ho lavorato come consulente indipendente per studi legali inglesi sui diritti dei detenuti, per fondazioni americane e per le politiche migratorie in Italia, il tutto coordinando la campagna Legalizziamo! (che ha portato a presentare in Parlamento una proposta di legge d’iniziativa popolare per la legalizzazione della cannabis) e assieme a Marco Cappatolanciando una campagna mondiale per il diritto umano alla scienza.
Su quali temi in particolare intendi concentrare la tua attività da parlamentare?
In passato son stato in Commissione Esteri, Giustizia e Diritti umani. Nella prossima legislatura, comunque vadano le elezioni, assieme a Radicali Italiani e Associazione Luca Coscioni abbiamo già presentato tre proposte di legge popolare: regolamentazione dell’eutanasia, legalizzazione della cannabis e riforma della Bossi-Fini in materia di immigrazione. Ma la prima cosa che farei e’ adoperarmi per far eleggere il quindicesimo giudice della Corte Costituzionale, che manca da quasi due anni!
Sei candidato al Senato in un collegio “amico”, quello del nord della Toscana. Come sei legato a questi luoghi? E di quali azioni legislative ed esecutive ha bisogno in particolare il territorio che intendi rappresentare a Palazzo Madama?
Sono nato e ho studiato a Firenze, mio nonno paterno giocava nella Lucchese quando negli anni Trenta era in serie A, ho fatto due anni di dottorato a Pisa, sciavo all’Abetone… fino ai trent’anni ho girato in lungo e largo la regione per studio, lavoro, politica e diletto, poi sono “emigrato” negli Stati Uniti d’America.
La Toscana ha, almeno, tre eccellenze: patrimonio paesaggistico, artistico e culturale, tre poli universitari d’eccellenza – Firenze, Pisa e Siena – e manifatturiero-agroalimentare di alta qualità. Occorre consolidare tutto ciò, farlo agire in sinergia e promuovere leggi e politiche che ci aprano ancora di più al mondo. Ultimo, ma non ultimo, occorre tornare a investire in cultura perché oltre a far bene alla mente fa bene anche all’occupazione.
Individua gli avversari politici principali e dicci come ti porrai nei loro riguardi e nei riguardi delle politiche che intenderanno mettere in atto.
L’avversario principale è un clima in cui si continuano a creare paure e rancori con operazioni di comunicazione studiate nel dettaglio per dare la percezione distorta di un paese che, dicono tutte le statistiche, è tra i più sicuri del mondo per i tassi di criminalità (e questo malgrado il permanere strutturale della criminalità organizzata). Occorre tornare a parlare di numeri, di fatti, di evidenze, perché troppo spesso abbiamo visto risposte politiche emergenziali a fenomeni marginali, tipo questa storia del fascismo o dell’insicurezza. Occorre torare a parlare seriamente della realta’ di un popolo, composito, che è molto migliore di come lo si rappresenta. Chi lucra su tutto questo non solo è un avversario ma è proprio un nemico del futuro del nostro paese.
Il mondo radicale è tanto composito che sento la necessità di chiederti alcune conferme: sei pronto a dirti fermamente antifascista, antirazzista e antisessista? E quali sono i valori che ti ispirano?
La tradizione politica radicale è quella liberale, liberista e libertaria, a favore delle libertà civili ed economiche e quindi rispettosa dei diritti umani conquistati storicamente. Siamo gli unici che, pur non riempiendosi la bocca con la “Costituzione più bella del mondo”, poniamo al centro delle nostre lotte il rispetto della legalità costituzionale e degli obblighi internazionali della Repubblica Italiana.
Emma ha una caratura politica importante a livello mondiale. Facciamo un gioco: Marco Perduca e l’Arengo del Viaggiatore la candidano a un ruolo istituzionale di primissimo livello.
Mi basterebbe che fosse presidente del Consiglio per i prossimi cinque anni. Un’Italia a guida Bonino sarebbe un’Italia europea, capace di creare una sinergia transnazionale… proprio come Emma fa da quarant’anni!
L’intervista volge al termine: è il momento del tuo appello al voto. Perché il 4 marzo è importante andare a votare? E perché votare per +Europa?
Votare è una facoltà che hanno coloro i quali hanno avuto la fortuna di nascere in parti del mondo dove le generazioni precedenti hanno dovuto lottare, se non combattere, per poter conquistare quel diritto. Partecipare alla vita civile e politica di un paese, pure con tutti i problemi che questa presenta a livello strutturale – e in Italia non siamo messi benissimo – vuol dire usare una scheda per esprimere un’opinione e una preferenza.
Votare +Europa con Emma Bonino vuol dire riconoscere chi fa politica per i diritti di tutti dentro e fuori dal palazzo. Chi vota +Europa, magari non concordando con tutti i punti del programma che si trova sul sito www.piueuropa.eu, sa che un voto a Emma Bonino è un voto a qualcuno che da sempre riesce a suscitare su obiettivi specifici unioni laiche di forze differenti. Quindi è un voto per la vittoria della politica del possibile contro quella del probabile.