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Scritto da nel Energia e Ambiente, Numero 142 - 1 Luglio 2017 | 0 commenti

Cronache da Astana 2017

Cronache da Astana 2017

La visita dell’Expo di Astana sul tema Energia Futura ci lascia una bella impressione, soprattutto pensando alla ressa vissuta a Milano nel 2015. Sicuramente la location in un Paese meno abitato del nostro Continente, ma anche certamente averlo visitato subito nei primi giorni di apertura, ci ha consentito di passeggiare senza code tra i padiglioni.

Unica eccezione la Corea del Sud. Attratti dalla coda innanzitutto, il che la dice lunga sulle dinamiche del successo, abbiamo trovato in questo padiglione esempio dei legami che i due Paesi stanno costruendo: dopo questa visita noteremo in effetti quanto le imprese coreane, per esempio nell’edilizia, stanno investendo in questa nuova capitale. La visita passa attraverso tre stanze: si parte dal fumetto, come forma d’arte per rappresentare l’energia di un tempo, si passa attraverso la sala della contemporaneità, dove due ragazzi sbucano dallo schermo e danno vita a una grande rincorsa tra di loro e una tanica di benzina, finché l’aereo non diventa a pannelli fotovoltaici. L’ultima sala ci accompagna nel futuro, dove dotati di un tablet immaginiamo come esso potrà diventare.

Il padiglione centrale è una grande sfera, organizzata dal Paese ospitante, entro la quale si osserva l’energia della natura e i successi dell’uomo nell’esplorazione dello spazio e nella raccolta dell’energia. Ci si trova in un paesaggio lunare, entro il sole, nei mari in tempesta dove soffia il vento, e si osservano spettacoli circensi dove l’equilibrio e l’energia diventano tutt’uno mentre le forme geometriche accompagnano i nostri sensi e i nostri occhi verso la città. Sfere, piramidi, torri sfuggenti e simbologie mitiche, grattacieli con forme a ventaglio: non solo il singolo edificio, in questa città tali opere si inquadrano entro una cornice urbana nuova dove si possono vedere allineate con il Palazzo Presidenziale a testimoniare la volontà politica di crescita di questa grande Repubblica centroasiatica.

Gli altri padiglioni si lasciano visitare gradevolmente: segnaliamo la Slovacchia che sollecita la nostra voglia di pleinair e ci mostra i moduli abitativi autosufficienti in grado di raccogliere energia dalla natura circostante ed alimentare le utenze domestiche, ai vasi delle piante che caricano i telefoni e offrono il Wifi, all’Italia che non sfigura di fronte ai concorrenti, ai tedeschi con l’immancabile birreria, ai russi che mostrano la loro capacità di perforazione dell’Artico.

Di questo EXPO rimane il senso dello sforzo dell’uomo per raccogliere le energie della natura e porle al servizio del progresso umano ed il messaggio è particolarmente interessante. La riflessione che balza all’occhio è quanto le cosiddette energie rinnovabili, pur non dipendendo da fonti scarse, abbiano un impatto importante sulla natura: infatti, non mancano i padiglioni che sottolineano il ruolo del nucleare e del gas per un mondo carbon free. I concetti che nel dibattito pubblico si smarriscono entro schieramenti contrapposti trovano nella loro dimensione ingegneristica una direzione di marcia che consente al visitatore di prendere le misure a ciò che potrà essere nei prossimi decenni.

Siete ancora in tempo a fare un salto ad Astana, dove passato e futuro si toccano: l’EXPO è appena cominciato.

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