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Scritto da nel Numero 135 - 1 Dicembre 2016, Tempo e spazio liberi | 0 commenti

Musei della Valmarecchia

Musei della Valmarecchia

Visita a Pennabilli: Musei Mateureka e Tonino Guerra

Questa visita ha radici molto lontane e molto vicine. Durante la mia infanzia savonese fantasticavo sulla lontana piccola repubblica di San Marino e sulla sua autosufficienza in cima al monte Titano. Trovavo una  mancanza: non aveva un vescovo suo, ma dipendeva da quello di un paese minuscolo (oggi 2.928 abitanti)  chiamato Pennabilli, da una ricerca su Internet direi quasi la più piccola sede vescovile italiana. Forte era allora la curiosità per me di vederlo, ma diventato adulto, pur abitando molto più vicino, non era una motivazione sufficiente per andare a scovarlo nel Montefeltro.

Leggere sul nuovo mensile Mate, dedicato alla Matematica, la recensione di un Museo dedicato a questa disciplina e collocato in quella località mi ha costretto a rompere gli indugi!

 

Museo del Calcolo e dell’Informatica

Si articola sui quattro piani dell’antico palazzo comunale un coinvolgente viaggio attraverso questa affascinate avventura della mente: importanti reperti archeologici, antichi strumenti di calcolo e testi matematici. Il museo, creato e sostenuto dal prof. Renzo Baldoni, che è stato sindaco del paese, ha finalità prevalentemente didattiche, frequentato anche da scolaresche che utilizzano i laboratori,  e vuole suscitare nel visitatore il desiderio di approfondire la conoscenza e di scalare il meraviglioso albero della matematica.

La parte che più mi ha entusiasmato è quella relativa ai tempi molto antichi: un viaggio incuriosente attraverso i principali strumenti di calcolo e i concetti che hanno aiutato l’uomo a passare dalla fatica al piacere di contare. E’ possibile ammirare l’unico cono di fondazione cuneiforme  esposto in Italia ( 2.200 a.C.); tavolette sumere di 4.200 anni fa, l’originale dio Horus egizio del 1.000 a.C., iscrizioni greche, lapidi e monete romane, abachi nostrani e gli analoghi strumenti suan pan cinesi, soroban giapponesi e schoty russi, ai quali seguono materiali più recenti come un astrolabio, una tavola per contare medioevale, quipù inca e chimpù peruviani, la “Summa” e il “De Divina Proportione” di Luca Pacioli, cilindri e bastoni di Nepero, compassi di proporzione, regoli e nomogrammi, aritmografi.

Un’altra sezione è dedicata invece a strumenti moderni di calcolo: fa sentire l’età vedere in un Museo dapprima la calcolatrice meccanica che era (anni ’50) sul tavolo accanto alla scrivania di mio padre, con la quale giocavo aspettandolo, allora appena sostituita da quella elettromeccanica Olivetti (che potevo solo guardare e anche lei oggi ospite del museo), poi la perforatrice e il lettore di schede che utilizzai nel 1972 per una tesina (sulle coniche) di un corso di perfezionamento in Teoria e applicazioni delle macchine calcolatrici, il terminale Olivetti col quale facevo le prime elaborazioni nel 1982, e fra i paleo PC uno con il lettore di floppy (quelli veri da otto centimetri  di diametro morbidi) dei quali ne possiedo ancora uno e non saprò mai cosa contiene (1991). Una sfilza di mini calcolatrici ormai quasi tutte in pensione, che io ricordo come grandi novità al loro esordio sul mercato! In sostanza strumenti da me usati nella vita sono ormai da museo, e quindi, mi sento di dover dire, lo sono anche io!

Per tutte le informazioni pratiche e per una visita virtuale del Museo rimando al sito:

http://www.mateureka.it/. Disponibili all’ingresso l’utile, e ottima per il ricordo della visita, guida e particolarmente interessante il libro “Matematica antica” del prof. Renzo Baldoni che estende la sua  attraente trattazione anche ad altri aspetti della cultura delle affascinanti antiche civiltà.

