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Scritto da nel Arte e Spettacolo, Numero 141 - 1 Giugno 2017 | 0 commenti

Salone del Libro la vittoria di Torino

Salone del Libro la vittoria di Torino

 

E pensare che lo scorso autunno pareva una battaglia persa in partenza, la scissione fra grandi e piccoli editori, i problemi finanziari ed infine la sfida lanciata dagli amici milanesi con la fiera “Tempo di Libri”. Eppure, il derby fra le due capitali del libro tradendo ogni pronostico è stato vinto da Torino. Ha vinto la tenacia del governatore della regione e del sindaco della città. Quando lo scorso luglio l’Associazione Italiana Editori (AIE) ha scelto di abbandonare la Fondazione del Libro (che promuove il Salone torinese) optando per la joint venture con Fiera Milano, entrambi si sono rimboccati le maniche per “riportare la chiesa al centro del villaggio” (giusto per rubare una citazione cara ad noto allenatore di calcio).

Per gli amanti dei numeri il Salone del Libro 2017 si è chiuso con oltre 38 mila visitatori in più rispetto all’edizione del 2016, alla faccia della “scissione”. Bazzico con entusiasmo al Salone da ormai cinque anni, ma quest’edizione a mio avviso è stata la migliore dell’ultimo quinquennio e non mi riferisco al boom di partecipazione, credo infatti che nessuno o quasi fra i visitatori abbia sentito la mancanza dei grandi gruppi editoriali assenti. Un successo che, come accennato alla viglia, non era affatto scontato. Entusiasmo che passeggiando fra uno stand e l’altro era visibile anche sul volto degli espositori che, spesso, sono costretti a fare i salti mortali tra costi di allestimento e pernottamento in città per almeno sei notti. Le vendite complessive sono aumentate rispetto all’anno precedente e per un piccolo editore la partecipazione attiva ad un evento simile consente di ampliare i propri orizzonti e perché no, anche conoscere nuove persone, che siano autori, potenziali collaboratori, o semplicemente lettori entusiasti.

Unica pecca, e mi duole dirlo, i servizi relativi alla ristorazione. L’anno prossimo oltre ai soliti “snack point” (quest’anno forse erano addirittura ridotti rispetto all’edizione precedente) sarebbe simpatico trovare anche qualche stand enogastronomico intento a servire le numerose specialità della ricca ed elaborata cucina locale. A pensarci bene infatti, il binomio libro-bagna càuda è sicuramente più coinvolgente del rodato libro-panino o “rustichella” che sia.

Grande successo anche per gli eventi organizzati in contemporanea con il “Salone Off”, giunto quest’anno alla quattordicesima edizione. Kermesse “parallela” con un ricco calendario di eventi, dialoghi fra scrittori e studenti, concerti, proiezioni di film, laboratori per bambini, workshop e molto altro ancora. La chiusura degli stand del Salone anticipata alle ore 20 rispetto alle 23 delle passate edizioni ha permesso a numerosi visitatori di partecipare anche agli eventi serali. Il Salone Off, #SalToff per i nativi digitali,  ha coinvolto tutte le circoscrizioni cittadine e altri dieci comuni limitrofi, ha chiuso i battenti mercoledì 31 maggio, confermando il concetto che il Salone non è circoscritto all’area del Lingotto bensì a tutta la città. Lunga vita al Salone del Libro, appuntamento dunque all’anno prossimo.

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