 

Museo Il Mondo di Tonino Guerra

La visita di questo borgo della Valmarecchia, ora diventato romagnolo a tutti gli effetti dopo il cambio di Regione del 2010, non si esaurisce col Museo sopra illustrato.

Il grande artista Tonino Guerra aveva qui una casa dove si ritirava e quindi si è costituito “Il mondo di Tonino Guerra”,  titolo che il poeta ha scelto per definire lo spazio in cui trova ospitalità la sua opera artistica. Si tratta di uno spazio museale, ma intende essere anche un luogo vivo in cui ci si incontra, si discute, si lavora, nei sotterranei del trecentesco Oratorio di Santa Maria della Misericordia.  Al suo interno sono accolte, in una disposizione che riflette la vocazione a stupire ed a meravigliare del poeta, alcune sue opere come  “i mobilacci”, mobili bizzarri disegnati dalla fantasia del maestro e realizzati da artigiani locali, “i barattoli”, fantasiosi contenitori di aria, ceramiche, dipinti e produzioni artistiche di altri autori in sintonia con la sua vena poetica come lo

scultore Fioravanti e la ceramista Muki.

Oltre a rappresentare uno spazio museale è il luogo in cui il poeta presentava le sue opere, teneva lezioni di sceneggiatura, metteva in scena il suo Teatro di lettura, incontrava gli studenti e grazie all’archivio, alla videoteca, fototeca e biblioteca allestite all’interno, è momento di studio e approfondimento della sua opera e del contesto in cui è nata e si è sviluppata.

Queste attività sono oggi portate avanti dalla omonima Associazione ampiamente descritta nel sito:

http://www.toninoguerra.org/

 

Il Museo diffuso

Pennabilli ha ospitato, come sopra ricordato, Tonino Guerra, nativo di Sant’Arcangelo di Romagna, negli ultimi anni della sua vita e come lui stesso scrisse in vecchiaia alla musica del suo amato Ciaicovskij e ai monumenti preferiva il rumore di una latta arrugginita che rotola e il cielo con le nuvole, un panorama.

Questa e’ l’atmosfera che si respira nel borgo un museo diffuso dove la fretta lascia il posto all’anima. Qui trovi persone gentili e amabili perché le case e le strade hanno un aspetto ordinato, curato, amato e i gatti ti accompagnano nella tua visita tra orti conclusi e vasti orizzonti fisici e spirituali.

Dal museo del calcolo vedi l’Orto dei frutti dimenticati che raccoglie numerose varietà di piante non più coltivate in Appennino quali sono il biricoccolo, nespolo, sorbo, mela cotogna, uva spina, giuggiolo oltre al gelso della pace messo a dimora dal Dalai Lama e altre installazioni artistiche: “la cappella di Tarkovskji”, la “meridiana dell’incontro”, “l’arco delle favole”, la fontana detta “la voce della foglia”, la grande “meridiana orizzontale” e, nell’antico lavatoio “le parole dei mesi”. Ce n’e’ già abbastanza per entrare in una dimensione spirituale!

In un angolo del paese sono volate dalle loro nicchie e vi hanno trovato rifugio le “Madonne abbandonate”

il percorso prosegue nella strada delle meridiane e più su troviamo un armonioso Angelo coi baffi..” U i era un ànzal si bafi ch’u n’era bon da fé gnént…” e invece…

Ti aspetta a sfogare i tuoi sentimenti buoni e cattivi il “Santuario dei pensieri”.,,vai a vedere come.

La campana di Lhasa e’ in cima, lassù, e il panorama e’ assolutamente da non perdere

Lungo l’itinerario si incontrano “le parole sui muri”, targhe in ceramica ideate da Tonino Guerra per ricordare i personaggi noti e meno noti che hanno contribuito alla storia del paese. Scoprirete così chi e’ stata, fra altri, la Lucrezia…

Avete ancora da andare a Ca’Romano e nella frazione di Bascio e lì imparerete perché vi e’ la “Chiesa della Madonna del rettangolo di neve” e vedrete i “Sette tappeti  di ceramica” alla base di una torre millenaria.

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